Sono moltissime le piante che, importate nell’area mediterranea da Paesi lontani, si sono velocemente naturalizzate tanto da essere impiegate a scopo ornamentale; vedi l’elegante magnolia (Magnolia grandiflora), introdotta dall’America agli inizi del’700 per poi diffondersi per la bellezza dei grandi fiori bianchi, o l’eccentrica maclura (Maclura pomifera), originaria degli Stati Uniti ed importata a metà dell’800, ricercata per i frutti sferici, rugosi, giallo-aranciati. E’ il caso anche del Nespolo del Giappone (Eryobotrya japonica), importato nel XVIII secolo dall’Oriente, oggi molto diffuso in Italia. Per l’aspetto lanuginoso delle infiorescenze, il nome del genere deriva dal greco èrion, lana, e bótrys, grappolo. L’impiego è prettamente ornamentale, per la rapidità di crescita ed il fogliame decorativo sempreverde, ma il Nespolo del Giappone viene utilizzato anche per i frutti, dalla polpa dolce-acidula, molto ricercati in quanto maturano in primavera, periodo in cui sul mercato è disponibile poca frutta fresca, da utilizzare anche per confetture e la produzione di bevande alcoliche. La Ticchiolatura La più importante avversità fungina di questa pianta è la Ticchiolatura, responsabile nell’Italia meridionale di danni anche gravi alle produzioni; ma questa malattia spesso interessa le chiome di quei begli esemplari che adornano il nostro giardino. La malattia colpisce tutte le parti aree: le foglie, dove compaiono macchie rotondeggianti, brunastre; i rami, sui cui si formano lesioni che evolvono in cancri; i frutti, sui quali si notano delle tacche anche’esse brunastre in corrispondenza delle quali i tessuti della polpa si accrescono meno del normale dando origine a fenditure più o meno profonde. Sulla superficie di foglie e frutti si forma una patina vellutata costituita da una sorta di polverina fuligginosa grigio scuro. Il fungo responsabile della Ticchiolatura è Fusicladium eriobotryae, che si conserva sulla pianta durante le stagioni avverse (è un patogeno subcuticolare), per poi svilupparsi non appena le condizioni climatiche diventano favorevoli. Cosa fare? Proviamo ad evitare trattamenti con dei rameici, distruggendo i centri di conservazione del parassita, e quindi rami, foglie e frutti sintomatici; e poi potiamo drasticamente la pianta, sia per asportare le parti infette, sia per favorire una buona areazione all’interno della chioma. Se le infezioni non sono molto gravi queste poche operazioni colturali dovrebbero bastare a tenere sotto controllo la malattia.

M.G.Bellardi (2014). Ticchiolatura sul Nespolo del Giappone. GIARDINI, 265, 56-57.

Ticchiolatura sul Nespolo del Giappone

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2014

Abstract

Sono moltissime le piante che, importate nell’area mediterranea da Paesi lontani, si sono velocemente naturalizzate tanto da essere impiegate a scopo ornamentale; vedi l’elegante magnolia (Magnolia grandiflora), introdotta dall’America agli inizi del’700 per poi diffondersi per la bellezza dei grandi fiori bianchi, o l’eccentrica maclura (Maclura pomifera), originaria degli Stati Uniti ed importata a metà dell’800, ricercata per i frutti sferici, rugosi, giallo-aranciati. E’ il caso anche del Nespolo del Giappone (Eryobotrya japonica), importato nel XVIII secolo dall’Oriente, oggi molto diffuso in Italia. Per l’aspetto lanuginoso delle infiorescenze, il nome del genere deriva dal greco èrion, lana, e bótrys, grappolo. L’impiego è prettamente ornamentale, per la rapidità di crescita ed il fogliame decorativo sempreverde, ma il Nespolo del Giappone viene utilizzato anche per i frutti, dalla polpa dolce-acidula, molto ricercati in quanto maturano in primavera, periodo in cui sul mercato è disponibile poca frutta fresca, da utilizzare anche per confetture e la produzione di bevande alcoliche. La Ticchiolatura La più importante avversità fungina di questa pianta è la Ticchiolatura, responsabile nell’Italia meridionale di danni anche gravi alle produzioni; ma questa malattia spesso interessa le chiome di quei begli esemplari che adornano il nostro giardino. La malattia colpisce tutte le parti aree: le foglie, dove compaiono macchie rotondeggianti, brunastre; i rami, sui cui si formano lesioni che evolvono in cancri; i frutti, sui quali si notano delle tacche anche’esse brunastre in corrispondenza delle quali i tessuti della polpa si accrescono meno del normale dando origine a fenditure più o meno profonde. Sulla superficie di foglie e frutti si forma una patina vellutata costituita da una sorta di polverina fuligginosa grigio scuro. Il fungo responsabile della Ticchiolatura è Fusicladium eriobotryae, che si conserva sulla pianta durante le stagioni avverse (è un patogeno subcuticolare), per poi svilupparsi non appena le condizioni climatiche diventano favorevoli. Cosa fare? Proviamo ad evitare trattamenti con dei rameici, distruggendo i centri di conservazione del parassita, e quindi rami, foglie e frutti sintomatici; e poi potiamo drasticamente la pianta, sia per asportare le parti infette, sia per favorire una buona areazione all’interno della chioma. Se le infezioni non sono molto gravi queste poche operazioni colturali dovrebbero bastare a tenere sotto controllo la malattia.
2014
M.G.Bellardi (2014). Ticchiolatura sul Nespolo del Giappone. GIARDINI, 265, 56-57.
M.G.Bellardi
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/253079
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact