I materiali derivanti da attività di costruzione e demolizione, all’interno dei quali gli inerti rappresentano la quota nettamente più rilevante, sono stati da sempre considerati come "rifiuti" da smaltire, piuttosto che "risorse" da trasformare e riutilizzare. Essi possono al contrario costituire a tutti gli effetti una vera e proprio riserva la cui caratteristica più importante è quella dei grandi quantitativi: si calcola infatti che solo in Italia vi sia una produzione annua di circa 40 milioni di tonnellate e in tutta Europa di circa 250 milioni di tonnellate. Si tratta dunque di una quantità enorme di materiale che, se sottoposto ad adeguati trattamenti, può sostituire l’inerte primario, limitando l'estrazione di ghiaia e sabbia naturali, garantendo nel contempo standard qualitativi adeguati. La gestione dei rifiuti C&D si colloca in pieno nell’ottica dello sviluppo sostenibile. Gli obiettivi infatti che si possono perseguire attraverso un’attenta politica di gestione dei rifiuti C&D sono: diminuzione dell’impatto sull’ambiente, riduzione dell’uso di materie prime, contenimento della produzione dei rifiuti. Inoltre i principi da applicare a questo settore, in linea anche con la normativa italiana a partire dal decreto Ronchi, sono: • principio di prossimità: i rifiuti vanno smaltiti il più vicino possibile ai luoghi in cui sono generati; • principio di autosufficienza: la Comunità nel suo insieme e in particolare i singoli Stati membri o gli enti locali, devono tendere all’autosufficienza nella gestione dei rifiuti; • Pays Polluter Principle (PPP): il costo dello smaltimento deve essere sostenuto da chi genera i rifiuti; • principio delle “4R”: si devono perseguire la riduzione dei volumi di rifiuto e della loro pericolosità, il riuso, il riciclaggio e il recupero energetico. I rifiuti C&D hanno una composizione molto variabile in relazione alle tecniche costruttive locali, il clima, le attività economiche e il grado di sviluppo tecnologico della zona, le materie prime disponibili. Per ottimizzare le operazioni di riciclaggio sarebbe necessario raggruppare i rifiuti in frazioni omogenee, il che può essere ottenuto effettuando: 1. la selezione dei materiali all’origine e il loro stoccaggio in appositi contenitori; 2. la separazione dei rifiuti negli impianti di trattamento. La prima soluzione è sicuramente la più efficace, ma la si può perseguire solo attraverso la demolizione selettiva che in Italia, è ancora poco diffusa. Dalla demolizione selettiva si ottengono componenti riusabili, ovvero elementi costruttivi dismessi da un edificio esistente che possono essere riadattati ad un nuovo impiego nelle costruzioni senza modificarne sostanzialmente la caratteristiche geometriche, materiali riciclabili e rifiuti. Il riutilizzo integrale di elementi edilizi è la procedura di recupero più vantaggiosa dal punto di vista ambientale, poiché è quella che permette di valorizzare tutte le risorse “incorporate” nell’elemento – dalla materia di cui esso è costituito all’energia che è stata consumata per realizzarlo – producendo il minimo di scarto e senza necessità, per riciclarlo, di sottoporlo a nuove lavorazioni. Tuttavia solo una piccola quota di demolito è effettivamente riusabile. La maggior parte dei materiali ottenuti in sede di demolizione possono però essere riciclabili e, se sottoposti ad adeguato processo di trasformazione, diventano materie prime riciclate che trovano la loro destinazione nel mercato dei materiali per l’edilizia e per la realizzazione di opere di ingegneria civile. Questi prodotti possono essere impiegati per una molteplicità di applicazioni con prestazioni spesso del tutto paragonabili a quelle degli inerti naturali. Il settore delle costruzioni stradali rappresenta ancora oggi il mercato più importante per questo tipo di materiali. Le realizzazioni di sottofondi, rilevati, sovrastrutture in genere possono essere effettuate con prodotti riciclati. E’ possibile ottenere anche ag...

Bonoli A. (2004). La valorizzazione degli inerti da costruzione e demolizione (C&D. RECYCLING, 5, 41-58.

La valorizzazione degli inerti da costruzione e demolizione (C&D

BONOLI, ALESSANDRA
2004

Abstract

I materiali derivanti da attività di costruzione e demolizione, all’interno dei quali gli inerti rappresentano la quota nettamente più rilevante, sono stati da sempre considerati come "rifiuti" da smaltire, piuttosto che "risorse" da trasformare e riutilizzare. Essi possono al contrario costituire a tutti gli effetti una vera e proprio riserva la cui caratteristica più importante è quella dei grandi quantitativi: si calcola infatti che solo in Italia vi sia una produzione annua di circa 40 milioni di tonnellate e in tutta Europa di circa 250 milioni di tonnellate. Si tratta dunque di una quantità enorme di materiale che, se sottoposto ad adeguati trattamenti, può sostituire l’inerte primario, limitando l'estrazione di ghiaia e sabbia naturali, garantendo nel contempo standard qualitativi adeguati. La gestione dei rifiuti C&D si colloca in pieno nell’ottica dello sviluppo sostenibile. Gli obiettivi infatti che si possono perseguire attraverso un’attenta politica di gestione dei rifiuti C&D sono: diminuzione dell’impatto sull’ambiente, riduzione dell’uso di materie prime, contenimento della produzione dei rifiuti. Inoltre i principi da applicare a questo settore, in linea anche con la normativa italiana a partire dal decreto Ronchi, sono: • principio di prossimità: i rifiuti vanno smaltiti il più vicino possibile ai luoghi in cui sono generati; • principio di autosufficienza: la Comunità nel suo insieme e in particolare i singoli Stati membri o gli enti locali, devono tendere all’autosufficienza nella gestione dei rifiuti; • Pays Polluter Principle (PPP): il costo dello smaltimento deve essere sostenuto da chi genera i rifiuti; • principio delle “4R”: si devono perseguire la riduzione dei volumi di rifiuto e della loro pericolosità, il riuso, il riciclaggio e il recupero energetico. I rifiuti C&D hanno una composizione molto variabile in relazione alle tecniche costruttive locali, il clima, le attività economiche e il grado di sviluppo tecnologico della zona, le materie prime disponibili. Per ottimizzare le operazioni di riciclaggio sarebbe necessario raggruppare i rifiuti in frazioni omogenee, il che può essere ottenuto effettuando: 1. la selezione dei materiali all’origine e il loro stoccaggio in appositi contenitori; 2. la separazione dei rifiuti negli impianti di trattamento. La prima soluzione è sicuramente la più efficace, ma la si può perseguire solo attraverso la demolizione selettiva che in Italia, è ancora poco diffusa. Dalla demolizione selettiva si ottengono componenti riusabili, ovvero elementi costruttivi dismessi da un edificio esistente che possono essere riadattati ad un nuovo impiego nelle costruzioni senza modificarne sostanzialmente la caratteristiche geometriche, materiali riciclabili e rifiuti. Il riutilizzo integrale di elementi edilizi è la procedura di recupero più vantaggiosa dal punto di vista ambientale, poiché è quella che permette di valorizzare tutte le risorse “incorporate” nell’elemento – dalla materia di cui esso è costituito all’energia che è stata consumata per realizzarlo – producendo il minimo di scarto e senza necessità, per riciclarlo, di sottoporlo a nuove lavorazioni. Tuttavia solo una piccola quota di demolito è effettivamente riusabile. La maggior parte dei materiali ottenuti in sede di demolizione possono però essere riciclabili e, se sottoposti ad adeguato processo di trasformazione, diventano materie prime riciclate che trovano la loro destinazione nel mercato dei materiali per l’edilizia e per la realizzazione di opere di ingegneria civile. Questi prodotti possono essere impiegati per una molteplicità di applicazioni con prestazioni spesso del tutto paragonabili a quelle degli inerti naturali. Il settore delle costruzioni stradali rappresenta ancora oggi il mercato più importante per questo tipo di materiali. Le realizzazioni di sottofondi, rilevati, sovrastrutture in genere possono essere effettuate con prodotti riciclati. E’ possibile ottenere anche ag...
2004
Bonoli A. (2004). La valorizzazione degli inerti da costruzione e demolizione (C&D. RECYCLING, 5, 41-58.
Bonoli A.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/26529
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