Tra aprile 1724 e giugno 1725, il pittore bolognese Vittorio Maria Bigari con la freschezza ed il brio propri del suo stile interpreta per Marc’Antonio Ranuzzi, nel suo palazzo di città, il programma iconografico, salutare, idillico e gioioso, proposto da Pier Jacopo Martello. Martello, poeta e prosatore bolognese, nell’occasione dichiara di ricercare per l’amico nella natura e nella ragione un «modello infallibile». Accanto al gusto per le forme ancora rococò, il programma evidenzia nella lucida ricerca della funzionalità distributiva, nell’esposizione alla luce, nel tema delle salutari acque termali proposto per la decorazione, l’anticipazione della strategia dei Lumi, strategia che precocemente possiamo individuare anticipata ne Il vero parigino italiano, il testo di Martello pubblicato a Roma nel 1718. Qualche anno prima, nel 1713, Martello aveva accompagnato a Parigi, assieme al Ranuzzi, monsignor Pompeo Aldrovandi, lì inviato quale Nunzio Apostolico. I tre si conoscevano per la comune frequentazione dell’accademia arcadica bolognese, la Colonia Renia. Nell’occasione parigina, oltre a visitare i palazzi di Versailles e del Luxembourg, Martello nei cabinets aristocratici della città aveva potuto conoscere e frequentare Bernard le Bovier de Fontenelle, La Motte, Régnier, il drammaturgo Prosper Jolyot de Crébillon. La fiducia di tutti nel progresso della scienza e della storia li faceva apparire quali anticipatori degli Enciclopedisti. In seguito, per l’appartamento che Pompeo fa realizzare nel palazzo avito degli Aldrovandi, autonomo rispetto al resto del palazzo senatorio, Martello suggerisce di appoggiarsi alle arti e alla storia maestra di civiltà, quella dell’antica Roma e quella degli Aldrovandi stessi. Vittorio Maria Bigari e Stefano Orlandi, l’uno pittore, l’altro quadraturista, ne saranno gli interpreti.

Pier Jacopo Martello (1665-1727) e "Il vero Parigino Italiano"

PIGOZZI, MARINELLA
2013

Abstract

Tra aprile 1724 e giugno 1725, il pittore bolognese Vittorio Maria Bigari con la freschezza ed il brio propri del suo stile interpreta per Marc’Antonio Ranuzzi, nel suo palazzo di città, il programma iconografico, salutare, idillico e gioioso, proposto da Pier Jacopo Martello. Martello, poeta e prosatore bolognese, nell’occasione dichiara di ricercare per l’amico nella natura e nella ragione un «modello infallibile». Accanto al gusto per le forme ancora rococò, il programma evidenzia nella lucida ricerca della funzionalità distributiva, nell’esposizione alla luce, nel tema delle salutari acque termali proposto per la decorazione, l’anticipazione della strategia dei Lumi, strategia che precocemente possiamo individuare anticipata ne Il vero parigino italiano, il testo di Martello pubblicato a Roma nel 1718. Qualche anno prima, nel 1713, Martello aveva accompagnato a Parigi, assieme al Ranuzzi, monsignor Pompeo Aldrovandi, lì inviato quale Nunzio Apostolico. I tre si conoscevano per la comune frequentazione dell’accademia arcadica bolognese, la Colonia Renia. Nell’occasione parigina, oltre a visitare i palazzi di Versailles e del Luxembourg, Martello nei cabinets aristocratici della città aveva potuto conoscere e frequentare Bernard le Bovier de Fontenelle, La Motte, Régnier, il drammaturgo Prosper Jolyot de Crébillon. La fiducia di tutti nel progresso della scienza e della storia li faceva apparire quali anticipatori degli Enciclopedisti. In seguito, per l’appartamento che Pompeo fa realizzare nel palazzo avito degli Aldrovandi, autonomo rispetto al resto del palazzo senatorio, Martello suggerisce di appoggiarsi alle arti e alla storia maestra di civiltà, quella dell’antica Roma e quella degli Aldrovandi stessi. Vittorio Maria Bigari e Stefano Orlandi, l’uno pittore, l’altro quadraturista, ne saranno gli interpreti.
2013
Crocevia e capitale della migrazione artistica: forestieri a Bologna e bolognesi nel mondo (secolo XVIII)
37
51
Pigozzi M.
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