Il concetto di Alcolismo (AD) come malattia del cervello (Diana M., 2013) trova la sua articolazione nelle acquisizioni neuro scientifiche e nella loro applicazione nel setting clinico. Un elemento fondamentale di questo processo è stato la acquisizione della centralità del craving (desiderio irresistibile, compulsione…) nel mantenimento della dipendenza e nella genesi della ricaduta. La validazione di strumenti farmacologici e psicologici atti a contrastare il craving prevenendo la ricaduta nell’uso di alcol costituisce, oggi, un importante obiettivo nella ricerca e nella clinica. L’utilizzo del Sodio Ossibato (SO) o Acido Gamma-idrossibutirrico (GHB) come anti-astinenziale ed anti-craving si colloca nel contesto descritto. Il ventennale uso del GHB per il trattamento dell’alcolismo in Italia ha permesso di precisarne le caratteristiche, le indicazioni ed il potenziale di abuso e di definire le tipologie dei pazienti e le modalità di utilizzo che ne massimalizzano l’efficacia riducendone i rischi.

Il Gamma idrossibutirrato (GHB) nella ricerca e nella pratica clinica: efficacia e potenzialità d’abuso.

BERNARDI, MAURO
2013

Abstract

Il concetto di Alcolismo (AD) come malattia del cervello (Diana M., 2013) trova la sua articolazione nelle acquisizioni neuro scientifiche e nella loro applicazione nel setting clinico. Un elemento fondamentale di questo processo è stato la acquisizione della centralità del craving (desiderio irresistibile, compulsione…) nel mantenimento della dipendenza e nella genesi della ricaduta. La validazione di strumenti farmacologici e psicologici atti a contrastare il craving prevenendo la ricaduta nell’uso di alcol costituisce, oggi, un importante obiettivo nella ricerca e nella clinica. L’utilizzo del Sodio Ossibato (SO) o Acido Gamma-idrossibutirrico (GHB) come anti-astinenziale ed anti-craving si colloca nel contesto descritto. Il ventennale uso del GHB per il trattamento dell’alcolismo in Italia ha permesso di precisarne le caratteristiche, le indicazioni ed il potenziale di abuso e di definire le tipologie dei pazienti e le modalità di utilizzo che ne massimalizzano l’efficacia riducendone i rischi.
2013
Cibin M; Caputo F; Addolorato G; Bernardi M.
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