L’interesse rivolto allo studio di tecniche e modalità costruttive storiche, oltre alla ovvia legittimità sul piano della riflessione scientifica, trova anche in alcune istanze espresse dalle odierne dinamiche formative e professionali che governano il mondo della progettazione e della costruzione, un proprio contesto di riferimento. Il rimando diretto alla categoria del recupero edilizio e del restauro architettonico - nelle quale una esatta comprensione della natura costitutiva dell’opera appare indispensabile - costituisce la più semplice e immediata risposta; al contempo però non esaustiva e sufficiente. Accanto alla indiscussa necessità di indagare il Passato, finalizzata ad una migliore conoscenza del patrimonio esistente e delle problematiche connesse al tema della manutenzione-conservazione, è infatti attiva anche una riflessione che guarda con interesse alle possibilità offerte dalle tecniche costruttive storiche nell’ottica di un loro impiego nel settore dell’innovazione tecnologica. La contraddizione che può essere colta nella correlazione posta fra Storia ed Innovazione, tra Passato e Futuro, è in realtà solo apparente; la differente connotazione assunta dal termine di Progresso in ragione della tipologia di attività a cui si riferisce, rappresenta infatti il dato essenziale della questione. Sulla nozione di Progresso inteso come “superamento dell’ultimo risultato prodotto” si fonda il primario obiettivo e la ragione stessa dell’attività svolta in alcuni settori della ricerca scientifica; il processo evolutivo si sostanzia ovviamente sulla conoscenza dell’esistente, ma ciò solo in ragione di un suo superamento e dunque, nell’atto del suo compimento, sul risultato conseguito. La rapidità con cui si evolve il sapere in alcuni ambiti della riflessione e della produzione scientifica, relegando nello spazio muto e vuoto dell’archeologia i prodotti del passato, non rappresenta in questo senso un riferimento a cui associare le dinamiche che accompagnano la riflessione nel campo dell’architettura, poiché, al contrario, perennemente incentrata su un processo di re-interpretazione del dato esistente. I criteri e le leggi su cui si fonda da sempre il sapere e la pratica del costruire hanno infatti un valore di permanenza che restringono le possibilità concesse all’invenzione e all’innovazione, se non nei termini espressi di miglioramento ed affinamento della realtà. Il senso di tale breve considerazione si presta ad essere misurato all’interno di numerose esperienze esemplari che hanno contrassegnato la Storia del Costruire e dell’Architettura. Nel caso specifico, ovvero volgendo l’attenzione alla vicenda della costruzione voltata stereotomica e restringendo la prospettiva di indagine sul tema della ricerca di procedimenti tecnici improntati sul principio della monoliticità come veicolo per l’ottimizzazione delle prestazioni strutturali, appare infatti possibile individuare correlazioni dirette ed aspetti comuni tra vicende architettoniche e costruttive sostanzialmente differenti sia negli esiti che nella collocazione temporale.
R. Gulli (2004). La Costruzione voltata stereotomica. Re-interpretazione vs innovazione. s.l : s.n.
La Costruzione voltata stereotomica. Re-interpretazione vs innovazione
GULLI, RICCARDO
2004
Abstract
L’interesse rivolto allo studio di tecniche e modalità costruttive storiche, oltre alla ovvia legittimità sul piano della riflessione scientifica, trova anche in alcune istanze espresse dalle odierne dinamiche formative e professionali che governano il mondo della progettazione e della costruzione, un proprio contesto di riferimento. Il rimando diretto alla categoria del recupero edilizio e del restauro architettonico - nelle quale una esatta comprensione della natura costitutiva dell’opera appare indispensabile - costituisce la più semplice e immediata risposta; al contempo però non esaustiva e sufficiente. Accanto alla indiscussa necessità di indagare il Passato, finalizzata ad una migliore conoscenza del patrimonio esistente e delle problematiche connesse al tema della manutenzione-conservazione, è infatti attiva anche una riflessione che guarda con interesse alle possibilità offerte dalle tecniche costruttive storiche nell’ottica di un loro impiego nel settore dell’innovazione tecnologica. La contraddizione che può essere colta nella correlazione posta fra Storia ed Innovazione, tra Passato e Futuro, è in realtà solo apparente; la differente connotazione assunta dal termine di Progresso in ragione della tipologia di attività a cui si riferisce, rappresenta infatti il dato essenziale della questione. Sulla nozione di Progresso inteso come “superamento dell’ultimo risultato prodotto” si fonda il primario obiettivo e la ragione stessa dell’attività svolta in alcuni settori della ricerca scientifica; il processo evolutivo si sostanzia ovviamente sulla conoscenza dell’esistente, ma ciò solo in ragione di un suo superamento e dunque, nell’atto del suo compimento, sul risultato conseguito. La rapidità con cui si evolve il sapere in alcuni ambiti della riflessione e della produzione scientifica, relegando nello spazio muto e vuoto dell’archeologia i prodotti del passato, non rappresenta in questo senso un riferimento a cui associare le dinamiche che accompagnano la riflessione nel campo dell’architettura, poiché, al contrario, perennemente incentrata su un processo di re-interpretazione del dato esistente. I criteri e le leggi su cui si fonda da sempre il sapere e la pratica del costruire hanno infatti un valore di permanenza che restringono le possibilità concesse all’invenzione e all’innovazione, se non nei termini espressi di miglioramento ed affinamento della realtà. Il senso di tale breve considerazione si presta ad essere misurato all’interno di numerose esperienze esemplari che hanno contrassegnato la Storia del Costruire e dell’Architettura. Nel caso specifico, ovvero volgendo l’attenzione alla vicenda della costruzione voltata stereotomica e restringendo la prospettiva di indagine sul tema della ricerca di procedimenti tecnici improntati sul principio della monoliticità come veicolo per l’ottimizzazione delle prestazioni strutturali, appare infatti possibile individuare correlazioni dirette ed aspetti comuni tra vicende architettoniche e costruttive sostanzialmente differenti sia negli esiti che nella collocazione temporale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.