L’intervento, proposto come relazione di base nella Study Session “Transmission of musical knowledge: constructing a European citizenship” (Roma, XIX congresso IMS, 6 luglio 2012), sostiene che è importante e utile – in termini educativi e politici – valorizzare presso tutti i cittadini dell’Unione Europea, e presso gli stranieri che ad essa accedono, quel patrimonio di musica d’arte (Kunstmusik, art music) che della cultura europea costituisce uno dei tratti peculiari e distintivi, e che non si lascia certo ridurre alla mera dimensione dell’intrattenimento. Questo lascito presenta problematiche particolari, a cominciare dalla sua natura composita: c’è un patrimonio materiale fatto di oggetti che chiedono di essere conservati (strumenti, partiture, trattati, documenti, edifici adibiti alla musica); e c’è un patrimonio immateriale – vuoi estetico (opere ed eventi, ossia brani musicali eseguiti e ascoltati) vuoi intellettuale (testi musicali, scritti sulla musica, saperi teorici e pratici, tecniche esecutive) – che può sussistere soltanto se lo si coltiva e lo si trasmette. La conoscenza del patrimonio musicale europeo può essere un poderoso coefficiente di integrazione della cittadinanza europea: favorendo il riconoscimento di una tradizione musicale comune, aperta e multiforme, essa offre un quadro di riferimento comune alle molte tradizioni musicali locali del continente e nel contempo una chiave di comprensione – per analogia o per contrasto – ai gruppi di cittadini extraeuropei, portatori di culture musicali diverse, che puntano a integrarsi nell’Unione. In questo processo i musicologi possono svolgere un ruolo cruciale, sol che riconoscano tra i mandati della propria disciplina anche quello della formazione e trasmissione della cultura musicale: pedagogia e didattica della musica non sono discipline a sé, anzi bisogna che tornino ad essere un ramo portante, vigoroso e florido, sul tronco della musicologia. E per questa sintesi debbono adoperarsi in primis i musicologi.

Il mandato intellettuale dei musicologi nella costruzione della cittadinanza europea

LA FACE, GIUSEPPINA;BIANCONI, LORENZO GENNARO
2013

Abstract

L’intervento, proposto come relazione di base nella Study Session “Transmission of musical knowledge: constructing a European citizenship” (Roma, XIX congresso IMS, 6 luglio 2012), sostiene che è importante e utile – in termini educativi e politici – valorizzare presso tutti i cittadini dell’Unione Europea, e presso gli stranieri che ad essa accedono, quel patrimonio di musica d’arte (Kunstmusik, art music) che della cultura europea costituisce uno dei tratti peculiari e distintivi, e che non si lascia certo ridurre alla mera dimensione dell’intrattenimento. Questo lascito presenta problematiche particolari, a cominciare dalla sua natura composita: c’è un patrimonio materiale fatto di oggetti che chiedono di essere conservati (strumenti, partiture, trattati, documenti, edifici adibiti alla musica); e c’è un patrimonio immateriale – vuoi estetico (opere ed eventi, ossia brani musicali eseguiti e ascoltati) vuoi intellettuale (testi musicali, scritti sulla musica, saperi teorici e pratici, tecniche esecutive) – che può sussistere soltanto se lo si coltiva e lo si trasmette. La conoscenza del patrimonio musicale europeo può essere un poderoso coefficiente di integrazione della cittadinanza europea: favorendo il riconoscimento di una tradizione musicale comune, aperta e multiforme, essa offre un quadro di riferimento comune alle molte tradizioni musicali locali del continente e nel contempo una chiave di comprensione – per analogia o per contrasto – ai gruppi di cittadini extraeuropei, portatori di culture musicali diverse, che puntano a integrarsi nell’Unione. In questo processo i musicologi possono svolgere un ruolo cruciale, sol che riconoscano tra i mandati della propria disciplina anche quello della formazione e trasmissione della cultura musicale: pedagogia e didattica della musica non sono discipline a sé, anzi bisogna che tornino ad essere un ramo portante, vigoroso e florido, sul tronco della musicologia. E per questa sintesi debbono adoperarsi in primis i musicologi.
2013
Giuseppina La Face; Lorenzo Bianconi
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