Dalle presidenziali al compromesso di Bruxelles: una nuova «primavera d'Europa» a guida francese?

Gli ultimi due anni sono stati vissuti dalle capitali europee in attesa delle elezioni presidenziali francesi, sperando nell’investitura di un leader in grado di superare l’impasse che Parigi stessa aveva provocato. In secondo luogo i primi passi del neo-eletto Presidente transalpino sono stati tutti diretti a rimettere in moto il processo di integrazione e a ridare alla Francia un ruolo di impulso alle dinamiche comunitarie. Quanto questa ri-partenza rappresenti una svolta in positivo o una regressione per il futuro della Ue è ancora difficilmente valutabile. L’unico dato certo, ad oggi, è quello di un sistema che si è rimesso in movimento innanzitutto grazie alla paziente opera di mediazione del Cancelliere Merkel (Presidente di turno) e al volontarismo del nuovo inquilino dell’Eliseo, impegnati nel rinnovamento di quell’asse franco-tedesco così determinante per edificare l’Europa che a marzo ha festeggiato il suo cinquantesimo compleanno.