Le trasformazioni della pietà popolare verso i defunti, intervenute negli ultimi decenni nel nostro Paese, sono ancora terreno pressoché inesplorato per la sociologia. Il comportamento sociale nei cimiteri, la ritualità dei piccoli gesti con cui la gente esprime valori credenze e sentimenti personali nei confronti dei cari estinti, i modi e le forme di socializzazione dei nuovi nati di fronte all’evento terminale e supremo della vita umana non sono ancora entrati nell’agenda degli studiosi del nostro Paese. I pochi sociologi italiani che finora si sono misurati con questo grande e terribile tema hanno preferito svolgere ricerche teoriche [Acquaviva 1990; Cavicchia Scalamonti 1991, Id. (a cura di) 1984] o, se si sono dedicati alla raccolta di dati empirici, hanno privilegiato le testimonianze scritte della pietà singola o famigliare, quali gli annunci funebri sui giornali [Fuchs 1973] o gli epitaffi nei monumenti cimiteriali [Cavicchia Scalamonti 1992]. La medesima asimmetria fra studi teorici e ricerca empirica si nota pure nella produzione sociologica contemporanea. Abbondano le opere che ricollegano la morte e il morire alle trasformazioni avvenute nelle idee e nei quadri socio-culturali dell’Occidente: basti pensare ai contributi offerti da Baudrillard [1979], Bauman [1995], Becker [1973], Elias [1989], Kearl [1989], Morin [1980] e altri. Le pochissime ricerche empiriche condotte sembrano scaturite da correnti micro-sociologiche desiderose di contestare i paradigmi “macro” dominante, specie lo struttural-funzionalismo: si pensi alle indagini di antropologi sui riti cimiteriali [Bendann 1969] e di etnometodologi sulle pratiche mediche adottate negli ospedali nei confronti dei malati terminali [Sudnow 1967; Prior 1989]. Ci si potrebbe interrogare sulle ragioni di questo scarso interesse dei sociologi a studiare empiricamente un evento che rappresenta la risposta della società alla suprema sfida rivoltale dalla natura. Com’è noto, nelle passate formazioni sociali si è annesso una tale importanza al morire da indurre interi gruppi umani ad erigere templi e monumenti grandiosi: taluni, come le piramidi, in grado di reggere la sfida dei millenni. C’è da chiedersi come mai oggi perfino la sociologia, che pure è maestra nel denunciare i condizionamenti sociali e culturali che pesano sull’attività di scienziati e ricercatori, non sembri sottrarsi ai nuovi imperativi e divieti sociali emergenti nella “post”-modernità. Stupisce il silenzio e la marginalità che nella società contemporanea circonda tutto ciò che riguarda la morte e il morire, e ciò conferma che si è formato un nuovo tabù, il quale appare tanto più paradossale e sorprendente in quanto alligna entro una formazione sociale, quella moderna, che ha fatto della libertà dell’individuo e della critica ai divieti e alle proibizioni della tradizione una delle sue più rinomate bandiere. Questo contributo, avvalendosi dei dati empirici raccolti con metodologie quanto-qualitative, vuole mettere a fuoco i cambiamenti in atto in una istituzione popolare –il «culto dei morti»–, osservato in un’area da tempo secolarizzata, qual è il Bolognese. Esso si basa su alcuni dati e riflessioni raccolte nel corso di due indagini sociologiche condotte nell’arco di un biennio (2001-2002) per conto dell’Istituto per la Storia della Chiesa di Bologna , su cui rendiconta il volume Nei luoghi dell’aldilà [Martelli e coll. 2005]. In questa sede ci si interrogherà sui mutamenti in atto nel culto dei morti in rapporto ai processi di socializzazione e di secolarizzazione. Si tratta di dinamiche fondamentali per la riproduzione della società e pertanto, se osservate in riferimento alle pratiche sociali sviluppatesi intorno alla morte e al morire, possono risultare rivelatrici delle tendenze in atto e aiutarci a decifrare l’avvenire. I dati, raccolti con metodologie differenti in rapporto ai diversi oggetti di ricerca –le visite alle tombe nei giorni 1 e 2 novembre in quattro cimiteri della Diocesi ...

Comportamenti socio-religiosi nei confronti dei defunti. Persistenze e cambiamenti in un'area de-secolarizzata, / Martelli S.. - In: STUDI DI SOCIOLOGIA. - ISSN 0039-291X. - STAMPA. - 1:(2006), pp. 21-39.

Comportamenti socio-religiosi nei confronti dei defunti. Persistenze e cambiamenti in un'area de-secolarizzata,

MARTELLI, STEFANO
2006

Abstract

Le trasformazioni della pietà popolare verso i defunti, intervenute negli ultimi decenni nel nostro Paese, sono ancora terreno pressoché inesplorato per la sociologia. Il comportamento sociale nei cimiteri, la ritualità dei piccoli gesti con cui la gente esprime valori credenze e sentimenti personali nei confronti dei cari estinti, i modi e le forme di socializzazione dei nuovi nati di fronte all’evento terminale e supremo della vita umana non sono ancora entrati nell’agenda degli studiosi del nostro Paese. I pochi sociologi italiani che finora si sono misurati con questo grande e terribile tema hanno preferito svolgere ricerche teoriche [Acquaviva 1990; Cavicchia Scalamonti 1991, Id. (a cura di) 1984] o, se si sono dedicati alla raccolta di dati empirici, hanno privilegiato le testimonianze scritte della pietà singola o famigliare, quali gli annunci funebri sui giornali [Fuchs 1973] o gli epitaffi nei monumenti cimiteriali [Cavicchia Scalamonti 1992]. La medesima asimmetria fra studi teorici e ricerca empirica si nota pure nella produzione sociologica contemporanea. Abbondano le opere che ricollegano la morte e il morire alle trasformazioni avvenute nelle idee e nei quadri socio-culturali dell’Occidente: basti pensare ai contributi offerti da Baudrillard [1979], Bauman [1995], Becker [1973], Elias [1989], Kearl [1989], Morin [1980] e altri. Le pochissime ricerche empiriche condotte sembrano scaturite da correnti micro-sociologiche desiderose di contestare i paradigmi “macro” dominante, specie lo struttural-funzionalismo: si pensi alle indagini di antropologi sui riti cimiteriali [Bendann 1969] e di etnometodologi sulle pratiche mediche adottate negli ospedali nei confronti dei malati terminali [Sudnow 1967; Prior 1989]. Ci si potrebbe interrogare sulle ragioni di questo scarso interesse dei sociologi a studiare empiricamente un evento che rappresenta la risposta della società alla suprema sfida rivoltale dalla natura. Com’è noto, nelle passate formazioni sociali si è annesso una tale importanza al morire da indurre interi gruppi umani ad erigere templi e monumenti grandiosi: taluni, come le piramidi, in grado di reggere la sfida dei millenni. C’è da chiedersi come mai oggi perfino la sociologia, che pure è maestra nel denunciare i condizionamenti sociali e culturali che pesano sull’attività di scienziati e ricercatori, non sembri sottrarsi ai nuovi imperativi e divieti sociali emergenti nella “post”-modernità. Stupisce il silenzio e la marginalità che nella società contemporanea circonda tutto ciò che riguarda la morte e il morire, e ciò conferma che si è formato un nuovo tabù, il quale appare tanto più paradossale e sorprendente in quanto alligna entro una formazione sociale, quella moderna, che ha fatto della libertà dell’individuo e della critica ai divieti e alle proibizioni della tradizione una delle sue più rinomate bandiere. Questo contributo, avvalendosi dei dati empirici raccolti con metodologie quanto-qualitative, vuole mettere a fuoco i cambiamenti in atto in una istituzione popolare –il «culto dei morti»–, osservato in un’area da tempo secolarizzata, qual è il Bolognese. Esso si basa su alcuni dati e riflessioni raccolte nel corso di due indagini sociologiche condotte nell’arco di un biennio (2001-2002) per conto dell’Istituto per la Storia della Chiesa di Bologna , su cui rendiconta il volume Nei luoghi dell’aldilà [Martelli e coll. 2005]. In questa sede ci si interrogherà sui mutamenti in atto nel culto dei morti in rapporto ai processi di socializzazione e di secolarizzazione. Si tratta di dinamiche fondamentali per la riproduzione della società e pertanto, se osservate in riferimento alle pratiche sociali sviluppatesi intorno alla morte e al morire, possono risultare rivelatrici delle tendenze in atto e aiutarci a decifrare l’avvenire. I dati, raccolti con metodologie differenti in rapporto ai diversi oggetti di ricerca –le visite alle tombe nei giorni 1 e 2 novembre in quattro cimiteri della Diocesi ...
2006
Comportamenti socio-religiosi nei confronti dei defunti. Persistenze e cambiamenti in un'area de-secolarizzata, / Martelli S.. - In: STUDI DI SOCIOLOGIA. - ISSN 0039-291X. - STAMPA. - 1:(2006), pp. 21-39.
Martelli S.
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