TSWV è presente in tutto il mondo ed infetta piante orticole e ornamentali, sia coltivate che spontanee: più di 1000 specie botaniche appartenenti a 15 famiglie di monocotiledoni e 69 famiglie di dicotiledoni. In Italia è stato individuato per la prima volta nel 1989 e da allora si sono succeduti decine e decine di casi in tutte le regioni italiane, coinvolgendo anche coltivazioni di specie officinali. Purtroppo, le malattie da tospovirus sono quasi sempre letali, il che comporta danni economico-produttivi di rilievo. Infatti, i sintomi indotti da TWSV (del tutto simili a quelli dovuti a INSV) sono riconducibili a necrosi, imbrunimenti fogliari circoscritti (spots), in molti casi confluenti in aree più estese, ed anulature concentriche, tali da rendere la pianta non più commercializzabile. Anche per TSWV vale il discorso dell’aspecificità dei sintomi, con conseguenti inevitabili ritardi in termini di diagnosi e profilassi. Escludendo al momento la trasmissione dei tospovirus per seme, la via primaria di diffusione in Natura è quella che si avvale di tripidi, primo fra tutti Frankliniella occidentalis. Tra le associazioni virus-insetto vettore, il rapporto tospovirus-tripide è particolare, in quanto il virus può essere acquisito solo dalle neanidi (di seconda età), per poter essere poi trasmesso sia dalle neanidi che dagli adulti. Questi ultimi possono spostarsi autonomamente, oppure essere trasportati dal vento anche a lunga distanza e diffondere facilmente l’infezione. Di seguito vengono descritti alcuni dei casi personalmente affrontati negli ultimi anni soprattutto in Liguria, regione in cui la capillare diffusione di TSWV e dei tripidi è favorita dalla stretta vicinanza di piccole coltivazioni all’aperto di molte specie suscettibili al virus e ricovero dei vettori naturali, cui si aggiunge una scarsa manutenzione delle zone limitrofe, ricche d’infestanti che contribuiscono alla conservazione di TSWV ed alla proliferazione dei tripidi.

Specie ornamentali infette da TSWV in Italia

BELLARDI, MARIA GRAZIA;CAVICCHI, LISA;
2014

Abstract

TSWV è presente in tutto il mondo ed infetta piante orticole e ornamentali, sia coltivate che spontanee: più di 1000 specie botaniche appartenenti a 15 famiglie di monocotiledoni e 69 famiglie di dicotiledoni. In Italia è stato individuato per la prima volta nel 1989 e da allora si sono succeduti decine e decine di casi in tutte le regioni italiane, coinvolgendo anche coltivazioni di specie officinali. Purtroppo, le malattie da tospovirus sono quasi sempre letali, il che comporta danni economico-produttivi di rilievo. Infatti, i sintomi indotti da TWSV (del tutto simili a quelli dovuti a INSV) sono riconducibili a necrosi, imbrunimenti fogliari circoscritti (spots), in molti casi confluenti in aree più estese, ed anulature concentriche, tali da rendere la pianta non più commercializzabile. Anche per TSWV vale il discorso dell’aspecificità dei sintomi, con conseguenti inevitabili ritardi in termini di diagnosi e profilassi. Escludendo al momento la trasmissione dei tospovirus per seme, la via primaria di diffusione in Natura è quella che si avvale di tripidi, primo fra tutti Frankliniella occidentalis. Tra le associazioni virus-insetto vettore, il rapporto tospovirus-tripide è particolare, in quanto il virus può essere acquisito solo dalle neanidi (di seconda età), per poter essere poi trasmesso sia dalle neanidi che dagli adulti. Questi ultimi possono spostarsi autonomamente, oppure essere trasportati dal vento anche a lunga distanza e diffondere facilmente l’infezione. Di seguito vengono descritti alcuni dei casi personalmente affrontati negli ultimi anni soprattutto in Liguria, regione in cui la capillare diffusione di TSWV e dei tripidi è favorita dalla stretta vicinanza di piccole coltivazioni all’aperto di molte specie suscettibili al virus e ricovero dei vettori naturali, cui si aggiunge una scarsa manutenzione delle zone limitrofe, ricche d’infestanti che contribuiscono alla conservazione di TSWV ed alla proliferazione dei tripidi.
2014
M.G.Bellardi; L.Cavicchi; G.Parrella
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