Gli studi che, in seguito a sismi che hanno interessato il territorio nazionale, sono stati condotti in Italia a decorrere dagli anni Settanta del secolo scorso, hanno aperto nuove e concrete prospettive sul tema della riduzione del rischio sismico dei monumenti. Il Comitato Nazionale per la prevenzione del patrimonio culturale dal rischio sismico, presieduto da Romeo Ballardini sin dagli scorsi anni Ottanta, ha introdotto, sotto il profilo normativo-legislativo, un nuovo approccio al problema del consolidamento dei beni culturali, superando un atteggiamento invecchiato e sostanzialmente improprio, perché ancora dipendente dalla cultura del calcolo dei nuovi edifici a struttura intelaiata. Da tale cultura sono derivati numerosi interventi che hanno stravolto l’identità costruttiva dei manufatti storici facendo uso di tecniche estranee alla loro natura. Queste azioni si sono dimostrate, nel tempo, incompatibili sotto il profilo fisico-chimico e causa di alterazioni nelle fabbriche antiche, con accumuli di rigidezze localizzate e addirittura mutamenti del loro comportamento statico e dinamico. L’attuale normativa esprime anzitutto un nuovo e più consono atteggiamento culturale, un metodo di avvicinamento al tema del miglioramento sismico che stimola riflessioni tese a considerare l’azione progettuale tanto come un atto di comprensione e rispetto storico quanto come un atto tecnico. In tal modo la tecnologia può riaffermarsi nel ruolo e nella funzione, nelle potenzialità e nei limiti che le devono essere riconosciuti. Si delinea, inoltre, una nuova disciplina dai caratteri rigorosamente scientifici ma al contempo storico-critici in cui la viva dialettica fra conoscenza storica, riflessione sulla ‘regola dell’arte’, intuizione e calcolo numerico gioca un ruolo determinante nel prospettare soluzioni consapevoli e coerenti con la natura stessa del manufatto.

Precedenti storici e orientamenti della normativa sismica dei beni culturali. Regole dell’arte, intuizione e calcolo numerico

GALLI, CLAUDIO
2013

Abstract

Gli studi che, in seguito a sismi che hanno interessato il territorio nazionale, sono stati condotti in Italia a decorrere dagli anni Settanta del secolo scorso, hanno aperto nuove e concrete prospettive sul tema della riduzione del rischio sismico dei monumenti. Il Comitato Nazionale per la prevenzione del patrimonio culturale dal rischio sismico, presieduto da Romeo Ballardini sin dagli scorsi anni Ottanta, ha introdotto, sotto il profilo normativo-legislativo, un nuovo approccio al problema del consolidamento dei beni culturali, superando un atteggiamento invecchiato e sostanzialmente improprio, perché ancora dipendente dalla cultura del calcolo dei nuovi edifici a struttura intelaiata. Da tale cultura sono derivati numerosi interventi che hanno stravolto l’identità costruttiva dei manufatti storici facendo uso di tecniche estranee alla loro natura. Queste azioni si sono dimostrate, nel tempo, incompatibili sotto il profilo fisico-chimico e causa di alterazioni nelle fabbriche antiche, con accumuli di rigidezze localizzate e addirittura mutamenti del loro comportamento statico e dinamico. L’attuale normativa esprime anzitutto un nuovo e più consono atteggiamento culturale, un metodo di avvicinamento al tema del miglioramento sismico che stimola riflessioni tese a considerare l’azione progettuale tanto come un atto di comprensione e rispetto storico quanto come un atto tecnico. In tal modo la tecnologia può riaffermarsi nel ruolo e nella funzione, nelle potenzialità e nei limiti che le devono essere riconosciuti. Si delinea, inoltre, una nuova disciplina dai caratteri rigorosamente scientifici ma al contempo storico-critici in cui la viva dialettica fra conoscenza storica, riflessione sulla ‘regola dell’arte’, intuizione e calcolo numerico gioca un ruolo determinante nel prospettare soluzioni consapevoli e coerenti con la natura stessa del manufatto.
2013
XV Convegno ANIDIS - L’Ingegneria Sismica in Italia; Padova, 30 Giugno - 4 Luglio 2013.
non è prevista numerazione
non è prevista numerazione
Galli C
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