L'idea di un accostamento dei comici al teatro di Giulio Camillo non è del tutto nuova. Ferruccio Marotti nella prima edizione moderna del Teatro delle favole rappresentative di Flaminio Scala l'ha avanzata per quanto riguarda il senso universale e totalizzante dell'opera. E quanto lo Scala fosse (almeno) vicino ai Gelosi, o meglio, a Francesco Andreini, che fu alla guida dei Gelosi, è noto. Ma quest'accostamento non è forse solo teorico: a mio avviso anche l'idea di un'influenza precisa esercitata dalle teorie di Giulio Camillo sul teatro nascente (e non solo nascente: un successivo intervento sarà dedicato proprio allo Scala e ai Gelosi) merita di essere esplorata. Intorno allo Scala e agli Andreini sembra essere nata un'idea clamorosamente nuova dei comici e del teatro. Fra i commedianti delle primissime compagnie e i Gelosi pare aprirsi un'enorme distanza di virtuosismo e di cultura. Ferdinando Taviani ha spiegato questo salto con l'introduzione delle donne nelle compagnie: come meretrices honestae, esse avevano un'ampia padronanza degli strumenti della cultura “alta”. Ma forse non è tutto. Possiamo ricondurre questa novità, almeno in parte, a una consapevole filiazione dei comici dall'opera di Giulio Camillo, e in particolare da quel suo teatro di immagini a cui era affidato l'arduo compito della “trasmutazione” e perfino della “deificazione” dell'uomo? La presente ricerca indaga questa possibilità.

Il teatro di Giulio Camillo e il teatro dei comici: un'ipotesi / Elena Tamburini. - STAMPA. - (2014), pp. 1-14. (Intervento presentato al convegno Convegno in onore di Angela Paladini Volterra tenutosi a Roma nel 3-4 ottobre 2013).

Il teatro di Giulio Camillo e il teatro dei comici: un'ipotesi

TAMBURINI, ELENA
2014

Abstract

L'idea di un accostamento dei comici al teatro di Giulio Camillo non è del tutto nuova. Ferruccio Marotti nella prima edizione moderna del Teatro delle favole rappresentative di Flaminio Scala l'ha avanzata per quanto riguarda il senso universale e totalizzante dell'opera. E quanto lo Scala fosse (almeno) vicino ai Gelosi, o meglio, a Francesco Andreini, che fu alla guida dei Gelosi, è noto. Ma quest'accostamento non è forse solo teorico: a mio avviso anche l'idea di un'influenza precisa esercitata dalle teorie di Giulio Camillo sul teatro nascente (e non solo nascente: un successivo intervento sarà dedicato proprio allo Scala e ai Gelosi) merita di essere esplorata. Intorno allo Scala e agli Andreini sembra essere nata un'idea clamorosamente nuova dei comici e del teatro. Fra i commedianti delle primissime compagnie e i Gelosi pare aprirsi un'enorme distanza di virtuosismo e di cultura. Ferdinando Taviani ha spiegato questo salto con l'introduzione delle donne nelle compagnie: come meretrices honestae, esse avevano un'ampia padronanza degli strumenti della cultura “alta”. Ma forse non è tutto. Possiamo ricondurre questa novità, almeno in parte, a una consapevole filiazione dei comici dall'opera di Giulio Camillo, e in particolare da quel suo teatro di immagini a cui era affidato l'arduo compito della “trasmutazione” e perfino della “deificazione” dell'uomo? La presente ricerca indaga questa possibilità.
2014
Culture del Teatro moderno e contemporaneo. Per Angela Paladini Volterra, Atti delle Giornate di Studi, Roma, 3-4 ottobre 2013
1
14
Il teatro di Giulio Camillo e il teatro dei comici: un'ipotesi / Elena Tamburini. - STAMPA. - (2014), pp. 1-14. (Intervento presentato al convegno Convegno in onore di Angela Paladini Volterra tenutosi a Roma nel 3-4 ottobre 2013).
Elena Tamburini
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/295913
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