Lo scenario delle virosi della piante ornamentali in Italia è stato fortemente “scosso” all’inizio degli anni ’90 dalla comparsa dei Tospovirus, preceduta di pochi anni da quella del “tripide occidentale dei fiori” Frankliniella occidentalis. Considerando il grave danno economico che ne è conseguito e l’elevata polifagia sia del vettore che dei tospovirus trasmessi, dedichiamo a questi patogeni una serie di articoli per illustrare le più importanti sintomatologie su specie riscontrate infette in Italia, sottolineando quegli aspetti epidemiologici che hanno reso e rendono ancora impossibile debellarli dalle coltivazioni. I due tospovirus più diffusi e pericolosi sono TSWV (virus dell’avvizzimento maculato del pomodoro (su cui ci siamo soffermati nel precedente articolo dedicato alle virosi della calla bianca) ed INSV (virus della maculatura necrotica dell’impatiens). Il primo è la specie nota da maggior tempo, segnalata pressoché ovunque in Italia, mentre INSV inizialmente era considerato non una specie virale a se stante, bensì un “ceppo” di TSWV e quindi indicato come “TSWV ceppo lieve” oppure “TSWV H7”, distinto dal “ceppo grave”, “TSWV L” o “TSWV CNPH” corrispondente all’attuale TSWV. Ne consegue che, per alcuni dei primi casi riscontrati in Italia, permane qualche incertezza sull’esatta identificazione del tospovirus coinvolto. La tabella 1 riporta tutti i casi certi, ossia quelli che dal 1990 ad oggi hanno riguardato INSV, da solo od in associazione con TSWV od altri virus. Quelli che andiamo ad illustrare di seguito, in maniera dettagliata sia per quanto riguarda la sintomatologia che le ipotesi sull’origine dell’infezione, sono stati personalmente trattati nel corso di indagini virologiche eseguite in alcune regioni italiane: Liguria, Lombardia, Veneto e Lazio. Dalla descrizione delle malattie sulle diverse specie ornamentali, appare subito evidente come tutti i casi siano stati alquanto gravi, spesso letali, soprattutto se l’infezione ha colpito piante molto giovani. I sintomi da INSV, infatti, possono interessare non solo l’apparato fogliare, ma anche fiori ed organi ipogei (vedi la glossinia). Le piante ornamentali infette, sia nei vivai che nelle coltivazioni, devono essere eliminate tempestivamente, il che implica una diagnosi precoce. Ma, la stessa aspecificità dei sintomi, talvolta confondibili con quelli da infezioni fungine (Phytophtora parasitica, Gleosporium spp., ecc.) o batteriche (Xanthomonas campestris) costituiscono un’ulteriore insidia che può fuorviare la diagnosi visiva e ritardare pericolosamente l’eliminazione dei focolai d’infezione.

M.G.Bellardi, L.Cavicchi, G.Parrella (2013). Specie ornamentali infette da INSV in Italia. IL FLORICULTORE, 12, 38-43.

Specie ornamentali infette da INSV in Italia

BELLARDI, MARIA GRAZIA;CAVICCHI, LISA;
2013

Abstract

Lo scenario delle virosi della piante ornamentali in Italia è stato fortemente “scosso” all’inizio degli anni ’90 dalla comparsa dei Tospovirus, preceduta di pochi anni da quella del “tripide occidentale dei fiori” Frankliniella occidentalis. Considerando il grave danno economico che ne è conseguito e l’elevata polifagia sia del vettore che dei tospovirus trasmessi, dedichiamo a questi patogeni una serie di articoli per illustrare le più importanti sintomatologie su specie riscontrate infette in Italia, sottolineando quegli aspetti epidemiologici che hanno reso e rendono ancora impossibile debellarli dalle coltivazioni. I due tospovirus più diffusi e pericolosi sono TSWV (virus dell’avvizzimento maculato del pomodoro (su cui ci siamo soffermati nel precedente articolo dedicato alle virosi della calla bianca) ed INSV (virus della maculatura necrotica dell’impatiens). Il primo è la specie nota da maggior tempo, segnalata pressoché ovunque in Italia, mentre INSV inizialmente era considerato non una specie virale a se stante, bensì un “ceppo” di TSWV e quindi indicato come “TSWV ceppo lieve” oppure “TSWV H7”, distinto dal “ceppo grave”, “TSWV L” o “TSWV CNPH” corrispondente all’attuale TSWV. Ne consegue che, per alcuni dei primi casi riscontrati in Italia, permane qualche incertezza sull’esatta identificazione del tospovirus coinvolto. La tabella 1 riporta tutti i casi certi, ossia quelli che dal 1990 ad oggi hanno riguardato INSV, da solo od in associazione con TSWV od altri virus. Quelli che andiamo ad illustrare di seguito, in maniera dettagliata sia per quanto riguarda la sintomatologia che le ipotesi sull’origine dell’infezione, sono stati personalmente trattati nel corso di indagini virologiche eseguite in alcune regioni italiane: Liguria, Lombardia, Veneto e Lazio. Dalla descrizione delle malattie sulle diverse specie ornamentali, appare subito evidente come tutti i casi siano stati alquanto gravi, spesso letali, soprattutto se l’infezione ha colpito piante molto giovani. I sintomi da INSV, infatti, possono interessare non solo l’apparato fogliare, ma anche fiori ed organi ipogei (vedi la glossinia). Le piante ornamentali infette, sia nei vivai che nelle coltivazioni, devono essere eliminate tempestivamente, il che implica una diagnosi precoce. Ma, la stessa aspecificità dei sintomi, talvolta confondibili con quelli da infezioni fungine (Phytophtora parasitica, Gleosporium spp., ecc.) o batteriche (Xanthomonas campestris) costituiscono un’ulteriore insidia che può fuorviare la diagnosi visiva e ritardare pericolosamente l’eliminazione dei focolai d’infezione.
2013
M.G.Bellardi, L.Cavicchi, G.Parrella (2013). Specie ornamentali infette da INSV in Italia. IL FLORICULTORE, 12, 38-43.
M.G.Bellardi; L.Cavicchi; G.Parrella
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