La recente normativa a protezione dal rischio sismico in Italia impone, prioritariamente all’esecuzione di interventi strutturali sulle costruzioni esistenti, una attenta definizione dello stato di fatto. Per quanto riguarda gli edifici in muratura, come per quelli in cemento armato, è necessario valutare le proprietà meccaniche dei materiali in opera. In questo articolo vengono dapprima brevemente descritte le tecniche che possono essere impiegate a questo fine. Vengono poi riportati alcuni risultati ottenuti nel corso di una ricerca sperimentale tuttora in fase di svolgimento. L’impostazione non più prescrittiva, ma piuttosto prestazionale attribuita alla valutazione di sicurezza degli edifici esistenti, introdotta dalla recente normativa a protezione dal rischio sismico in Italia, attualmente in evoluzione, costituisce un elemento innovativo nel panorama italiano. La cancellazione dell’unificazione di approccio tra progettazione di nuove costruzioni e riabilitazione di costruzioni esistenti implica il riconoscimento di differenze in termini di conoscibilità delle due categorie di strutture, come all’interno della seconda. Per gli edifici esistenti, la valutazione dello stato di fatto assume un ruolo imprescindibile nella corretta progettazione dell’intervento di miglioramento o adeguamento e richiede che vengano acquisite informazioni su molteplici aspetti della costruzione, inclusi dati dimensionali relativi a elementi strutturali, difetti locali presenti nei materiali o nei particolari costruttivi, collegamenti e caratteristiche meccaniche dei materiali impiegati. La quantità e qualità dei dati raccolti attraverso varie fonti determina il metodo di analisi e l’onerosità dei coefficienti parziali di sicurezza da impiegarsi nel calcolo. L’acquisizione dei dati può avvenire anche attraverso prove e verifiche da svolgersi direttamente in sito su materiali e particolari costruttivi. Le prove non distruttive sono ammesse a questi scopi e ad oggi metodologie e tecniche di indagine diversificate sono disponibili per eseguire prove anche su edifici esistenti in muratura, in maniera efficace, affidabile ed economica, allo scopo di fornire dati utili allo strutturista. Tra le principali, si nominano le prove con i martinetti piatti, lo sclerometro, il penetrometro, i microcarotaggi, le prove soniche, l’impact-echo, la termografia, il georadar, la conduttivita’ elettrica, l’endoscopia. Il presente contributo, dopo averne brevemente enunciato il principio di funzionamento, prende in esame alcune delle tecniche di uso più diffuso per sottolinearne potenzialità di applicazione e limitazioni, dispendiosità in termini di tempo e di strumentazione, facilità d’impiego e d’interpretazione dei dati. Lo scopo e’ quello di fornire all’utente una panoramica realistica delle capacità di ciascuna tecnica a fornire dati quali-quantitativi in ausilio alla valutazione strutturale di edifici in muratura. Vengono anche presentati alcuni risultati di una campagna sperimentale, tuttora in atto, finalizzata a valutare le potenzialità di alcune tecniche non distruttive o semi-distruttive applicabili alle murature esistenti.
Pascale G., Bonfiglioli B., Colla C. (2005). Tecniche di indagine non distruttiva per la diagnostica strutturale della muratura, alla luce delle recenti normative antisismiche. BRESCIA : AIPnD.
Tecniche di indagine non distruttiva per la diagnostica strutturale della muratura, alla luce delle recenti normative antisismiche
PASCALE GUIDOTTI MAGNANI, GIOVANNI;BONFIGLIOLI, BARBARA;COLLA, CAMILLA
2005
Abstract
La recente normativa a protezione dal rischio sismico in Italia impone, prioritariamente all’esecuzione di interventi strutturali sulle costruzioni esistenti, una attenta definizione dello stato di fatto. Per quanto riguarda gli edifici in muratura, come per quelli in cemento armato, è necessario valutare le proprietà meccaniche dei materiali in opera. In questo articolo vengono dapprima brevemente descritte le tecniche che possono essere impiegate a questo fine. Vengono poi riportati alcuni risultati ottenuti nel corso di una ricerca sperimentale tuttora in fase di svolgimento. L’impostazione non più prescrittiva, ma piuttosto prestazionale attribuita alla valutazione di sicurezza degli edifici esistenti, introdotta dalla recente normativa a protezione dal rischio sismico in Italia, attualmente in evoluzione, costituisce un elemento innovativo nel panorama italiano. La cancellazione dell’unificazione di approccio tra progettazione di nuove costruzioni e riabilitazione di costruzioni esistenti implica il riconoscimento di differenze in termini di conoscibilità delle due categorie di strutture, come all’interno della seconda. Per gli edifici esistenti, la valutazione dello stato di fatto assume un ruolo imprescindibile nella corretta progettazione dell’intervento di miglioramento o adeguamento e richiede che vengano acquisite informazioni su molteplici aspetti della costruzione, inclusi dati dimensionali relativi a elementi strutturali, difetti locali presenti nei materiali o nei particolari costruttivi, collegamenti e caratteristiche meccaniche dei materiali impiegati. La quantità e qualità dei dati raccolti attraverso varie fonti determina il metodo di analisi e l’onerosità dei coefficienti parziali di sicurezza da impiegarsi nel calcolo. L’acquisizione dei dati può avvenire anche attraverso prove e verifiche da svolgersi direttamente in sito su materiali e particolari costruttivi. Le prove non distruttive sono ammesse a questi scopi e ad oggi metodologie e tecniche di indagine diversificate sono disponibili per eseguire prove anche su edifici esistenti in muratura, in maniera efficace, affidabile ed economica, allo scopo di fornire dati utili allo strutturista. Tra le principali, si nominano le prove con i martinetti piatti, lo sclerometro, il penetrometro, i microcarotaggi, le prove soniche, l’impact-echo, la termografia, il georadar, la conduttivita’ elettrica, l’endoscopia. Il presente contributo, dopo averne brevemente enunciato il principio di funzionamento, prende in esame alcune delle tecniche di uso più diffuso per sottolinearne potenzialità di applicazione e limitazioni, dispendiosità in termini di tempo e di strumentazione, facilità d’impiego e d’interpretazione dei dati. Lo scopo e’ quello di fornire all’utente una panoramica realistica delle capacità di ciascuna tecnica a fornire dati quali-quantitativi in ausilio alla valutazione strutturale di edifici in muratura. Vengono anche presentati alcuni risultati di una campagna sperimentale, tuttora in atto, finalizzata a valutare le potenzialità di alcune tecniche non distruttive o semi-distruttive applicabili alle murature esistenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.