La poesia teatrale agisce come una lente d’ingrandimento che focalizza e dilata il carattere triadico della comunicazione, vale a dire, «el continuo verbal-paralingüístico-kinésico formado por sonidos, silencios y por movimientos y por posiciones estáticas» (Poyatos, 1994, p. 130). Questa capacità del verso di «hacer visible lo que no se lee ni se ve» (1994c, p. 147) ha delle implicazioni determinanti per la messa in scena, poiché l’enunciatore lascia la sua impronta in ogni rima. Al di là dell’apparato didascalico, l’enunciatore ci mostra in che modo vede l’azione che sta mostrando e, soprattutto, in che modo vuole che il pubblico l’ascolti e la veda (Thürlemann, 1980). L’esempio seguente può aiutarci a capire questo meccanismo in Nuevo Mundo. Nel testo di Lope non si utilizza la parola invasión, sebbene il montaggio delle azioni sembri suggerirlo. Non ci sono dubbi che lo spazio scenico si presenta come invasión dello spazio dell’altro. Invasión, llegada, conquista, descubrimiento implicano sia da un punto di vista semantico sia culturale un enunciatore testuale radicalmente diverso. Pertanto, ricopre particolare rilevanza la scelta drammaturgica di Lope: il grido «Tierra» e il successivo «desembarco» si producono attraverso un’invasione, prima, dello spazio sonoro dell’isola (con gli indigeni impegnati in dispute di amore e onore) e, dopo, dello spazio visivo.
M.I. Fernandez Garcia (2005). El Nuevo Mundo descubierto por Cristóbal Colón (testo di Lope de Vega). Teatro Diego Fabbri di Forlì..
El Nuevo Mundo descubierto por Cristóbal Colón (testo di Lope de Vega). Teatro Diego Fabbri di Forlì.
FERNANDEZ GARCIA, MARIA ISABEL
Primo
2005
Abstract
La poesia teatrale agisce come una lente d’ingrandimento che focalizza e dilata il carattere triadico della comunicazione, vale a dire, «el continuo verbal-paralingüístico-kinésico formado por sonidos, silencios y por movimientos y por posiciones estáticas» (Poyatos, 1994, p. 130). Questa capacità del verso di «hacer visible lo que no se lee ni se ve» (1994c, p. 147) ha delle implicazioni determinanti per la messa in scena, poiché l’enunciatore lascia la sua impronta in ogni rima. Al di là dell’apparato didascalico, l’enunciatore ci mostra in che modo vede l’azione che sta mostrando e, soprattutto, in che modo vuole che il pubblico l’ascolti e la veda (Thürlemann, 1980). L’esempio seguente può aiutarci a capire questo meccanismo in Nuevo Mundo. Nel testo di Lope non si utilizza la parola invasión, sebbene il montaggio delle azioni sembri suggerirlo. Non ci sono dubbi che lo spazio scenico si presenta come invasión dello spazio dell’altro. Invasión, llegada, conquista, descubrimiento implicano sia da un punto di vista semantico sia culturale un enunciatore testuale radicalmente diverso. Pertanto, ricopre particolare rilevanza la scelta drammaturgica di Lope: il grido «Tierra» e il successivo «desembarco» si producono attraverso un’invasione, prima, dello spazio sonoro dell’isola (con gli indigeni impegnati in dispute di amore e onore) e, dopo, dello spazio visivo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


