Il saggio è dedicato alla particolare relazione di potere instaurata dal testo narrativo. Suo campo d’indagine è il circuito comunicativo istituito dall’opera, nella triangolazione funzionale tra le parti in causa della relazione: il narratore come soggetto di potere, il testo come dispositivo retorico, e il lettore come destinatario e garante ultimo del senso. Dopo una breve parte introduttiva che descrive la “rinascita della retorica” nella seconda metà del Novecento, con particolare attenzione all’estetica della ricezione, il discorso si concentra sul “potere delle parole” e analizza tre testi campione, accomunati da una serie di tangenze tematiche e formali: Lolita di Vladimir Nabokov (1955), Money di Martin Amis (1984) e Le Benevole di Jonathan Littell (2006). In tutti e tre i casi, l’effetto retorico del testo si fonda sull’invenzione di una particolare voce narrante e sul rapporto estremamente vischioso che stabilisce con il lettore: rapporto fatto di antagonismo e complicità, seduzione e persuasione, con cui il lettore viene reso partecipe e invocato come un fratello, ma un fratello ambiguo e inaffidabile, il cui archetipo si trova nell’ultimo verso del poema d’apertura delle Fleurs du mal: «hypocrite lecteur – mon semblable, mon frère».

«Reader! Bruder!»: Retorica della narrazione e retorica della lettura

BERTONI, FEDERICO
2014

Abstract

Il saggio è dedicato alla particolare relazione di potere instaurata dal testo narrativo. Suo campo d’indagine è il circuito comunicativo istituito dall’opera, nella triangolazione funzionale tra le parti in causa della relazione: il narratore come soggetto di potere, il testo come dispositivo retorico, e il lettore come destinatario e garante ultimo del senso. Dopo una breve parte introduttiva che descrive la “rinascita della retorica” nella seconda metà del Novecento, con particolare attenzione all’estetica della ricezione, il discorso si concentra sul “potere delle parole” e analizza tre testi campione, accomunati da una serie di tangenze tematiche e formali: Lolita di Vladimir Nabokov (1955), Money di Martin Amis (1984) e Le Benevole di Jonathan Littell (2006). In tutti e tre i casi, l’effetto retorico del testo si fonda sull’invenzione di una particolare voce narrante e sul rapporto estremamente vischioso che stabilisce con il lettore: rapporto fatto di antagonismo e complicità, seduzione e persuasione, con cui il lettore viene reso partecipe e invocato come un fratello, ma un fratello ambiguo e inaffidabile, il cui archetipo si trova nell’ultimo verso del poema d’apertura delle Fleurs du mal: «hypocrite lecteur – mon semblable, mon frère».
2014
BERTONI F.
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