Ontologia e filosofia del linguaggio rappresentano indubbiamente due fra gli aspetti più importanti del pensiero di Hans-Georg Gadamer. Esse sono al centro della terza parte di Verità e metodo, dedicata all’analisi dell’universalità della componente linguistica nella nostra esperienza del mondo, condensata infine nella celebre frase: “L’essere, che può venir compreso, è linguaggio”. Ora, negli oltre 50 anni di “storia degli effetti” di Verità e metodo questi aspetti del pensiero gadameriano hanno spinto diversi interpreti, soprattutto in Italia, a interpretare tale pensiero come una forma di “linguismo”. Nel mio saggio cercherò di mostrare come questa interpretazione sia essenzialmente il frutto di malintesi e di un’erronea tendenza a leggere la filosofia di Gadamer alla luce di certi sviluppi successivi del pensiero ermeneutico, come il “pensiero debole” di Vattimo e il neopragmatismo di Rorty (essi sì inclini a una derealizzazione del mondo e ad una sorta di idealismo linguistico). In questo modo, tenterò anche di mostrare come Gadamer sia rimasto sostanzialmente estraneo ai cosiddetti sviluppi in senso postmoderno dell’ermeneutica e, soprattutto, come la sua concezione del rapporto essere/linguaggio possa semmai venire interpretata come una varietà di realismo, anziché come un idealismo della linguisticità.

L’ermeneutica di Gadamer: idealismo linguistico o realismo? / S. Marino. - In: E/C. - ISSN 1970-7452. - ELETTRONICO. - 17:(2013), pp. 112-117.

L’ermeneutica di Gadamer: idealismo linguistico o realismo?

MARINO, STEFANO
2013

Abstract

Ontologia e filosofia del linguaggio rappresentano indubbiamente due fra gli aspetti più importanti del pensiero di Hans-Georg Gadamer. Esse sono al centro della terza parte di Verità e metodo, dedicata all’analisi dell’universalità della componente linguistica nella nostra esperienza del mondo, condensata infine nella celebre frase: “L’essere, che può venir compreso, è linguaggio”. Ora, negli oltre 50 anni di “storia degli effetti” di Verità e metodo questi aspetti del pensiero gadameriano hanno spinto diversi interpreti, soprattutto in Italia, a interpretare tale pensiero come una forma di “linguismo”. Nel mio saggio cercherò di mostrare come questa interpretazione sia essenzialmente il frutto di malintesi e di un’erronea tendenza a leggere la filosofia di Gadamer alla luce di certi sviluppi successivi del pensiero ermeneutico, come il “pensiero debole” di Vattimo e il neopragmatismo di Rorty (essi sì inclini a una derealizzazione del mondo e ad una sorta di idealismo linguistico). In questo modo, tenterò anche di mostrare come Gadamer sia rimasto sostanzialmente estraneo ai cosiddetti sviluppi in senso postmoderno dell’ermeneutica e, soprattutto, come la sua concezione del rapporto essere/linguaggio possa semmai venire interpretata come una varietà di realismo, anziché come un idealismo della linguisticità.
2013
E/C
L’ermeneutica di Gadamer: idealismo linguistico o realismo? / S. Marino. - In: E/C. - ISSN 1970-7452. - ELETTRONICO. - 17:(2013), pp. 112-117.
S. Marino
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