L’articolo approfondisce i requisiti di ammissibilità dei patti di non concorrenza del lavoratore nelle imprese non lucrative di utilità sociale. Dal confronto con talune esperienze straniere, specialmente quella statunitense, emergono non poche criticità operative, in particolare ove l’accordo miri a limitare la libertà del lavoratore di migrare da un ente non lucrativo a un altro. L’esegesi dell’art. 2125 c.c. s’intreccia con lo studio del decreto sull'impresa sociale, in particolare con l’art. 3, che fissa il divieto di distribuzione degli utili. Ma anche le condizioni per la sua deroga.

Patti di non concorrenza e impresa sociale

QUARTA, FRANCESCO
2013

Abstract

L’articolo approfondisce i requisiti di ammissibilità dei patti di non concorrenza del lavoratore nelle imprese non lucrative di utilità sociale. Dal confronto con talune esperienze straniere, specialmente quella statunitense, emergono non poche criticità operative, in particolare ove l’accordo miri a limitare la libertà del lavoratore di migrare da un ente non lucrativo a un altro. L’esegesi dell’art. 2125 c.c. s’intreccia con lo studio del decreto sull'impresa sociale, in particolare con l’art. 3, che fissa il divieto di distribuzione degli utili. Ma anche le condizioni per la sua deroga.
2013
Francesco Quarta
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/190331
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