Al genere Lavandula appartengono circa 40 specie, originarie del Bacino del Mediterraneo, dove crescono spontaneamente. In Italia, oltre alla lavanda vera (Lavandula vera DC.), vengono coltivati anche ibridi di lavandino (Lavandula hybrida Rev.: L. angustifolia Miller x L. latifolia Med.), prevalentemente per l’estrazione dell’olio essenziale (Bellardi et al., 2005). Questi oli svolgono una serie di attività documentate, quali antispasmodica, carminativa, diuretica, sedativa, antidepressiva e antiinfiammatoria; in particolare, l’impiego dell’olio essenziale di lavanda è diffuso nella medicina complementare, nell’aromaterapia e in numerosi prodotti cosmetici (Hanamanthagouda et al., 2010). A questi oli essenziali vengono anche attribuite proprietà antimicrobiche ed essi sono stati impiegati come agenti antisettici, singolarmente o in combinazione con altri oli, tuttavia gli studi a riguardo sono limitati (de Rapper et al., 2013). Numerosi oli essenziali sono stati proposti come agenti antiossidanti e antimicrobici naturali, applicabili anche su alimenti, nell’ambito di strategie di bioconservazione. In particolare oli di origano, cannella e timo si sono dimostrati particolarmente efficaci nei confronti di patogeni come Listeria monocytogenes (Paparella et al., 2008), un importante patogeno di origine alimentare, tra le principali cause di ospedalizzazione, diffuso in prodotti ready-to-eat, prodotti carnei, ittici, lattiero-caseari e vegetali. I vantaggi derivanti dall’impiego degli oli essenziali in preparazioni alimentari sono molteplici: è possibile migliorare la sicurezza del prodotto, ridurre il numero di microrganismi alteranti, estendendo la vita conservativa del prodotto, al contempo riducendo o eliminando i conservanti chimici, promuovendo l’immagine “green” del prodotto (Serio et al., 2014). In particolare, a fronte della crescente diffusione di fenomeni di antibiotico-resistenza in microrganismi patogeni, è stato dimostrato che gli oli essenziali non inducono resistenza, con indiscutibili effetti positivi. Alla luce di quanto descritto, l’obiettivo del lavoro sperimentale ha riguardato la valutazione dell’attività antimicrobica di olio essenziale di lavanda e di quattro ibridi di lavandino nei confronti di 22 ceppi di List. monocytogenes, di origine alimentare e clinica, e di due ceppi tipo.
Annalisa Serio, Maria Grazia Bellardi, Clemencia Chaves López, Vincenzo Savini3, Giovanni Mazzarrino, Marco Sulpizii, et al. (2014). POTENZIALI APPLICAZIONI DI OLI ESSENZIALI DI LAVANDA E LAVANDINO COME CONSERVANTI ANTIMICROBICI. Imola : SIROE e SIF.
POTENZIALI APPLICAZIONI DI OLI ESSENZIALI DI LAVANDA E LAVANDINO COME CONSERVANTI ANTIMICROBICI
BELLARDI, MARIA GRAZIA;
2014
Abstract
Al genere Lavandula appartengono circa 40 specie, originarie del Bacino del Mediterraneo, dove crescono spontaneamente. In Italia, oltre alla lavanda vera (Lavandula vera DC.), vengono coltivati anche ibridi di lavandino (Lavandula hybrida Rev.: L. angustifolia Miller x L. latifolia Med.), prevalentemente per l’estrazione dell’olio essenziale (Bellardi et al., 2005). Questi oli svolgono una serie di attività documentate, quali antispasmodica, carminativa, diuretica, sedativa, antidepressiva e antiinfiammatoria; in particolare, l’impiego dell’olio essenziale di lavanda è diffuso nella medicina complementare, nell’aromaterapia e in numerosi prodotti cosmetici (Hanamanthagouda et al., 2010). A questi oli essenziali vengono anche attribuite proprietà antimicrobiche ed essi sono stati impiegati come agenti antisettici, singolarmente o in combinazione con altri oli, tuttavia gli studi a riguardo sono limitati (de Rapper et al., 2013). Numerosi oli essenziali sono stati proposti come agenti antiossidanti e antimicrobici naturali, applicabili anche su alimenti, nell’ambito di strategie di bioconservazione. In particolare oli di origano, cannella e timo si sono dimostrati particolarmente efficaci nei confronti di patogeni come Listeria monocytogenes (Paparella et al., 2008), un importante patogeno di origine alimentare, tra le principali cause di ospedalizzazione, diffuso in prodotti ready-to-eat, prodotti carnei, ittici, lattiero-caseari e vegetali. I vantaggi derivanti dall’impiego degli oli essenziali in preparazioni alimentari sono molteplici: è possibile migliorare la sicurezza del prodotto, ridurre il numero di microrganismi alteranti, estendendo la vita conservativa del prodotto, al contempo riducendo o eliminando i conservanti chimici, promuovendo l’immagine “green” del prodotto (Serio et al., 2014). In particolare, a fronte della crescente diffusione di fenomeni di antibiotico-resistenza in microrganismi patogeni, è stato dimostrato che gli oli essenziali non inducono resistenza, con indiscutibili effetti positivi. Alla luce di quanto descritto, l’obiettivo del lavoro sperimentale ha riguardato la valutazione dell’attività antimicrobica di olio essenziale di lavanda e di quattro ibridi di lavandino nei confronti di 22 ceppi di List. monocytogenes, di origine alimentare e clinica, e di due ceppi tipo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


