Le recenti rivolte nel mondo arabo hanno avuto come baricentro i temi della libertà e della partecipazione politica, ed in particolare la fine delle pratiche repressive delle autorità pubbliche, della loro impunità e il conseguente pieno esercizio dei diritti di cittadinanza. Tuttavia, il quadro non sarebbe completo se non si tenessero in debito conto le rivendicazioni economiche avanzate dai manifestanti: la dignità e la libertà si realizzano anche tramite una vita dignitosa dal punto di vista dei redditi, delle oppor- tunità di lavoro e dell’accesso a servizi sociali, ancora declinati in larga parte all’interno del ruolo dello Stato nazionale. L’economia non riesce a spiegare di per sé lo scoppio delle rivolte nel mondo arabo. Solo integrando le trasformazioni dei processi di pro- duzione, distribuzione e consumo con i loro regimi di Governo e lo sviluppo di nuove soggettività politiche si può giungere ad una ricostruzione dei fattori che hanno messo in moto e che caratterizzano tuttora questo momento storico. nel primo decennio del XXI secolo i Paesi MENA hanno vissuto tre processi economici di estrema importanza: una crescita del reddito regionale sostenuta nel tempo e diffusa diversamente nello spazio; la diversificazione delle relazioni economiche internazio- nali della regione e il ruolo-guida esercitato dai Paesi arabi del Golfo; l’incapacità di creare sufficiente occupazione a fronte dell’ingresso nel mercato del lavoro dei figli del boom demografico degli anni ’70 e ’80. Tali processi hanno dato vita ad un dupli- ce movimento: l’integrazione di una larga parte delle classi dirigenti dei Paesi MENA all’interno dei flussi di investimento e di crescita; l’esclusione di ampia parte delle classi medie impiegatizie e dei ceti popolari. Questo movimento può essere rilevato in ogni Paese della regione: da un lato, rende conto della progressiva integrazione dei mercati medio-orientali; dall’altro, contribuisce a spiegare la diffusione così veloce delle parole d’ordine di libertà e giustizia che hanno animato le rivolte e le contestazioni dalla fine del 2010 in poi. Le diverse strutture produttive e di consumo così come dei regimi di Governo nazionali spiegano la diversa diffusione spaziale e temporale del binomio cre- scita/esclusione. In questa sede si adotta una prospettiva analitica ed interpretativa di carattere regionale.
M Trentin (2013). Crescita ed esclusione nello sviluppo economico dei Paesi MENA. AFRICHE E ORIENTI, 1-2/2013, 8-22.
Crescita ed esclusione nello sviluppo economico dei Paesi MENA
TRENTIN, MASSIMILIANO
2013
Abstract
Le recenti rivolte nel mondo arabo hanno avuto come baricentro i temi della libertà e della partecipazione politica, ed in particolare la fine delle pratiche repressive delle autorità pubbliche, della loro impunità e il conseguente pieno esercizio dei diritti di cittadinanza. Tuttavia, il quadro non sarebbe completo se non si tenessero in debito conto le rivendicazioni economiche avanzate dai manifestanti: la dignità e la libertà si realizzano anche tramite una vita dignitosa dal punto di vista dei redditi, delle oppor- tunità di lavoro e dell’accesso a servizi sociali, ancora declinati in larga parte all’interno del ruolo dello Stato nazionale. L’economia non riesce a spiegare di per sé lo scoppio delle rivolte nel mondo arabo. Solo integrando le trasformazioni dei processi di pro- duzione, distribuzione e consumo con i loro regimi di Governo e lo sviluppo di nuove soggettività politiche si può giungere ad una ricostruzione dei fattori che hanno messo in moto e che caratterizzano tuttora questo momento storico. nel primo decennio del XXI secolo i Paesi MENA hanno vissuto tre processi economici di estrema importanza: una crescita del reddito regionale sostenuta nel tempo e diffusa diversamente nello spazio; la diversificazione delle relazioni economiche internazio- nali della regione e il ruolo-guida esercitato dai Paesi arabi del Golfo; l’incapacità di creare sufficiente occupazione a fronte dell’ingresso nel mercato del lavoro dei figli del boom demografico degli anni ’70 e ’80. Tali processi hanno dato vita ad un dupli- ce movimento: l’integrazione di una larga parte delle classi dirigenti dei Paesi MENA all’interno dei flussi di investimento e di crescita; l’esclusione di ampia parte delle classi medie impiegatizie e dei ceti popolari. Questo movimento può essere rilevato in ogni Paese della regione: da un lato, rende conto della progressiva integrazione dei mercati medio-orientali; dall’altro, contribuisce a spiegare la diffusione così veloce delle parole d’ordine di libertà e giustizia che hanno animato le rivolte e le contestazioni dalla fine del 2010 in poi. Le diverse strutture produttive e di consumo così come dei regimi di Governo nazionali spiegano la diversa diffusione spaziale e temporale del binomio cre- scita/esclusione. In questa sede si adotta una prospettiva analitica ed interpretativa di carattere regionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.