Investire correttamente in prevenzione rappresenta un ottimo impiego delle risorse aziendali e comporta rientri relativamente veloci a tassi del tutto competitivi con i normali investimenti produttivi. L’investimento in sicurezza non può però prescindere da un’attenta analisi dei costi legati alla mancata prevenzione. Il costo della non sicurezza, infatti, si esplicita in una serie di voci che vanno ben oltre i semplici costi assicurativi sostenuti dall’INAIL per risarcire l’evento infortunistico: vi sono i costi che ricadono direttamente sull’impresa e che comprendono ad esempio la perdita di produzione, comprendendo anche i fermi di produzione connessi all’attività giudiziaria, i risarcimenti complementari ed i relativi costi legali, eventuali danni materiali connessi all’incidente, l’aumento dei premi assicurativi, le implicazioni sulle gare di appalto, ecc… Alcuni studi mostrano infatti come i costi assicurativi siano soltanto la punta di un iceberg, in quanto, connesso all’infortunio, esiste un costo difficilmente visibile che supera di gran lunga quello assicurativo, con un rapporto dell’ordine di 1 a 11. Inail, con riferimento al 2010, anno nel quale ha censito circa 800 mila infortuni sul lavoro, ha stimato che gli infortuni occorsi hanno avuto conseguenze sul sistema previdenziale, d'impresa, sanitario e, in generale, economico per il Paese, pari a 24 miliardi di euro (dato in calo rispetto a periodi precedenti). Il singolo infortunio sul lavoro ha quindi dei costi sul 'sistema Italia' pari a circa 30 mila euro/evento. Di questo rilevante costo il 60% ricade direttamente sulle aziende, mentre il restante 40% è sostenuto dalla collettività.
Saccani C, Bianchini A, Pellegrini M, Pacini V (2013). Indicatore per l’analisi dei costi della sicurezza nei luoghi di lavoro. IMPIANTISTICA ITALIANA, 1, 63-73.
Indicatore per l’analisi dei costi della sicurezza nei luoghi di lavoro
SACCANI, CESARE;BIANCHINI, AUGUSTO;PELLEGRINI, MARCO;
2013
Abstract
Investire correttamente in prevenzione rappresenta un ottimo impiego delle risorse aziendali e comporta rientri relativamente veloci a tassi del tutto competitivi con i normali investimenti produttivi. L’investimento in sicurezza non può però prescindere da un’attenta analisi dei costi legati alla mancata prevenzione. Il costo della non sicurezza, infatti, si esplicita in una serie di voci che vanno ben oltre i semplici costi assicurativi sostenuti dall’INAIL per risarcire l’evento infortunistico: vi sono i costi che ricadono direttamente sull’impresa e che comprendono ad esempio la perdita di produzione, comprendendo anche i fermi di produzione connessi all’attività giudiziaria, i risarcimenti complementari ed i relativi costi legali, eventuali danni materiali connessi all’incidente, l’aumento dei premi assicurativi, le implicazioni sulle gare di appalto, ecc… Alcuni studi mostrano infatti come i costi assicurativi siano soltanto la punta di un iceberg, in quanto, connesso all’infortunio, esiste un costo difficilmente visibile che supera di gran lunga quello assicurativo, con un rapporto dell’ordine di 1 a 11. Inail, con riferimento al 2010, anno nel quale ha censito circa 800 mila infortuni sul lavoro, ha stimato che gli infortuni occorsi hanno avuto conseguenze sul sistema previdenziale, d'impresa, sanitario e, in generale, economico per il Paese, pari a 24 miliardi di euro (dato in calo rispetto a periodi precedenti). Il singolo infortunio sul lavoro ha quindi dei costi sul 'sistema Italia' pari a circa 30 mila euro/evento. Di questo rilevante costo il 60% ricade direttamente sulle aziende, mentre il restante 40% è sostenuto dalla collettività.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.