La “retorica del controllo delle emozioni” (Lutz 1990), esercitata soprattutto nell’ambito delle relazioni con i parenti e al momento della morte dei commilitoni, gioca un ruolo determinante nella rappresentazione del guerrigliero delle Liberation Tigers of Tamil Eelam (LTTE). L’articolo esamina le motivazioni che fondano l’assunzione di un tono emotivo di “austerità” da parte dei guerriglieri: da un lato la necessità, comune ad altri movimenti nazionalisti, di recidere i legami con i parenti per sostituirli con quelli stabiliti con i compagni di lotta; dall’altro l’adesione a un ideale ascetico che comporta la rinuncia ai paradigmi comportamentali ed emozionali che caratterizzano i membri della società civile. Tale rinuncia interessa in particolare le donne combattenti, le quali esibiscono sul piano della manifestazione della sofferenza – anche in virtù dell’incorporazione di un’immagine androgina – modalità espressive che si discostano profondamente da quelle previste per le donne civili.
C. Natali (2005). Morte e assenza di pianto rituale: il controllo delle emozioni tra i guerriglieri tamil dello Sri Lanka. ANTROPOLOGIA, 6, 93-110.
Morte e assenza di pianto rituale: il controllo delle emozioni tra i guerriglieri tamil dello Sri Lanka
NATALI, CRISTIANA
2005
Abstract
La “retorica del controllo delle emozioni” (Lutz 1990), esercitata soprattutto nell’ambito delle relazioni con i parenti e al momento della morte dei commilitoni, gioca un ruolo determinante nella rappresentazione del guerrigliero delle Liberation Tigers of Tamil Eelam (LTTE). L’articolo esamina le motivazioni che fondano l’assunzione di un tono emotivo di “austerità” da parte dei guerriglieri: da un lato la necessità, comune ad altri movimenti nazionalisti, di recidere i legami con i parenti per sostituirli con quelli stabiliti con i compagni di lotta; dall’altro l’adesione a un ideale ascetico che comporta la rinuncia ai paradigmi comportamentali ed emozionali che caratterizzano i membri della società civile. Tale rinuncia interessa in particolare le donne combattenti, le quali esibiscono sul piano della manifestazione della sofferenza – anche in virtù dell’incorporazione di un’immagine androgina – modalità espressive che si discostano profondamente da quelle previste per le donne civili.File | Dimensione | Formato | |
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