La percezione che ha l'uomo dell'architettura dipende da molteplici fattori che dipendono dalla maggior parte dei nove organi di senso: vista, tatto, udito, olfatto, termo-percezione, apparato dell'equilibrio. In parte è coinvolta anche la propriocezione, mentre sono ovviamente esclusi, per fortuna, il gusto ed il dolore. La luce, l'elemento più importante per la percezione dell'architettura, interviene, a sua volta, con modalità differenti a secondo di molteplici fattori che dipendono dall'ora del giorno, dalle condizioni meteorologiche, dalla latitudine, dalla posizione dell'osservatore. Il colore, di conseguenza, non è un elemento univoco, ma varia continuamente, anche se l'osservatore non ne ha coscienza immediata. Il colore di un edificio può dipendere solamente dai materiali, cromatismi materici, oppure da uno strato di colore, cromatismo pittorico. I due casi sono differenti dal punto di vista concettuale, tecnico, percettivo, nella modalità di invecchiamento o di ripristino. Il movimento purista ed il neoplasticismo non avrebbero potuto veicolare completamente il loro messaggio senza il colore. Richard Meier è un architetto in bianco e nero, Luis Barragan è un architetto a colori. La luce che filtra attraverso una vetrata policroma di una cattedrale gotica, o nella sala del parlamento di Chandighar di Le Corbusier, non avrebbero lo stesso effetto sensoriale senza l'umidità atmosferica, il pulviscolo, la temperatura, il riverbero acustico. La percezione della realtà è un fenomeno molto complesso, anche solo dal punto di vista fisico e chimico, senza addentrarsi nella sfera psichica, che renderebbe la discussione eccessivamente soggettiva. Il decimo senso è il risultato dell'interazione sinergica o antagonista degli altri sensi coinvolti nell'osservazione (visiva, ma non solo). In questo ipotetico decimo senso il colore, reale o percepito, è certamente protagonista. Lo è, oltre che nell'architettura, anche nel cinema (Tarkovsky in Solaris e Stalker, Scott in Blade Runner), nella musica (il colore di Haendel, la scala cromatica, il bianco e nero di Chopin) e, ovviamente, nella fotografia e nell'arte. Il decimo senso non si può spiegare, disegnare, codificare, ma forse è il filo conduttore, la sottile linea rossa che unisce l'opera d'arte architettonica all'uomo.
Alessandro Marata (2012). Il decimo senso. MAGGIOLI EDITORE.
Il decimo senso
MARATA, ALESSANDRO
2012
Abstract
La percezione che ha l'uomo dell'architettura dipende da molteplici fattori che dipendono dalla maggior parte dei nove organi di senso: vista, tatto, udito, olfatto, termo-percezione, apparato dell'equilibrio. In parte è coinvolta anche la propriocezione, mentre sono ovviamente esclusi, per fortuna, il gusto ed il dolore. La luce, l'elemento più importante per la percezione dell'architettura, interviene, a sua volta, con modalità differenti a secondo di molteplici fattori che dipendono dall'ora del giorno, dalle condizioni meteorologiche, dalla latitudine, dalla posizione dell'osservatore. Il colore, di conseguenza, non è un elemento univoco, ma varia continuamente, anche se l'osservatore non ne ha coscienza immediata. Il colore di un edificio può dipendere solamente dai materiali, cromatismi materici, oppure da uno strato di colore, cromatismo pittorico. I due casi sono differenti dal punto di vista concettuale, tecnico, percettivo, nella modalità di invecchiamento o di ripristino. Il movimento purista ed il neoplasticismo non avrebbero potuto veicolare completamente il loro messaggio senza il colore. Richard Meier è un architetto in bianco e nero, Luis Barragan è un architetto a colori. La luce che filtra attraverso una vetrata policroma di una cattedrale gotica, o nella sala del parlamento di Chandighar di Le Corbusier, non avrebbero lo stesso effetto sensoriale senza l'umidità atmosferica, il pulviscolo, la temperatura, il riverbero acustico. La percezione della realtà è un fenomeno molto complesso, anche solo dal punto di vista fisico e chimico, senza addentrarsi nella sfera psichica, che renderebbe la discussione eccessivamente soggettiva. Il decimo senso è il risultato dell'interazione sinergica o antagonista degli altri sensi coinvolti nell'osservazione (visiva, ma non solo). In questo ipotetico decimo senso il colore, reale o percepito, è certamente protagonista. Lo è, oltre che nell'architettura, anche nel cinema (Tarkovsky in Solaris e Stalker, Scott in Blade Runner), nella musica (il colore di Haendel, la scala cromatica, il bianco e nero di Chopin) e, ovviamente, nella fotografia e nell'arte. Il decimo senso non si può spiegare, disegnare, codificare, ma forse è il filo conduttore, la sottile linea rossa che unisce l'opera d'arte architettonica all'uomo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.