Analizzando la trascrizione dei dialoghi fra regista e attori durante le prove de La congiura di Prosperi (1960), il saggio individua le caratteristiche dell'attore/interprete perseguito da Squarzina. Questi non è uno specialista della parola, ma un organismo pensante che reagisce alle parole: sia a quelle drammatiche, scritte dall'autore, che a quelle che il regista pronuncia interagendo con l'interpretazione del personaggio. Il luogo in cui la parte viene progressivamente scoperta e definita è quello delle prove in scena, nel corso delle quali il pensiero in azione dell'attore dialoga con il pensiero critico del regista, che, specularmente, non ha per oggetto esclusivo la comprensione analitica del testo ma le risultanti empiriche e culturali che si sviluppano da due lavori concomitanti: il proprio e quello dell'interprete. Il saggio esamina inoltre come la contrapposizione fra Squarzina e Vilar (demiurgico cultore delle prove a tavolino), e l'eclissi della pagina scritta a tutto favore della «pagina-scena» contengano cariche di senso ancora inesplorate e più che mai attuali. La mobilitazione diretta degli attori, che interagiscono col regista interpretando all'impronta il suo linguaggio e il testo, è infatti un antidoto permanente ad una debolezza altrettanto permanente della regia critica. Mi riferisco, citando Meldolesi, a «l'aver programmaticamente separato l'ambito della professionalità da quello delle idee».

Gerardo Guccini (2013). Quando l'innovazione era plurale. Squarzina nell'officina di "Sipario". Roma : Accademia Nazionale dei Lincei.

Quando l'innovazione era plurale. Squarzina nell'officina di "Sipario"

GUCCINI, GERARDO
2013

Abstract

Analizzando la trascrizione dei dialoghi fra regista e attori durante le prove de La congiura di Prosperi (1960), il saggio individua le caratteristiche dell'attore/interprete perseguito da Squarzina. Questi non è uno specialista della parola, ma un organismo pensante che reagisce alle parole: sia a quelle drammatiche, scritte dall'autore, che a quelle che il regista pronuncia interagendo con l'interpretazione del personaggio. Il luogo in cui la parte viene progressivamente scoperta e definita è quello delle prove in scena, nel corso delle quali il pensiero in azione dell'attore dialoga con il pensiero critico del regista, che, specularmente, non ha per oggetto esclusivo la comprensione analitica del testo ma le risultanti empiriche e culturali che si sviluppano da due lavori concomitanti: il proprio e quello dell'interprete. Il saggio esamina inoltre come la contrapposizione fra Squarzina e Vilar (demiurgico cultore delle prove a tavolino), e l'eclissi della pagina scritta a tutto favore della «pagina-scena» contengano cariche di senso ancora inesplorate e più che mai attuali. La mobilitazione diretta degli attori, che interagiscono col regista interpretando all'impronta il suo linguaggio e il testo, è infatti un antidoto permanente ad una debolezza altrettanto permanente della regia critica. Mi riferisco, citando Meldolesi, a «l'aver programmaticamente separato l'ambito della professionalità da quello delle idee».
2013
Luigi Squarzina. Studioso, drammaturgo e regista teatrale.
307
320
Gerardo Guccini (2013). Quando l'innovazione era plurale. Squarzina nell'officina di "Sipario". Roma : Accademia Nazionale dei Lincei.
Gerardo Guccini
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