Le tecniche immunoistochimiche permettono di dimostrare la presenza in sezioni istologiche di specifici costituenti tessutali utilizzando anticorpi appositamente marcati (reazione antigene-anticorpo). Nella diagnostica oncologica l’immunistochimica è utilizzata soprattutto per tipizzare le neoplasie poco differenziate tramite l’evidenziazione di componenti tipici delle varie linee cellulari (citocheratine per le neoplasie epiteliali, vimentina per le neoplasie mesenchimali, actina per le neoplasie derivate dal muscolo liscio, ecc.) e per l’immunofenotipizzazione dei linfomi. L’immunoistochimica può essere inoltre impiegata per evidenziare marcatori correlati con il comportamento biologico delle cellule tumorali e quindi con la prognosi. I risultati più interessanti prodotti dalla ricerca oncologica veterinaria riguardano la possibilità di quantificare l’attività proliferativa delle cellule tumorali tramite l’evidenziazione di prodotti presenti sono nelle cellule in fase replicativa (PCNA, Ki67, MIB1), la valutazione dell’alterata espressione di oncogèni o di loro prodotti correlati all’apoptosi cellulare (p53, bcl-2, c-erb-2), la quantificazione del grado di vascolarizzazione di una neoplasia tramite l’evidenziazione selettiva dei microvasi (FVIII-RA, CD31), l’espressione di fattori della crescita o di loro recettori (EGF-R, VGF-R), l’espressione di recettori ormonali, la definizione delle interazioni intercellulari e con il microambiente stromale tramite la valutazione della presenza e distribuzione di specifiche molecole di adesione (integrine, caderine, ecc) e di glicoproteine di ancoraggio (laminina, collageno, fibronectina). In alcuni casi l’immunoistochimica può anche fornire indicazioni in senso terapeutico, evidenziando l’espressione di specifici recettori cellulari (glicoproteina.P, CD117) correlati con la risposta a determinati farmaci.

L’uso dei markers nella diagnostica istopatologica

BETTINI, GIULIANO
2005

Abstract

Le tecniche immunoistochimiche permettono di dimostrare la presenza in sezioni istologiche di specifici costituenti tessutali utilizzando anticorpi appositamente marcati (reazione antigene-anticorpo). Nella diagnostica oncologica l’immunistochimica è utilizzata soprattutto per tipizzare le neoplasie poco differenziate tramite l’evidenziazione di componenti tipici delle varie linee cellulari (citocheratine per le neoplasie epiteliali, vimentina per le neoplasie mesenchimali, actina per le neoplasie derivate dal muscolo liscio, ecc.) e per l’immunofenotipizzazione dei linfomi. L’immunoistochimica può essere inoltre impiegata per evidenziare marcatori correlati con il comportamento biologico delle cellule tumorali e quindi con la prognosi. I risultati più interessanti prodotti dalla ricerca oncologica veterinaria riguardano la possibilità di quantificare l’attività proliferativa delle cellule tumorali tramite l’evidenziazione di prodotti presenti sono nelle cellule in fase replicativa (PCNA, Ki67, MIB1), la valutazione dell’alterata espressione di oncogèni o di loro prodotti correlati all’apoptosi cellulare (p53, bcl-2, c-erb-2), la quantificazione del grado di vascolarizzazione di una neoplasia tramite l’evidenziazione selettiva dei microvasi (FVIII-RA, CD31), l’espressione di fattori della crescita o di loro recettori (EGF-R, VGF-R), l’espressione di recettori ormonali, la definizione delle interazioni intercellulari e con il microambiente stromale tramite la valutazione della presenza e distribuzione di specifiche molecole di adesione (integrine, caderine, ecc) e di glicoproteine di ancoraggio (laminina, collageno, fibronectina). In alcuni casi l’immunoistochimica può anche fornire indicazioni in senso terapeutico, evidenziando l’espressione di specifici recettori cellulari (glicoproteina.P, CD117) correlati con la risposta a determinati farmaci.
2005
Atti del seminario “Oncologia Veterinaria: Clinica, Patologia ed Epidemiologia. 20 Anni di Attività Del Registro Tumori Animali”. 2-4 dicembre 2005, Arenzano (Genova)
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41
G. Bettini
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