Recuperare le tecniche di costruzione delle architetture in terra cruda ha lo scopo primario di conservare le testimonianze fragili e sempre più scarse di un modo di costruire dalla storia millenaria nel bacino del Mediterraneo. Un passato, tuttavia, dal quale si possono ricavare lezioni di sorprendente attualità: affinata da una lunghissima esperienza, adattata alle risorse ed al clima locale, la costruzione in terra cruda offre un ricco repertorio di soluzioni costruttive efficienti ed appropriate, da cui ricavare risposte sostenibili alle esigenze abitative attuali di molte aree "marginali" dell'Africa sahariana, del vicino Oriente e della stessa Europa meridionale. Per riapplicare queste tecnologie tradizionali - nel restauro del patrimonio esistente come nella nuova costruzione - deve essere riacquisita una conoscenza dettagliata, sistematica ed efficace dei saperi tecnici e del "saper fare" che la storia ha consolidato: selezionare le buone pratiche da riproporre e gli errori da evitare, documentandone la dimensione tecnica (materiali, modalità esecutive) quanto il ricco vocabolario tipologico e formale che le connota e ne accentua la riconoscibilità e la sostenibilità, anche culturale. L'operazione è complessa per diverse ragioni (estensione dell'area di diffusione, dimensione del patrimonio monumentale di riferimento, pluralità delle informazioni da reperire e dei loro utilizzi), ma presenta potenzialità di grande interesse per un'applicazione che faccia appello alle tecniche ed alle stumentazioni più aggiornate di "knowledge management" sviluppate in altri settori.

Antonini E. (2005). Tecnologie tradizionali e sviluppo sostenibile: un occasione per l’area del Mediterraneo. PISA : ETS.

Tecnologie tradizionali e sviluppo sostenibile: un occasione per l’area del Mediterraneo

ANTONINI, ERNESTO
2005

Abstract

Recuperare le tecniche di costruzione delle architetture in terra cruda ha lo scopo primario di conservare le testimonianze fragili e sempre più scarse di un modo di costruire dalla storia millenaria nel bacino del Mediterraneo. Un passato, tuttavia, dal quale si possono ricavare lezioni di sorprendente attualità: affinata da una lunghissima esperienza, adattata alle risorse ed al clima locale, la costruzione in terra cruda offre un ricco repertorio di soluzioni costruttive efficienti ed appropriate, da cui ricavare risposte sostenibili alle esigenze abitative attuali di molte aree "marginali" dell'Africa sahariana, del vicino Oriente e della stessa Europa meridionale. Per riapplicare queste tecnologie tradizionali - nel restauro del patrimonio esistente come nella nuova costruzione - deve essere riacquisita una conoscenza dettagliata, sistematica ed efficace dei saperi tecnici e del "saper fare" che la storia ha consolidato: selezionare le buone pratiche da riproporre e gli errori da evitare, documentandone la dimensione tecnica (materiali, modalità esecutive) quanto il ricco vocabolario tipologico e formale che le connota e ne accentua la riconoscibilità e la sostenibilità, anche culturale. L'operazione è complessa per diverse ragioni (estensione dell'area di diffusione, dimensione del patrimonio monumentale di riferimento, pluralità delle informazioni da reperire e dei loro utilizzi), ma presenta potenzialità di grande interesse per un'applicazione che faccia appello alle tecniche ed alle stumentazioni più aggiornate di "knowledge management" sviluppate in altri settori.
2005
Architectural Heritage and Sustainable Development of Small and Medium Cities in South Mediterranean Regions. Results and strategies of research and cooperation. Proceedings of the First International Research Seminar of Forum UNESCO – University and Heritage, Thursday 27 – Friday 28 May 2004, Florence – Italy, organized by Forum UNESCO Branch Office and Università di Firenze-Dipartimento di Tecnologie dell’Architettura e Design “Pierluigi Spadolini"
701
705
Antonini E. (2005). Tecnologie tradizionali e sviluppo sostenibile: un occasione per l’area del Mediterraneo. PISA : ETS.
Antonini E.
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