Studi epidemiologici suggeriscono che una dieta ricca di frutta e verdura, per la presenza di innumerevoli molecole naturali (phytochemicals), sia in grado di prevenire danni di tipo ossidativo quali tumori, disfunzioni cardio-circolatorie, reumatismi e malattie neurodegenerative. I phytochemicals avrebbero pertanto un ruolo fondamentale nel ridurre il rischio di cancro, soprattutto per azione a livello dei meccanismi di difesa primaria della cellula. Una delle strategie chemiopreventive più evocata prevede un incremento della clearance di carcinogeni chimici ubiquitari, mediante induzione selettiva degli enzimi detossificanti (fase II del metabolismo) e/o inibizione di quelli bioattivanti (fase I), principalmente a livello epatico, da parte di specifici xenobiotici. Tra le sostanze più studiate in questo contesto vi sono sicuramente i composti fenolici. Al fine di studiare l’attività chemiopreventiva complessiva della pesca (cultivar Stark Red Gold), in relazione al contenuto in composti fenolici, ratti maschi del ceppo Sprague Dawley sono stati trattati per os, sia con liofilizzato di pesca in toto (250 e 500 mg/kg p.c., 2 volte/die per 7 e 14 gg consecutivi), sia con estratto di pesca (2.5 e 5 ml/kg p.c., 2 volte/die per 7 e 14 gg). La caratterizzazione qualitativa e quantitativa del profilo fenolico dell’estratto di pesca è stata ottenuta mediante analisi HPLC in fase inversa, ed ha riguardato entrambe i tessuti eduli (epicarpo e mesocarpo) di frutti giunti alla maturazione di consumo. L’indagine analitica sul profilo fenolico dei frutti considerati segnala la presenza di circa 10 composti principali appartenenti alle classi degli acidi cinnamici, flavanoli, flavonoli e cianidine. Le concentrazioni medie del complesso dei composti fenolici estratti si attestano su valori di 3 mg/g p.s. nella polpa e 7 mg/g p.s. nella buccia. Su frazioni microsomiali epatiche è stata studiata la modulazione del sistema monoossigenasico citocromo P450 dipendente (CYP) e di enzimi di fase II. I risultati ottenuti in seguito a trattamento sia con pesche in toto sia con estratto indicano un marcato effetto inattivante su diverse isoforme CYP. Per la componente post-ossidativa, i risultati mostrano un modesto effetto induttivo a carico della UDP-glucuronosil transferasi; al contrario, per la glutatione S-transferasi è stato registrato un significativo calo. Tali risultati, oltre a fornire una caratterizzazione metabolica (fingerprint) indotta dalla pesca e dall’estratto fenolico, totalmente assenti nella letteratura scientifica, forniscono indicazioni circa il meccanismo dell’attività protettiva di questo frutto. I risultati comparabili ottenuti tra le due matrici suggeriscono il predominante ruolo dei phytochemicals di natura fenolica nel determinare l’effetto biologico complessivo del frutto.

D. CANISTRO, L. POZZETTI, M. BROCCOLI, A.A. AFFATATO, A. STRADIOTTI, A. SAPONE, et al. (2006). Phytochemicals e strategie chemiopreventive: effetti della pesca ed estratti fenolici sugli enzimi del drug metabolism nel modello animale. ROMA : ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ.

Phytochemicals e strategie chemiopreventive: effetti della pesca ed estratti fenolici sugli enzimi del drug metabolism nel modello animale

CANISTRO, DONATELLA;POZZETTI, LAURA;BROCCOLI, MASSIMILIANO;AFFATATO, ALESSANDRA ANNA;STRADIOTTI, ALESSANDRO;SAPONE, ANDREA;ANDREOTTI, CARLO;COSTA, GUGLIELMO;BIAGI, GIAN LUIGI;PAOLINI, MORENO
2006

Abstract

Studi epidemiologici suggeriscono che una dieta ricca di frutta e verdura, per la presenza di innumerevoli molecole naturali (phytochemicals), sia in grado di prevenire danni di tipo ossidativo quali tumori, disfunzioni cardio-circolatorie, reumatismi e malattie neurodegenerative. I phytochemicals avrebbero pertanto un ruolo fondamentale nel ridurre il rischio di cancro, soprattutto per azione a livello dei meccanismi di difesa primaria della cellula. Una delle strategie chemiopreventive più evocata prevede un incremento della clearance di carcinogeni chimici ubiquitari, mediante induzione selettiva degli enzimi detossificanti (fase II del metabolismo) e/o inibizione di quelli bioattivanti (fase I), principalmente a livello epatico, da parte di specifici xenobiotici. Tra le sostanze più studiate in questo contesto vi sono sicuramente i composti fenolici. Al fine di studiare l’attività chemiopreventiva complessiva della pesca (cultivar Stark Red Gold), in relazione al contenuto in composti fenolici, ratti maschi del ceppo Sprague Dawley sono stati trattati per os, sia con liofilizzato di pesca in toto (250 e 500 mg/kg p.c., 2 volte/die per 7 e 14 gg consecutivi), sia con estratto di pesca (2.5 e 5 ml/kg p.c., 2 volte/die per 7 e 14 gg). La caratterizzazione qualitativa e quantitativa del profilo fenolico dell’estratto di pesca è stata ottenuta mediante analisi HPLC in fase inversa, ed ha riguardato entrambe i tessuti eduli (epicarpo e mesocarpo) di frutti giunti alla maturazione di consumo. L’indagine analitica sul profilo fenolico dei frutti considerati segnala la presenza di circa 10 composti principali appartenenti alle classi degli acidi cinnamici, flavanoli, flavonoli e cianidine. Le concentrazioni medie del complesso dei composti fenolici estratti si attestano su valori di 3 mg/g p.s. nella polpa e 7 mg/g p.s. nella buccia. Su frazioni microsomiali epatiche è stata studiata la modulazione del sistema monoossigenasico citocromo P450 dipendente (CYP) e di enzimi di fase II. I risultati ottenuti in seguito a trattamento sia con pesche in toto sia con estratto indicano un marcato effetto inattivante su diverse isoforme CYP. Per la componente post-ossidativa, i risultati mostrano un modesto effetto induttivo a carico della UDP-glucuronosil transferasi; al contrario, per la glutatione S-transferasi è stato registrato un significativo calo. Tali risultati, oltre a fornire una caratterizzazione metabolica (fingerprint) indotta dalla pesca e dall’estratto fenolico, totalmente assenti nella letteratura scientifica, forniscono indicazioni circa il meccanismo dell’attività protettiva di questo frutto. I risultati comparabili ottenuti tra le due matrici suggeriscono il predominante ruolo dei phytochemicals di natura fenolica nel determinare l’effetto biologico complessivo del frutto.
2006
Atti del XIV Congresso Nazionale della Societa’ Italiana Tossicologia. Riassunti
223
223
D. CANISTRO, L. POZZETTI, M. BROCCOLI, A.A. AFFATATO, A. STRADIOTTI, A. SAPONE, et al. (2006). Phytochemicals e strategie chemiopreventive: effetti della pesca ed estratti fenolici sugli enzimi del drug metabolism nel modello animale. ROMA : ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ.
D. CANISTRO; L. POZZETTI; M. BROCCOLI; A.A. AFFATATO; A. STRADIOTTI; A. SAPONE; C. ANDREOTTI; G. COSTA; G.L. BIAGI; M. PAOLINI
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