Com’è noto, tra il diritto nazionale (altrimenti detto diritto “interno”) e quello comunitario esiste un rapporto di integrazione (e non di coordinamento, come invece avviene tra il diritto interno e quello internazionale) per cui il primo, per potersi completamente realizzare, deve integrarsi nel secondo. Per converso, il legislatore nazionale è chiamato ad una continua opera di aggiornamento e revisione delle norme interne, per adeguarle e renderle congruenti a quelle comunitarie dal momento che, in special modo nei settori dell’agricoltura, sicurezza alimentare e salute pubblica, i due ordinamenti sono rivolti necessariamente ai medesimi destinatari (comunità di soggetti) essendo queste materie comunitarizzate nell’ambito del c.d. “primo pilastro” dell’Unione Europea. Senza entrare nell’analisi della natura di tale rapporto d’integrazione, né di come venga risolto il conflitto eventuale che tra essi può istaurarsi, è però necessario evidenziare che, in queste materie, non sempre risulta agevole identificare il diritto vigente. Ciò è di particolare interesse ed impatto nel settore veterinario e zootecnico, non solo a causa del ritardo che talora si registra nell’adeguamento del diritto nazionale nella fase di recepimento di atti quali le Direttive e le Decisioni, ma anche per il sempre maggior ricorso del legislatore comunitario ad atti direttamente applicabili quali i Regolamenti o, in taluni casi, le c.d. “Direttive dettagliate”. Da tali sintetiche considerazioni ne è derivata l’ipotesi principale del presente lavoro: analizzare quale sia il livello di adattamento dell’ordinamento italiano al corpus juris comunitario in materia di misure di polizia sanitaria per la lotta alle malattie infettive degli animali. In particolare, il nostro obiettivo finale è stato quello di verificare se le malattie infettive degli animali da sottoporre a denuncia obbligatoria a norma dell’art. 1 del Regolamento di Polizia Veterinaria (D.P.R. 320/54) siano le stesse previste dalle norme comunitarie vigenti. Per poter procedere a tale analisi, tuttavia, è utile fare due considerazioni preliminari: la prima relativa ai concetti di denuncia e di notifica di malattia infettiva, la seconda relativa alla metodologia più efficace per l’analisi sistematica del diritto comunitario vigente in materia.

Denuncia delle malattie infettive del bovino in ambito comunitario / A. Peli; R. Pellicciotta; G. Peccolo; S. Cinotti. - In: ATTI DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI BUIATRIA. - ISSN 0393-1382. - STAMPA. - XXXVII:(2005), pp. 391-400. (Intervento presentato al convegno XXXVII Congresso Nazionale della Società Italiana di Buiatria tenutosi a Teramo nel 5,6,7 maggio 2005).

Denuncia delle malattie infettive del bovino in ambito comunitario

PELI, ANGELO;PECCOLO, GIAMPAOLO;CINOTTI, STEFANO
2005

Abstract

Com’è noto, tra il diritto nazionale (altrimenti detto diritto “interno”) e quello comunitario esiste un rapporto di integrazione (e non di coordinamento, come invece avviene tra il diritto interno e quello internazionale) per cui il primo, per potersi completamente realizzare, deve integrarsi nel secondo. Per converso, il legislatore nazionale è chiamato ad una continua opera di aggiornamento e revisione delle norme interne, per adeguarle e renderle congruenti a quelle comunitarie dal momento che, in special modo nei settori dell’agricoltura, sicurezza alimentare e salute pubblica, i due ordinamenti sono rivolti necessariamente ai medesimi destinatari (comunità di soggetti) essendo queste materie comunitarizzate nell’ambito del c.d. “primo pilastro” dell’Unione Europea. Senza entrare nell’analisi della natura di tale rapporto d’integrazione, né di come venga risolto il conflitto eventuale che tra essi può istaurarsi, è però necessario evidenziare che, in queste materie, non sempre risulta agevole identificare il diritto vigente. Ciò è di particolare interesse ed impatto nel settore veterinario e zootecnico, non solo a causa del ritardo che talora si registra nell’adeguamento del diritto nazionale nella fase di recepimento di atti quali le Direttive e le Decisioni, ma anche per il sempre maggior ricorso del legislatore comunitario ad atti direttamente applicabili quali i Regolamenti o, in taluni casi, le c.d. “Direttive dettagliate”. Da tali sintetiche considerazioni ne è derivata l’ipotesi principale del presente lavoro: analizzare quale sia il livello di adattamento dell’ordinamento italiano al corpus juris comunitario in materia di misure di polizia sanitaria per la lotta alle malattie infettive degli animali. In particolare, il nostro obiettivo finale è stato quello di verificare se le malattie infettive degli animali da sottoporre a denuncia obbligatoria a norma dell’art. 1 del Regolamento di Polizia Veterinaria (D.P.R. 320/54) siano le stesse previste dalle norme comunitarie vigenti. Per poter procedere a tale analisi, tuttavia, è utile fare due considerazioni preliminari: la prima relativa ai concetti di denuncia e di notifica di malattia infettiva, la seconda relativa alla metodologia più efficace per l’analisi sistematica del diritto comunitario vigente in materia.
2005
391
400
Denuncia delle malattie infettive del bovino in ambito comunitario / A. Peli; R. Pellicciotta; G. Peccolo; S. Cinotti. - In: ATTI DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI BUIATRIA. - ISSN 0393-1382. - STAMPA. - XXXVII:(2005), pp. 391-400. (Intervento presentato al convegno XXXVII Congresso Nazionale della Società Italiana di Buiatria tenutosi a Teramo nel 5,6,7 maggio 2005).
A. Peli; R. Pellicciotta; G. Peccolo; S. Cinotti
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/16566
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