È noto che l'opera barocca ha fatto uso di organi di piccole dimensioni come uno fra i tanti strumenti preposti a incarnare il basso continuo. La pratica scompare nel corso del Settecento, mentre l'organo diventa sempre più lo strumento sacro per eccellenza e pertanto escluso dalla pratica teatrale, così come è esclusa la rappresentazione in scena di pratiche liturgiche e l'evocazione di parole strettamente legate alla sfera del cristianesimo, vietate dalla censura. Sarà il grand-opéra francese a recuperare l'organo in teatro, sollevando però una viva reazione in Italia, nel momento in cui quegli stessi titoli approderanno nel nostro paese: da un lato i teatri italiani sono sprovvisti di organi, dall'altro la censura impedisce di farli risuonare in teatro, specialmente nello Stato Pontificio. I compositori inventano pertanto dei surrogati dell'organo, che hanno fortuna anche come sonorità metaforiche alludenti alla sfera sacrale in senso ampio. Solo a fine Ottocento l'organo è pienamente accolto in teatro, al punto da poter essere nuovamente impiegato anche come strumento dell'orchestra, sganciato da allusioni religiose.

M. Beghelli (2013). L'organo all'opera. Città del Vaticano : Libreria Editrice Vaticana.

L'organo all'opera

BEGHELLI, MARCO
2013

Abstract

È noto che l'opera barocca ha fatto uso di organi di piccole dimensioni come uno fra i tanti strumenti preposti a incarnare il basso continuo. La pratica scompare nel corso del Settecento, mentre l'organo diventa sempre più lo strumento sacro per eccellenza e pertanto escluso dalla pratica teatrale, così come è esclusa la rappresentazione in scena di pratiche liturgiche e l'evocazione di parole strettamente legate alla sfera del cristianesimo, vietate dalla censura. Sarà il grand-opéra francese a recuperare l'organo in teatro, sollevando però una viva reazione in Italia, nel momento in cui quegli stessi titoli approderanno nel nostro paese: da un lato i teatri italiani sono sprovvisti di organi, dall'altro la censura impedisce di farli risuonare in teatro, specialmente nello Stato Pontificio. I compositori inventano pertanto dei surrogati dell'organo, che hanno fortuna anche come sonorità metaforiche alludenti alla sfera sacrale in senso ampio. Solo a fine Ottocento l'organo è pienamente accolto in teatro, al punto da poter essere nuovamente impiegato anche come strumento dell'orchestra, sganciato da allusioni religiose.
2013
Atti del Congresso Internazionale di Musica Sacra in occasione del centenario di fondazione del PIMS
1013
1021
M. Beghelli (2013). L'organo all'opera. Città del Vaticano : Libreria Editrice Vaticana.
M. Beghelli
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