Attraverso una sistematica ricognizione delle fonti bibliografiche e d’archivio oggi a disposizione, il saggio si propone di ricostruire le principali direttrici operative alle quali Luigi Squarzina si ispirò nel lungo periodo da lui trascorso alla guida di teatri pubblici, dapprima presso il Teatro Stabile di Genova (1962-1976), quindi presso il Teatro di Roma (1976-1983). Sul filo di un’attenta analisi del repertorio frequentato, delle scelte registiche compiute, degli interventi gestionali progettati e delle politiche culturali poste in essere, si cerca di dimostrare come, nel solco dello spirito neohegeliano che sembra improntare di sé la sua poetica scenica, durante i suoi mandati di direttore artistico Squarzina, tanto a Genova quanto a Roma, sia stato incline ad intrecciare l’amministrazione della cosa pubblica e la prassi registica in un sistema operativo organico di carattere scopertamente engagé e di natura “riformatrice” perfettamente in linea con la sua radicata convinzione storico-teorica secondo la quale, lungi dal configurarsi come “rivoluzione”, nel secondo dopoguerra la regia sarebbe stata in Italia una “opposizione” che ha guadagnato il potere e lo ha esercitato indisturbata per svariati decenni. Nel quadro di una ricostruzione della storia del nostro Paese a cavallo tra gli anni Sessanta e i primo anni Ottanta, il saggio si propone altresì di indagare le profonde ingerenze della politica nell’evoluzione del nostro sistema teatrale con particolare attenzione al problema della lottizzazione delle cariche pubbliche e delle frizioni interne ai partiti di sinistra (PCI e PSI).

C. Longhi (2013). Un “oppositore” al potere: Luigi Squarzina direttore di teatri stabili. Roma : Scienze e Lettere. Editore Commerciale.

Un “oppositore” al potere: Luigi Squarzina direttore di teatri stabili

LONGHI, CLAUDIO
2013

Abstract

Attraverso una sistematica ricognizione delle fonti bibliografiche e d’archivio oggi a disposizione, il saggio si propone di ricostruire le principali direttrici operative alle quali Luigi Squarzina si ispirò nel lungo periodo da lui trascorso alla guida di teatri pubblici, dapprima presso il Teatro Stabile di Genova (1962-1976), quindi presso il Teatro di Roma (1976-1983). Sul filo di un’attenta analisi del repertorio frequentato, delle scelte registiche compiute, degli interventi gestionali progettati e delle politiche culturali poste in essere, si cerca di dimostrare come, nel solco dello spirito neohegeliano che sembra improntare di sé la sua poetica scenica, durante i suoi mandati di direttore artistico Squarzina, tanto a Genova quanto a Roma, sia stato incline ad intrecciare l’amministrazione della cosa pubblica e la prassi registica in un sistema operativo organico di carattere scopertamente engagé e di natura “riformatrice” perfettamente in linea con la sua radicata convinzione storico-teorica secondo la quale, lungi dal configurarsi come “rivoluzione”, nel secondo dopoguerra la regia sarebbe stata in Italia una “opposizione” che ha guadagnato il potere e lo ha esercitato indisturbata per svariati decenni. Nel quadro di una ricostruzione della storia del nostro Paese a cavallo tra gli anni Sessanta e i primo anni Ottanta, il saggio si propone altresì di indagare le profonde ingerenze della politica nell’evoluzione del nostro sistema teatrale con particolare attenzione al problema della lottizzazione delle cariche pubbliche e delle frizioni interne ai partiti di sinistra (PCI e PSI).
2013
Luigi Squarzina: studioso, drammaturgo e regista teatrale
107
122
C. Longhi (2013). Un “oppositore” al potere: Luigi Squarzina direttore di teatri stabili. Roma : Scienze e Lettere. Editore Commerciale.
C. Longhi
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