La Postfazione presenta le più rilevanti innovazioni introdotte nei singoli paesi oggetto della ricerca, con preciso riferimento ai curricoli scolastici inerenti agli ordini e gradi scolastici presi in esame. In aderenza alle finalità e agli obiettivi della ricerca, punteremo i riflettori proprio sugli aspetti epistemologici, didattici e metodologici che ci permetteranno di rilevare, dedurre o evidenziare le caratteristiche salienti del “curricolo implicito” prescolare e dell’obbligo, dei paesi europei indagati. Tutto questo, come vedremo, reclama di non trascurare né le indicazioni didattiche o gli orientamenti espliciti (o impliciti) rivolti a educatori e docenti, né le eventuali innovazioni legate alla formazione iniziale e/o in servizio del corpo docente. I cambiamenti più significativi introdotti nei differenti paesi europei tra il 2010 e il 2012 riguardano, principalmente, i curricoli della Svezia e della Finlandia. Nel corso dell’ultimo anno, per esempio, in Finlandia è in atto una radicale riorganizzazione dei ministeri deputati alle politiche educative. Più in particolare, va segnalato che la gestione e l’amministrazione dell’educazione e delle politiche educative sono state definitivamente trasferite al nuovo Ministero della cultura e dell’educazione (Ministry of Education and Culture). A questa nevralgica opzione si è affiancato – in linea con le nuove politiche volte a sostenere una formazione diffusa e permanente – il varo di un piano a sostegno sia dell’educazione permanente e degli adulti, sia dell’alta formazione, attraverso il Programma Assessment of Higher Education Learning Outcomes (AHELO). Inoltre, l’attuale Ministero dell’educazione e della Cultura (nel marzo 2012) ha pubblicato un interessante dossier intitolato Education and Research 2011-2016. A development plan. Si tratta di un articolato “piano di sviluppo quinquennale” che prevede due specifici capitoli volti a ri-definire proprio le finalità dell’educazione e della didattica per la scuola dell’infanzia e per la scuola dell’obbligo. Nello specifico vediamo che nel capitolo intitolato Early childhood education (pp. 21-24 del suddetto dossier) si fa esplicito riferimento ad una pre-primary education intesa come proposta- ponte, con funzione di cerniera, proprio per assicurare una maggiore continuità tra la scuola dell’infanzia ed il livello scolastico successivo (basic education). Ci siamo soffermati ad anticipare alcuni aspetti peculiari del sistema finlandese, poiché ci appaiono nodali per poter ri-pensare la formazione mirando a processi formativi articolati ed efficaci che si snodano lungo “tutto l’arco della vita”. Volti allo sviluppo di una formazione mirata e attenta a rispondere alle esigenze dell’economia e del mercato (del lavoro), ma non disgiunta dalla prospettiva di più ampio respiro tracciata dalla “società della conoscenza” che punta ad una “formazione globale” delle future generazioni. Vale a dire futuri cittadini attivi, democratici e solidali, capaci di dialogare in modo pacifico con culture, religioni e pensieri differentidai propri.

Postfazione. Quadro sinottico inerente a recenti, rilevanti disposizioni legislative europee

GALLERANI, MANUELA
2013

Abstract

La Postfazione presenta le più rilevanti innovazioni introdotte nei singoli paesi oggetto della ricerca, con preciso riferimento ai curricoli scolastici inerenti agli ordini e gradi scolastici presi in esame. In aderenza alle finalità e agli obiettivi della ricerca, punteremo i riflettori proprio sugli aspetti epistemologici, didattici e metodologici che ci permetteranno di rilevare, dedurre o evidenziare le caratteristiche salienti del “curricolo implicito” prescolare e dell’obbligo, dei paesi europei indagati. Tutto questo, come vedremo, reclama di non trascurare né le indicazioni didattiche o gli orientamenti espliciti (o impliciti) rivolti a educatori e docenti, né le eventuali innovazioni legate alla formazione iniziale e/o in servizio del corpo docente. I cambiamenti più significativi introdotti nei differenti paesi europei tra il 2010 e il 2012 riguardano, principalmente, i curricoli della Svezia e della Finlandia. Nel corso dell’ultimo anno, per esempio, in Finlandia è in atto una radicale riorganizzazione dei ministeri deputati alle politiche educative. Più in particolare, va segnalato che la gestione e l’amministrazione dell’educazione e delle politiche educative sono state definitivamente trasferite al nuovo Ministero della cultura e dell’educazione (Ministry of Education and Culture). A questa nevralgica opzione si è affiancato – in linea con le nuove politiche volte a sostenere una formazione diffusa e permanente – il varo di un piano a sostegno sia dell’educazione permanente e degli adulti, sia dell’alta formazione, attraverso il Programma Assessment of Higher Education Learning Outcomes (AHELO). Inoltre, l’attuale Ministero dell’educazione e della Cultura (nel marzo 2012) ha pubblicato un interessante dossier intitolato Education and Research 2011-2016. A development plan. Si tratta di un articolato “piano di sviluppo quinquennale” che prevede due specifici capitoli volti a ri-definire proprio le finalità dell’educazione e della didattica per la scuola dell’infanzia e per la scuola dell’obbligo. Nello specifico vediamo che nel capitolo intitolato Early childhood education (pp. 21-24 del suddetto dossier) si fa esplicito riferimento ad una pre-primary education intesa come proposta- ponte, con funzione di cerniera, proprio per assicurare una maggiore continuità tra la scuola dell’infanzia ed il livello scolastico successivo (basic education). Ci siamo soffermati ad anticipare alcuni aspetti peculiari del sistema finlandese, poiché ci appaiono nodali per poter ri-pensare la formazione mirando a processi formativi articolati ed efficaci che si snodano lungo “tutto l’arco della vita”. Volti allo sviluppo di una formazione mirata e attenta a rispondere alle esigenze dell’economia e del mercato (del lavoro), ma non disgiunta dalla prospettiva di più ampio respiro tracciata dalla “società della conoscenza” che punta ad una “formazione globale” delle future generazioni. Vale a dire futuri cittadini attivi, democratici e solidali, capaci di dialogare in modo pacifico con culture, religioni e pensieri differentidai propri.
2013
La Scuola europea tra istruzione ed educazione
131
147
M. Gallerani
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