L’articolo analizza la vittoria di François Hollande nella corsa presidenziale francese spiegando come essa sia stata possibile nonostante al candidato socialista mancassero almeno due caratteristiche ritenute indispensabili per raggiungere la magistratura suprema: una solida esperienza governativa e un carisma personale capace di sedurre i francesi. Due sono stati i fattori che si sono rivelati decisivi nella vittoria del «candidato normale»: in primo luogo ha potuto contare sul discredito del presidente uscente e sulla pratica del voto-sanzione che negli ultimi tre anni in Europa ha sempre punito i governi uscenti. Ma se l’antisarkozysmo diffuso è stato il cemento capace di aggregare un elettorato eterogeneo, esso non può oscurare un mutamento significativo nella legittimazione della leadership politica. L’idea diffusa secondo la quale i governi, di fronte alla crisi economica, abbiano un margine di manovra ridotto, non ha alimentato – come molti avevano vaticinato alla vigilia – l’astensionismo (18,9% al secondo turno) ma ha piuttosto sancito il declino dell’età degli «uomini della provvidenza». I francesi hanno ritenuto che questi tempi di crisi richiedano più prudenza, affidabilità e competenza che magniloquenza e impeto e hanno dato fiducia alla forza tranquilla e alla promessa di riconciliazione nazionale del candidato socialista.

Un normale socialista?

BRIZZI, RICCARDO
2012

Abstract

L’articolo analizza la vittoria di François Hollande nella corsa presidenziale francese spiegando come essa sia stata possibile nonostante al candidato socialista mancassero almeno due caratteristiche ritenute indispensabili per raggiungere la magistratura suprema: una solida esperienza governativa e un carisma personale capace di sedurre i francesi. Due sono stati i fattori che si sono rivelati decisivi nella vittoria del «candidato normale»: in primo luogo ha potuto contare sul discredito del presidente uscente e sulla pratica del voto-sanzione che negli ultimi tre anni in Europa ha sempre punito i governi uscenti. Ma se l’antisarkozysmo diffuso è stato il cemento capace di aggregare un elettorato eterogeneo, esso non può oscurare un mutamento significativo nella legittimazione della leadership politica. L’idea diffusa secondo la quale i governi, di fronte alla crisi economica, abbiano un margine di manovra ridotto, non ha alimentato – come molti avevano vaticinato alla vigilia – l’astensionismo (18,9% al secondo turno) ma ha piuttosto sancito il declino dell’età degli «uomini della provvidenza». I francesi hanno ritenuto che questi tempi di crisi richiedano più prudenza, affidabilità e competenza che magniloquenza e impeto e hanno dato fiducia alla forza tranquilla e alla promessa di riconciliazione nazionale del candidato socialista.
2012
Riccardo Brizzi
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