Il contributo analizza la disciplina del collocamento a riposo per raggiunto limite anagrafico massimo nell'impiego pubblico sopravvenuta tramite l'interpretazione autentica di cui all'art 2 del d.l. (c.d. D'Alia) n. 101/2013. Quest'ultima disposizione ha ripristinato l'età massima generale di 65 anni di servizio nell'impiego pubblico. Come segnala la primissima giurisprudenza intervenuta, i principali interrogativi ermeneutici attengono alla pretesa efficacia retroattiva di tale disposto, la quale pare in contrasto con requisiti che la giurisprudenza della Corte di Strasburgo pretende ai fini del rispetto del principio del giusto processo di cui all'art. 6 della Cedu. Il contributo si conclude con una considerazione di ordine generale critica sull'utilizzo, ai fini di una (apparente) riduzione del costo del lavoro pubblico, del pensionamento volontario (ove in deroga ai requisiti previdenziali minimi vigenti) o coattivo (qualora per raggiungimento di un limite anagrafico massimo che risulti inferiore alla età necessaria alla pensione di vecchiaia).
Casale, D. (2013). L’interpretazione autentica ex d.l. n. 101/2013 sull’età di collocamento a riposo, alla luce del principio europeo del giusto processo. IL LAVORO NELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI, XVI(5), 845-857.
L’interpretazione autentica ex d.l. n. 101/2013 sull’età di collocamento a riposo, alla luce del principio europeo del giusto processo
CASALE, DAVIDE
2013
Abstract
Il contributo analizza la disciplina del collocamento a riposo per raggiunto limite anagrafico massimo nell'impiego pubblico sopravvenuta tramite l'interpretazione autentica di cui all'art 2 del d.l. (c.d. D'Alia) n. 101/2013. Quest'ultima disposizione ha ripristinato l'età massima generale di 65 anni di servizio nell'impiego pubblico. Come segnala la primissima giurisprudenza intervenuta, i principali interrogativi ermeneutici attengono alla pretesa efficacia retroattiva di tale disposto, la quale pare in contrasto con requisiti che la giurisprudenza della Corte di Strasburgo pretende ai fini del rispetto del principio del giusto processo di cui all'art. 6 della Cedu. Il contributo si conclude con una considerazione di ordine generale critica sull'utilizzo, ai fini di una (apparente) riduzione del costo del lavoro pubblico, del pensionamento volontario (ove in deroga ai requisiti previdenziali minimi vigenti) o coattivo (qualora per raggiungimento di un limite anagrafico massimo che risulti inferiore alla età necessaria alla pensione di vecchiaia).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.