Questo contributo cerca di indagare gli elementi che sottintendono la gestione del patrimonio dell'Opera Pia dei Poveri Vergognosi e il suo rapporto con i benefattori sulla base dell'analisi di dati d'archivio relativi ad un periodo di alcuni decenni tra XVII e XVIII secolo. Ad una prima lettura non sembra facile individuare la razionalità che guida le azioni dei "governatori" dell'opera pia. Infatti, se da lato appare evidente la capacità di gestire proficuamente i capitali disponibili sia mediante operazioni legate alla compravendita di luoghi di monte sia mediante il prestito ad interesse, dall'altro si intravvedono operazioni dubbie e addirittura spregiudicate tanto da un punto di vista economico che politico, come quelle che portano ad una contrapposizione frontale con il cardinale arcivescovo della città. Tuttavia un'analisi che tenga nel dovuto conto il significato complesso che assumono termini quali fiducia e credito in un'economia preindustriale riesce a mettere in luce una serie di elementi che, al di là di una presunta inadeguatezza, testimoniano un disegno nitido perseguito con determinazione dai responsabili dell'istituzione. Essi infatti dimostrano di essere consapevoli che in quel contesto economico i maggiori introiti derivano dall'afflusso il più possibile ininterrotto dei lasciti testamentari. Proprio per questo motivo, come appare dall'indagine relativa ad una serie di azioni che ci sembrano quanto meno discutibili, quello che i "governatori" vogliono salvaguardare ad ogni costo è l'affidabilità dell'opera nei confronti dei benefattori. Essi si impegnano pertanto a rispettare ad ogni costo le richieste, a volte bizzarre, che accompagnano le donazioni anche di modesta entità. L'obiettivo che si viene delineando è quindi quello di competere sull'affollato mercato cittadino della beneficenza attraverso la costruzione di un'immagine di assoluta fiducia. Il fluire continuo di risorse nelle casse d’opera nel corso dei secoli sembra dimostrare il successo di questa impostazione
L. Ferrante (2005). Carità e denaro a Bologna in età moderna. Il caso dell'Opera Pia dei Poveri Vergognosi. ASTI : Centro studi sui Lombardi e sul credito nel Medioe.
Carità e denaro a Bologna in età moderna. Il caso dell'Opera Pia dei Poveri Vergognosi
FERRANTE, LUCIA
2005
Abstract
Questo contributo cerca di indagare gli elementi che sottintendono la gestione del patrimonio dell'Opera Pia dei Poveri Vergognosi e il suo rapporto con i benefattori sulla base dell'analisi di dati d'archivio relativi ad un periodo di alcuni decenni tra XVII e XVIII secolo. Ad una prima lettura non sembra facile individuare la razionalità che guida le azioni dei "governatori" dell'opera pia. Infatti, se da lato appare evidente la capacità di gestire proficuamente i capitali disponibili sia mediante operazioni legate alla compravendita di luoghi di monte sia mediante il prestito ad interesse, dall'altro si intravvedono operazioni dubbie e addirittura spregiudicate tanto da un punto di vista economico che politico, come quelle che portano ad una contrapposizione frontale con il cardinale arcivescovo della città. Tuttavia un'analisi che tenga nel dovuto conto il significato complesso che assumono termini quali fiducia e credito in un'economia preindustriale riesce a mettere in luce una serie di elementi che, al di là di una presunta inadeguatezza, testimoniano un disegno nitido perseguito con determinazione dai responsabili dell'istituzione. Essi infatti dimostrano di essere consapevoli che in quel contesto economico i maggiori introiti derivano dall'afflusso il più possibile ininterrotto dei lasciti testamentari. Proprio per questo motivo, come appare dall'indagine relativa ad una serie di azioni che ci sembrano quanto meno discutibili, quello che i "governatori" vogliono salvaguardare ad ogni costo è l'affidabilità dell'opera nei confronti dei benefattori. Essi si impegnano pertanto a rispettare ad ogni costo le richieste, a volte bizzarre, che accompagnano le donazioni anche di modesta entità. L'obiettivo che si viene delineando è quindi quello di competere sull'affollato mercato cittadino della beneficenza attraverso la costruzione di un'immagine di assoluta fiducia. Il fluire continuo di risorse nelle casse d’opera nel corso dei secoli sembra dimostrare il successo di questa impostazioneI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


