“Leinate, un giardino pieno di elementi architettonici, di proprietà del Duca Litta, mi è piaciuto … Conviene guardarsi bene dal passeggiare soli a Leinate; il giardino è pieno di getti d’acqua fatti apposta per inzuppare gli spettatori. Posando il piede sul primo gradino di una certa scala, sei getti d’acqua mi sono schizzati tra le gambe….." (in: Rome, Naples et Florence en 1817). Anche il romantico Stendhal non fu risparmiato dai tanti scherzi di cui era ed è ricca Villa Litta, stupendo luogo poco distante da Milano. L’ideatore dell’intero complesso fu Pirro I Visconti Borromeo che, verso il 1585, ispirandosi alle ville della Toscana medicea, volle dare una funzione di villeggiatura al suo vasto possedimento agricolo a Lainate. La semplice dimora preesistente fu così trasformata in uno stupendo palazzo ricco di squisite opere artistiche e murarie. Infatti, per renderlo unico nel suo genere, chiamò a lavorarvi: l’architetto Martino Bassi, gli scultori Francesco Brambilla il Giovane e Marco Antonio Prestinari, i pittori Camillo Procaccini e Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone. Per abbellire ancora di più la sfarzosa dimora, il Conte fece costruire il Palazzo delle Acque, poi conosciuto come Ninfeo, uno degli esempi più importanti dell’Italia settentrionale per la ricchezza delle decorazioni e la varietà dei giochi d’acqua, alcuni dei quali molto “dispettosi”. L’impianto del complesso rimase sostanzialmente invariato fino a quando, nel 1750, il marchese Pompeo Litta ereditò la Villa, attuando grandi lavori di sistemazione scenografica nel giardino, moltiplicando gli effetti prospettici e costruendo ex-novo anche la facciata del Ninfeo. Ebbe allora inizio il periodo di massimo splendore della Villa e dell’annesso Giardino, definito da un asse di simmetria principale che partendo (a sud ) dall'ingresso della villa si conclude in una grande esedra (a nord), la cui posizione è però inclinata: ciò significa che tale asse non è in linea con l’edificio principale di Villa Litta, che risulta a sua volta inclinato di circa 78° rispetto ad esso.

M.G.Bellardi (2014). Villa Borromeo Visconti Litta di Lainate. GIARDINI, 265, 64-71.

Villa Borromeo Visconti Litta di Lainate

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2014

Abstract

“Leinate, un giardino pieno di elementi architettonici, di proprietà del Duca Litta, mi è piaciuto … Conviene guardarsi bene dal passeggiare soli a Leinate; il giardino è pieno di getti d’acqua fatti apposta per inzuppare gli spettatori. Posando il piede sul primo gradino di una certa scala, sei getti d’acqua mi sono schizzati tra le gambe….." (in: Rome, Naples et Florence en 1817). Anche il romantico Stendhal non fu risparmiato dai tanti scherzi di cui era ed è ricca Villa Litta, stupendo luogo poco distante da Milano. L’ideatore dell’intero complesso fu Pirro I Visconti Borromeo che, verso il 1585, ispirandosi alle ville della Toscana medicea, volle dare una funzione di villeggiatura al suo vasto possedimento agricolo a Lainate. La semplice dimora preesistente fu così trasformata in uno stupendo palazzo ricco di squisite opere artistiche e murarie. Infatti, per renderlo unico nel suo genere, chiamò a lavorarvi: l’architetto Martino Bassi, gli scultori Francesco Brambilla il Giovane e Marco Antonio Prestinari, i pittori Camillo Procaccini e Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone. Per abbellire ancora di più la sfarzosa dimora, il Conte fece costruire il Palazzo delle Acque, poi conosciuto come Ninfeo, uno degli esempi più importanti dell’Italia settentrionale per la ricchezza delle decorazioni e la varietà dei giochi d’acqua, alcuni dei quali molto “dispettosi”. L’impianto del complesso rimase sostanzialmente invariato fino a quando, nel 1750, il marchese Pompeo Litta ereditò la Villa, attuando grandi lavori di sistemazione scenografica nel giardino, moltiplicando gli effetti prospettici e costruendo ex-novo anche la facciata del Ninfeo. Ebbe allora inizio il periodo di massimo splendore della Villa e dell’annesso Giardino, definito da un asse di simmetria principale che partendo (a sud ) dall'ingresso della villa si conclude in una grande esedra (a nord), la cui posizione è però inclinata: ciò significa che tale asse non è in linea con l’edificio principale di Villa Litta, che risulta a sua volta inclinato di circa 78° rispetto ad esso.
2014
M.G.Bellardi (2014). Villa Borromeo Visconti Litta di Lainate. GIARDINI, 265, 64-71.
M.G.Bellardi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/253145
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