Il saggio, a partire da una ricognizione della più recente letteratura critica sull’argomento, vuole proporre una riflessione critica sull’adattamento, sui confini che delimitano tale pratica e, in particolare, sulle questioni specifiche messe in gioco dall’adattamento cinematografico dei testi letterari, all’interno del più vasto campo dei rapporti tra letteratura e cinema. Tali questioni investono in primo luogo l’adattamento dei testi del canone, i ‘grandi’ testi della tradizione occidentale: è soprattutto in questo contesto che viene chiamata in causa la nozione di fedeltà. ‘Fedeltà’ è un termine apparentemente neutrale, che in realtà nasconde sempre un’implicita gerarchia e un atteggiamento difensivo nei confronti di una supposta superiorità assiologica della letteratura come forma ‘alta’, dotata di una dignità, di un’indipendenza creativa che mancherebbero al cinema in quanto arte popolare e di massa. Contro questa assiologia implicita già denunciata con grande anticipo da André Bazin, il saggio vuole mostrare la complessità e la ricchezza dei percorsi tra letteratura e cinema. Prendendo come esempio un film scarsamente conosciuto, quello che Mauro Bolognini realizza nel 1962 a partire dal romanzo Senilità, la riflessione si conclude esplorando alcune delle molteplici implicazioni rintracciabili nella nozione, proposta da Linda Hutcheon, di «identità instabile di un racconto».

Liberamente tratto da... Storie, codici, tragitti, mediazioni tra letteratura e cinema

MENEGHELLI, DONATA
2012

Abstract

Il saggio, a partire da una ricognizione della più recente letteratura critica sull’argomento, vuole proporre una riflessione critica sull’adattamento, sui confini che delimitano tale pratica e, in particolare, sulle questioni specifiche messe in gioco dall’adattamento cinematografico dei testi letterari, all’interno del più vasto campo dei rapporti tra letteratura e cinema. Tali questioni investono in primo luogo l’adattamento dei testi del canone, i ‘grandi’ testi della tradizione occidentale: è soprattutto in questo contesto che viene chiamata in causa la nozione di fedeltà. ‘Fedeltà’ è un termine apparentemente neutrale, che in realtà nasconde sempre un’implicita gerarchia e un atteggiamento difensivo nei confronti di una supposta superiorità assiologica della letteratura come forma ‘alta’, dotata di una dignità, di un’indipendenza creativa che mancherebbero al cinema in quanto arte popolare e di massa. Contro questa assiologia implicita già denunciata con grande anticipo da André Bazin, il saggio vuole mostrare la complessità e la ricchezza dei percorsi tra letteratura e cinema. Prendendo come esempio un film scarsamente conosciuto, quello che Mauro Bolognini realizza nel 1962 a partire dal romanzo Senilità, la riflessione si conclude esplorando alcune delle molteplici implicazioni rintracciabili nella nozione, proposta da Linda Hutcheon, di «identità instabile di un racconto».
2012
Meneghelli D.
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