Questa ricerca ha lo scopo di esplorare le rappresentazioni riguardanti concetti come pulito, sporco, puro, impuro, concetti sui quali esiste una vasta letteratura antropologica e storica, ma meno esplorati nell’ambito della psicologia sociale. I concetti dicotomici di purezza e impurità, salute e malattia, pulizia e sporcizia hanno un ruolo di particolare rilievo in tutte le società umane (Douglas, 1970). Ciò dipende dal fatto che l‘essere umano, indipendentemente dall’epoca in cui vive, deve misurarsi e lottare contro minacce sia esterne (nemici e invasori) che interne (malattie e epidemie, ma anche pensieri divergenti, idee non codificate). Le categorie di puro ed impuro si basano su rappresentazioni socialmente condivise che hanno come punto di riferimento l’ordine costituito e le anomalie, le trasgressioni rispetto a questo stesso ordine. Anche le rappresentazioni di ciò che è pulito e di ciò che è sporco sono prodotti sociali situati storicamente, tanto che è possibile rinvenirne la straordinaria varietà di immagini e pratiche nel corso dei secoli per quanto riguarda la nostra cultura europea (Vigarello, 1985; Camporesi, 1995), come pure esse sono variabili a seconda della cultura di riferimento e, probabilmente, all’interno dello stesso contesto culturale a seconda dei livelli sociali. Questa ricerca esplorativa è stata condotta su di un campione di 171 laureati, partecipanti ad un corso di specializzazione post-laurea, 31% maschi e 69% di femmine, età media 28 anni. La metodologia utilizzata è di tipo quantitativo e si di:1.una prova di associazioni libere sulle parole-stimolo “pulito”, “sporco”, “puro”, “impuro”.2.una scala di concezioni riguardanti l’idea di pulito e di sporco rispetto a pratiche igieniche, a contatti interpersonali, a visioni generali riguardanti le differenze fra culture diverse.3.il Portrait Value Questionnaire, nell’ipotesi che concezioni di pulito/sporco si correlino a diversi orientamenti valoriali. Ai soggetti, inoltre, è stato chiesto di esprimere la propria collocazione politica, l’importanza della politica nella propria vita, l’appartenenza ad una confessione religiosa e l’importanza della religione nella propria vita. I principali risultati mostrano tre rappresentazioni differenziate di pulizia: la prima centrata prevalentemente sull’igiene personale, la seconda che insiste su aspetti igienici ma anche di distinzione rispetto a culture più o meno sviluppate, la terza che lega esplicitamente l’idea di sporco ad alcuni gruppi sociali minoritari e stigmatizzati (zingari, immigrati, vecchi, gente di colore). Rispetto a queste concezioni e all’adesione al mondo valoriale, i soggetti si presentano distinti in tre gruppi: 1) i “perbenisti” che presentano una concezione “purista” di pulizia, nel senso che oltre agli aspetti igienici vi è riferimento a valori di civiltà. Nella scala di Schwartz questi soggetti appaiono sensibili a valori che riguardano lo status sociale e il controllo sugli altri. Si tratta dei soggetti più religiosi del campione; 2) i “soggetti con pregiudizi” che presentano una concezione di pulizia molto centrata sull’igiene, ma anche sul giudizio negativo rispetto a categorie deboli socialmente. Nella scala di Schwartz sono orientati maggiormente verso il rispetto per le tradizioni, la stabilità sociale e l’affermazione personale. Politicamente appaiono orientati come i soggetti del gruppo precedente verso il centro (e i meno orientati a sinistra di un campione tendenzialmente di sinistra); 3) i soggetti da noi definiti “equilibrati” che mostrano le medie più basse nell’ANOVA svolta sulle tre concezioni di pulizia, condividono valori più orientati verso l’universalismo e meno sui valori tradizionali e relativi all’affermazione personale. Politicamente sono quelli più a sinistra nel campione considerato e sono i meno religiosi.
G. Speltini, D. Morselli (2006). Puro e impuro, sporco e pulito: rappresentazioni, valori e orientamento politico-riligioso. s.l : s.n.
Puro e impuro, sporco e pulito: rappresentazioni, valori e orientamento politico-riligioso
SPELTINI, GIUSEPPINA;MORSELLI, DAVIDE
2006
Abstract
Questa ricerca ha lo scopo di esplorare le rappresentazioni riguardanti concetti come pulito, sporco, puro, impuro, concetti sui quali esiste una vasta letteratura antropologica e storica, ma meno esplorati nell’ambito della psicologia sociale. I concetti dicotomici di purezza e impurità, salute e malattia, pulizia e sporcizia hanno un ruolo di particolare rilievo in tutte le società umane (Douglas, 1970). Ciò dipende dal fatto che l‘essere umano, indipendentemente dall’epoca in cui vive, deve misurarsi e lottare contro minacce sia esterne (nemici e invasori) che interne (malattie e epidemie, ma anche pensieri divergenti, idee non codificate). Le categorie di puro ed impuro si basano su rappresentazioni socialmente condivise che hanno come punto di riferimento l’ordine costituito e le anomalie, le trasgressioni rispetto a questo stesso ordine. Anche le rappresentazioni di ciò che è pulito e di ciò che è sporco sono prodotti sociali situati storicamente, tanto che è possibile rinvenirne la straordinaria varietà di immagini e pratiche nel corso dei secoli per quanto riguarda la nostra cultura europea (Vigarello, 1985; Camporesi, 1995), come pure esse sono variabili a seconda della cultura di riferimento e, probabilmente, all’interno dello stesso contesto culturale a seconda dei livelli sociali. Questa ricerca esplorativa è stata condotta su di un campione di 171 laureati, partecipanti ad un corso di specializzazione post-laurea, 31% maschi e 69% di femmine, età media 28 anni. La metodologia utilizzata è di tipo quantitativo e si di:1.una prova di associazioni libere sulle parole-stimolo “pulito”, “sporco”, “puro”, “impuro”.2.una scala di concezioni riguardanti l’idea di pulito e di sporco rispetto a pratiche igieniche, a contatti interpersonali, a visioni generali riguardanti le differenze fra culture diverse.3.il Portrait Value Questionnaire, nell’ipotesi che concezioni di pulito/sporco si correlino a diversi orientamenti valoriali. Ai soggetti, inoltre, è stato chiesto di esprimere la propria collocazione politica, l’importanza della politica nella propria vita, l’appartenenza ad una confessione religiosa e l’importanza della religione nella propria vita. I principali risultati mostrano tre rappresentazioni differenziate di pulizia: la prima centrata prevalentemente sull’igiene personale, la seconda che insiste su aspetti igienici ma anche di distinzione rispetto a culture più o meno sviluppate, la terza che lega esplicitamente l’idea di sporco ad alcuni gruppi sociali minoritari e stigmatizzati (zingari, immigrati, vecchi, gente di colore). Rispetto a queste concezioni e all’adesione al mondo valoriale, i soggetti si presentano distinti in tre gruppi: 1) i “perbenisti” che presentano una concezione “purista” di pulizia, nel senso che oltre agli aspetti igienici vi è riferimento a valori di civiltà. Nella scala di Schwartz questi soggetti appaiono sensibili a valori che riguardano lo status sociale e il controllo sugli altri. Si tratta dei soggetti più religiosi del campione; 2) i “soggetti con pregiudizi” che presentano una concezione di pulizia molto centrata sull’igiene, ma anche sul giudizio negativo rispetto a categorie deboli socialmente. Nella scala di Schwartz sono orientati maggiormente verso il rispetto per le tradizioni, la stabilità sociale e l’affermazione personale. Politicamente appaiono orientati come i soggetti del gruppo precedente verso il centro (e i meno orientati a sinistra di un campione tendenzialmente di sinistra); 3) i soggetti da noi definiti “equilibrati” che mostrano le medie più basse nell’ANOVA svolta sulle tre concezioni di pulizia, condividono valori più orientati verso l’universalismo e meno sui valori tradizionali e relativi all’affermazione personale. Politicamente sono quelli più a sinistra nel campione considerato e sono i meno religiosi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.