Chi di noi non conosce la lentaggine (Vuburnum tinus), una delle più belle essenze mediterranee? La si incontra facilmente nelle aree boschive coperte dalle ombrose fronde dei lecci, oppure lungo le coste della nostra penisola, finanche al mare. Ovunque ci giriamo, anche in città, ci imbattiamo in qualche specie di Viburnum (V. opulus, V. lantana, V. davidii, ecc.), ma la lentaggine la si riconosce subito per il fogliame verde scuro, i piccoli fiori rosati prima della fioritura e poi rosa, i frutti bluastri dai riflessi quasi metallici a maturità. Molti pregi… Tanta diffusione non ci meraviglia, dato che da tempo la lentaggine viene utilizzata dagli ibridatori per generare cultivar dai fogliami ancora più lucenti e dalle fioriture profumate, senza mai rinunciare alla rusticità. Chi ha una lentaggine sa bene che quest’arbusto cresce nella normale terra da giardino e non soffre se per lungo tempo ci si dimentica di annaffiarlo. Altro grande pregio, apprezzato da chi ama la riservatezza, è che si presta alla realizzazione di siepi impenetrabili: basta potarlo molto, in modo da compattarne la crescita per creare un vero e proprio schermo vegetale. …un solo difetto Ovviamente, la lentaggine non è immune da malattie, ma, fra le tante di origine fungina, una sola è veramente pericolosa, la verticilliosi da Verticillium dahliae, tracheomicosi che causa un forte e progressivo deperimento della pianta che arresta la crescita, perde le foglie, mentre i rametti si seccano, dapprima quelli secondari e poi quelli più importanti. Nei casi meno gravi, è coinvolta solo una parte della chioma; al contrario, tutta la pianta può avere un tracollo completo, con avvizzimento ed appassimento. Le radici, nelle prime fasi della malattia, non risultano alterate. L’avvizzimento è dovuto all’occlusione, da parte del fungo, dei vasi linfatici: un leggero scorticamento della parte basale del fusto evidenzia tessuti sottocorticali caratteristicamente scuri. …ed un solo rimedio La malattia, più evidente in presenza di temperature elevate, è di difficile contenimento. Si consiglia di eliminare e bruciare le piante infette, provvedendo immediatamente a irrorazioni radicali con Procloraz (Octave), alquanto indicato per il controllo dei marciumi radicali e del colletto (Fusarium, Verticillium, Sclerotinia) degli arbusti ornamentali, impiegando il prodotto per la disinfezione del terreno alla dose di 15 g per 100 m2 oppure per trattamenti fogliari alla dose di 50-100 g per ettolitro di acqua.

M.G.Bellardi (2014). Il viburno avvizzisce. GIARDINI, 267, 58-58.

Il viburno avvizzisce

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2014

Abstract

Chi di noi non conosce la lentaggine (Vuburnum tinus), una delle più belle essenze mediterranee? La si incontra facilmente nelle aree boschive coperte dalle ombrose fronde dei lecci, oppure lungo le coste della nostra penisola, finanche al mare. Ovunque ci giriamo, anche in città, ci imbattiamo in qualche specie di Viburnum (V. opulus, V. lantana, V. davidii, ecc.), ma la lentaggine la si riconosce subito per il fogliame verde scuro, i piccoli fiori rosati prima della fioritura e poi rosa, i frutti bluastri dai riflessi quasi metallici a maturità. Molti pregi… Tanta diffusione non ci meraviglia, dato che da tempo la lentaggine viene utilizzata dagli ibridatori per generare cultivar dai fogliami ancora più lucenti e dalle fioriture profumate, senza mai rinunciare alla rusticità. Chi ha una lentaggine sa bene che quest’arbusto cresce nella normale terra da giardino e non soffre se per lungo tempo ci si dimentica di annaffiarlo. Altro grande pregio, apprezzato da chi ama la riservatezza, è che si presta alla realizzazione di siepi impenetrabili: basta potarlo molto, in modo da compattarne la crescita per creare un vero e proprio schermo vegetale. …un solo difetto Ovviamente, la lentaggine non è immune da malattie, ma, fra le tante di origine fungina, una sola è veramente pericolosa, la verticilliosi da Verticillium dahliae, tracheomicosi che causa un forte e progressivo deperimento della pianta che arresta la crescita, perde le foglie, mentre i rametti si seccano, dapprima quelli secondari e poi quelli più importanti. Nei casi meno gravi, è coinvolta solo una parte della chioma; al contrario, tutta la pianta può avere un tracollo completo, con avvizzimento ed appassimento. Le radici, nelle prime fasi della malattia, non risultano alterate. L’avvizzimento è dovuto all’occlusione, da parte del fungo, dei vasi linfatici: un leggero scorticamento della parte basale del fusto evidenzia tessuti sottocorticali caratteristicamente scuri. …ed un solo rimedio La malattia, più evidente in presenza di temperature elevate, è di difficile contenimento. Si consiglia di eliminare e bruciare le piante infette, provvedendo immediatamente a irrorazioni radicali con Procloraz (Octave), alquanto indicato per il controllo dei marciumi radicali e del colletto (Fusarium, Verticillium, Sclerotinia) degli arbusti ornamentali, impiegando il prodotto per la disinfezione del terreno alla dose di 15 g per 100 m2 oppure per trattamenti fogliari alla dose di 50-100 g per ettolitro di acqua.
2014
M.G.Bellardi (2014). Il viburno avvizzisce. GIARDINI, 267, 58-58.
M.G.Bellardi
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