Traduzione integrale di un capitolo del libro Kul’tura jakyka (La cultura della lingua), pubblicato in Russia nel 1924, di G.O. Vinokur, uno degli autori più importanti della stagione critica russa, letteraria e linguistica, di inizio secolo scorso - una delle voci più autorevoli, assieme tra gli altri a R. Jakobson e B. Tomashevskij, del Circolo Linguistico di Mosca, massimo studioso di Pushkin, membro dell’Accademia Statale GAChN, autore di rara originalità e indipendenza di pensiero. Lo affrontiamo qui nella sua prima monografia, a lungo rimasta pressoché sconosciuta al lettore, malgrado la sua pregnanza e portata critica: essa verrà infatti ripubblicata in Russia per la prima volta solo nel 2006 – e da questa edizione qui traduciamo. In questo capitolo l’autore affronta le radici e la valenza della cosiddetta “semplicità” dello stile pushkiniano, sull’analisi, in particolare, del materiale pubblicistico ed epistolare del massimo poeta russo. Un’incursione nel “laboratorio dello scrittore” per ricostruire la genesi della sua rivoluzione letteraria. Anche sulla base dell’analisi dell’atteggiamento letterario di Pushkin, emerge in queste pagine l’affermazione di una “cultura della lingua” tanto più importante e suggestiva oggi, in un momento in cui la lingua, e la lingua russa in particolare, si trova, su riconoscimento dei linguisti stessi, “sull’orlo di una crisi di nervi” – in un momento altresì di “esplosione” culturale, per usare invece la felicissima intuizione di Ju. Lotman. Queste pagine esibiscono una volta di più la necessità di rimettere in circolo l’intraducibilità culturale, cioè linguistica, del più grande scrittore russo, e insieme il pensiero di un grande linguista che sceglie la letteratura come luogo eletto di riflessione sulla lingua. Sulla cultura della lingua. Sulla cultura. La riaffermazione di un’etica, cioè un’estetica, della scrittura, che ci restituisce intatta la forza di un pensatore critico che nella sua analisi mostra evidente la necessità di un superamento dei limiti angusti di competenze specifiche. L’affermazione di una poetica come scienza della parola, basata sulla linguistica e sulla stilistica. Come etica della parola: al di là di ogni divisione scientifica. Il recupero della parola di questo “classico dimenticato” permette altresì di ristabilire la correttezza di visione e interpretazione storica di uno dei momenti più fertili della riflessione linguistica e letteraria moderna. La nostra traduzione è parte di un progetto editoriale che prevede la traduzione integrale del volume, corredata, a conclusione della pubblicazione, di ampio commento di carattere storico, filologico, critico letterario.

Cultura della lingua: Pushkin prosatore

DE MICHIEL, MARGHERITA
2013

Abstract

Traduzione integrale di un capitolo del libro Kul’tura jakyka (La cultura della lingua), pubblicato in Russia nel 1924, di G.O. Vinokur, uno degli autori più importanti della stagione critica russa, letteraria e linguistica, di inizio secolo scorso - una delle voci più autorevoli, assieme tra gli altri a R. Jakobson e B. Tomashevskij, del Circolo Linguistico di Mosca, massimo studioso di Pushkin, membro dell’Accademia Statale GAChN, autore di rara originalità e indipendenza di pensiero. Lo affrontiamo qui nella sua prima monografia, a lungo rimasta pressoché sconosciuta al lettore, malgrado la sua pregnanza e portata critica: essa verrà infatti ripubblicata in Russia per la prima volta solo nel 2006 – e da questa edizione qui traduciamo. In questo capitolo l’autore affronta le radici e la valenza della cosiddetta “semplicità” dello stile pushkiniano, sull’analisi, in particolare, del materiale pubblicistico ed epistolare del massimo poeta russo. Un’incursione nel “laboratorio dello scrittore” per ricostruire la genesi della sua rivoluzione letteraria. Anche sulla base dell’analisi dell’atteggiamento letterario di Pushkin, emerge in queste pagine l’affermazione di una “cultura della lingua” tanto più importante e suggestiva oggi, in un momento in cui la lingua, e la lingua russa in particolare, si trova, su riconoscimento dei linguisti stessi, “sull’orlo di una crisi di nervi” – in un momento altresì di “esplosione” culturale, per usare invece la felicissima intuizione di Ju. Lotman. Queste pagine esibiscono una volta di più la necessità di rimettere in circolo l’intraducibilità culturale, cioè linguistica, del più grande scrittore russo, e insieme il pensiero di un grande linguista che sceglie la letteratura come luogo eletto di riflessione sulla lingua. Sulla cultura della lingua. Sulla cultura. La riaffermazione di un’etica, cioè un’estetica, della scrittura, che ci restituisce intatta la forza di un pensatore critico che nella sua analisi mostra evidente la necessità di un superamento dei limiti angusti di competenze specifiche. L’affermazione di una poetica come scienza della parola, basata sulla linguistica e sulla stilistica. Come etica della parola: al di là di ogni divisione scientifica. Il recupero della parola di questo “classico dimenticato” permette altresì di ristabilire la correttezza di visione e interpretazione storica di uno dei momenti più fertili della riflessione linguistica e letteraria moderna. La nostra traduzione è parte di un progetto editoriale che prevede la traduzione integrale del volume, corredata, a conclusione della pubblicazione, di ampio commento di carattere storico, filologico, critico letterario.
2013
G.O. Vinokur
Пушкин прозаик
De Michiel, Margherita
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/154811
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