L'inclusione delle persone disabili si realizza all'interno del contesto in cui realizzano il loro progetto di vita. Partendo dal concetto di benessere dell'individuo, a cui si collega l'idea di gruppo classe come funzione di sistema, l'articolo presenta un percorso educativo che enfatizza il contesto all'interno del quale il bambino disabile deve educare ed educarsi all'inclusione, non con le sue sole forze ma con le forze degli altri. Educare un gruppo di bambini all'inclusione, significa sviluppare una affettiità positiva che partea dalla conoscenza del compagno diabile e delle sue problematiche. Le strategie, allora, devono ispirarsi al concetto di nicchia di sviluppo che, rispettando la caratteristica ecologica dell'ambiente, realizzi due strategie fondamentali: evitare l'appiattimento delle esperienze dei bambini normodotati, per escludere situazioni negaive di svilimento e pietismo, realizzare attività in cui le competenze richieste al disabile impegnino significativamente i suoi compagni. Si tratta, in fondo, di sostenere la prospettiva secondo cui il bambino disabile entra nel mondo dei suoi compegni ma questi, a loro volta, entrano nel mondo del disabile, per comprendere le sue strategie di approccio e adattamento al vivere quotidiano. Il gioco diviene situazione elettiva per questo tipo di approccio, ambito elettivo che coinvolge tutti i bambini senza esclusioni e forzature esterne. Giocare con gli occhi bendati, per includere un bambino cieco, è una strategia propositiva che, inve e di attenuare il lievllo di performance richiesto, crea situaizoni che valorizzano le competneze del disabile richiedendo impegno al normodotato. Tali esperienze sensibilizzano i bambini verso le problematiche del disabile, valorizzandono le potenzialità e accrescendo il senso di empatia reciproca. L'esperienza descritta vuole essere un esempio di buona pratica inclusiva dove due mondi si incontrano scoprendo i legami reciproci che solo la non conoscenza nasconde ai più impedendo la scoperta di un mondo interiore che unisce e integra tutte le diversità.

Cappi C., Orlando A.M., Ceciliani A. (2014). Giocare l'inclusione con l'Orienteering: dall'indoor all'Outdoor Education nella scuola dell'infanzia. Parte seconda: le proposte outdoor. INFANZIA, 3(maggio-giugno), 218-224.

Giocare l'inclusione con l'Orienteering: dall'indoor all'Outdoor Education nella scuola dell'infanzia. Parte seconda: le proposte outdoor

CECILIANI, ANDREA
2014

Abstract

L'inclusione delle persone disabili si realizza all'interno del contesto in cui realizzano il loro progetto di vita. Partendo dal concetto di benessere dell'individuo, a cui si collega l'idea di gruppo classe come funzione di sistema, l'articolo presenta un percorso educativo che enfatizza il contesto all'interno del quale il bambino disabile deve educare ed educarsi all'inclusione, non con le sue sole forze ma con le forze degli altri. Educare un gruppo di bambini all'inclusione, significa sviluppare una affettiità positiva che partea dalla conoscenza del compagno diabile e delle sue problematiche. Le strategie, allora, devono ispirarsi al concetto di nicchia di sviluppo che, rispettando la caratteristica ecologica dell'ambiente, realizzi due strategie fondamentali: evitare l'appiattimento delle esperienze dei bambini normodotati, per escludere situazioni negaive di svilimento e pietismo, realizzare attività in cui le competenze richieste al disabile impegnino significativamente i suoi compagni. Si tratta, in fondo, di sostenere la prospettiva secondo cui il bambino disabile entra nel mondo dei suoi compegni ma questi, a loro volta, entrano nel mondo del disabile, per comprendere le sue strategie di approccio e adattamento al vivere quotidiano. Il gioco diviene situazione elettiva per questo tipo di approccio, ambito elettivo che coinvolge tutti i bambini senza esclusioni e forzature esterne. Giocare con gli occhi bendati, per includere un bambino cieco, è una strategia propositiva che, inve e di attenuare il lievllo di performance richiesto, crea situaizoni che valorizzano le competneze del disabile richiedendo impegno al normodotato. Tali esperienze sensibilizzano i bambini verso le problematiche del disabile, valorizzandono le potenzialità e accrescendo il senso di empatia reciproca. L'esperienza descritta vuole essere un esempio di buona pratica inclusiva dove due mondi si incontrano scoprendo i legami reciproci che solo la non conoscenza nasconde ai più impedendo la scoperta di un mondo interiore che unisce e integra tutte le diversità.
2014
Cappi C., Orlando A.M., Ceciliani A. (2014). Giocare l'inclusione con l'Orienteering: dall'indoor all'Outdoor Education nella scuola dell'infanzia. Parte seconda: le proposte outdoor. INFANZIA, 3(maggio-giugno), 218-224.
Cappi C.; Orlando A.M.; Ceciliani A.
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