Il monitoraggio della fauna ittica si colloca nell’ambito delle attività previste dalla Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE (Water Framework Directive) recepita dal D.Lgs 152/2006 e successive modifiche ed integrazioni per la classificazione dei corpi idrici superficiali; il Decreto individua nell’ISECI - Indice dello Stato Ecologico delle Comunità Ittiche (Zerunian et al., 2009) l’indice da utilizzare per l’Elemento di Qualità Biologica (EQB) fauna ittica. Il presente rapporto tecnico riporta i risultati della prima annualità del progetto triennale 2010/2012 di rilevamento della fauna ittica ed applicazione dell’ISECI sui corsi idrici appenninici e di alta pianura dell’Emilia Romagna commissionata dall’Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell’Emilia Romagna (ARPA) all’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna. Sono stati eseguiti campionamenti della fauna ittica su 27 stazioni distribuite nei sottobacini dei corsi Trebbia, Nure, Parma, Secchia e nei bacini del Reno e dei Fiumi Uniti. In una Tabella sono stati riportati i dati per l’identificazione delle diverse stazioni ed i risultati sintetici dell’applicazione dell’ISECI ed è stata prodotta una rappresentazione cartografica dei risultati. Per ciascun campionamento è stata riportata l’analisi dei risultati con le stazioni presentate secondo un ordine geografico da ovest ad est e da sud a nord. Sono stati quindi analizzati i risultati ottenuti in base al giudizio sullo stato ecologico e alla bibliografia esistente. La condizione della fauna ittica è indicativa dello stato dell’ambiente in cui vive. Valori ottimi o buoni sono quelli auspicabili (anche secondo i criteri di legge) e indicano ambienti idonei. Le carenze riscontrate nelle comunità ittiche sono spesso riconducibili a perdita di habitat per scarsità idrica e/o rimodellazione semplificativa degli alvei, oppure derivano da squilibri nel carico trofico ed infestazione da specie alloctone invasive. Nella discussione viene valutato lo stato ecologico delle comunità ittiche in relazione alla distribuzione territoriale (zona montana, collinare, planiziale) e allo stato dell’ambiente; particolare enfasi viene data alle criticità riscontrate, con analisi delle cause e indicazione degli interventi volti a superarle. Alcuni interventi potrebbero essere risolutivi ma in genere costosi (direttamente o indirettamente) o con tempi di realizzazione fisiologicamente lunghi (ammodernamento della rete di depurazione dei reflui urbani; l’incentivazione di attività agricole sostenibili; il ripristino delle bosco ripario ad alto fusto); altri interventi potrebbero avere una efficienza localizzata nello spazio o nel tempo ma sarebbero di più facile realizzazione (la definizione di deflussi minimi vitali calibrati sulle differenti necessità ambientali dei corsi regionali; il ripristino di fasce tampone per l’abbattimento dell’inquinamento agricolo diffuso; l’interruzione delle attività di rimodellamento banalizzante degli alvei; il ripristino della diversità ambientale con metodologie di riqualificazione fluviale già applicate in Francia, Germania, Olanda e Spagna e testate localmente anche in Italia; l’individuazione e la messa a norma delle infrazioni negli attingimenti e negli scarichi minori diffusi sul territorio; il contenimento di specie ittiche infestanti, siluro in particolare).

Applicazione dell’ISECI nelle acque correnti dell’Emilia-Romagna per l’adeguamento alla Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE. Prima annualità

ZACCANTI, FRANCESCO;ROSSI, GIOVANNI;FALCONI, ROSANNA;MARCHI, ANDREA;PETRUCCI, SILVIA
2011

Abstract

Il monitoraggio della fauna ittica si colloca nell’ambito delle attività previste dalla Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE (Water Framework Directive) recepita dal D.Lgs 152/2006 e successive modifiche ed integrazioni per la classificazione dei corpi idrici superficiali; il Decreto individua nell’ISECI - Indice dello Stato Ecologico delle Comunità Ittiche (Zerunian et al., 2009) l’indice da utilizzare per l’Elemento di Qualità Biologica (EQB) fauna ittica. Il presente rapporto tecnico riporta i risultati della prima annualità del progetto triennale 2010/2012 di rilevamento della fauna ittica ed applicazione dell’ISECI sui corsi idrici appenninici e di alta pianura dell’Emilia Romagna commissionata dall’Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell’Emilia Romagna (ARPA) all’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna. Sono stati eseguiti campionamenti della fauna ittica su 27 stazioni distribuite nei sottobacini dei corsi Trebbia, Nure, Parma, Secchia e nei bacini del Reno e dei Fiumi Uniti. In una Tabella sono stati riportati i dati per l’identificazione delle diverse stazioni ed i risultati sintetici dell’applicazione dell’ISECI ed è stata prodotta una rappresentazione cartografica dei risultati. Per ciascun campionamento è stata riportata l’analisi dei risultati con le stazioni presentate secondo un ordine geografico da ovest ad est e da sud a nord. Sono stati quindi analizzati i risultati ottenuti in base al giudizio sullo stato ecologico e alla bibliografia esistente. La condizione della fauna ittica è indicativa dello stato dell’ambiente in cui vive. Valori ottimi o buoni sono quelli auspicabili (anche secondo i criteri di legge) e indicano ambienti idonei. Le carenze riscontrate nelle comunità ittiche sono spesso riconducibili a perdita di habitat per scarsità idrica e/o rimodellazione semplificativa degli alvei, oppure derivano da squilibri nel carico trofico ed infestazione da specie alloctone invasive. Nella discussione viene valutato lo stato ecologico delle comunità ittiche in relazione alla distribuzione territoriale (zona montana, collinare, planiziale) e allo stato dell’ambiente; particolare enfasi viene data alle criticità riscontrate, con analisi delle cause e indicazione degli interventi volti a superarle. Alcuni interventi potrebbero essere risolutivi ma in genere costosi (direttamente o indirettamente) o con tempi di realizzazione fisiologicamente lunghi (ammodernamento della rete di depurazione dei reflui urbani; l’incentivazione di attività agricole sostenibili; il ripristino delle bosco ripario ad alto fusto); altri interventi potrebbero avere una efficienza localizzata nello spazio o nel tempo ma sarebbero di più facile realizzazione (la definizione di deflussi minimi vitali calibrati sulle differenti necessità ambientali dei corsi regionali; il ripristino di fasce tampone per l’abbattimento dell’inquinamento agricolo diffuso; l’interruzione delle attività di rimodellamento banalizzante degli alvei; il ripristino della diversità ambientale con metodologie di riqualificazione fluviale già applicate in Francia, Germania, Olanda e Spagna e testate localmente anche in Italia; l’individuazione e la messa a norma delle infrazioni negli attingimenti e negli scarichi minori diffusi sul territorio; il contenimento di specie ittiche infestanti, siluro in particolare).
2011
Francesco Zaccanti; Giovanni Rossi; Rosanna Falconi; Simone Capostagno; Andrea Marchi; Gianluca Zuffi; Marco Rinaldi; Silvia Petrucci
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