La realtà del giornalismo si sta trasformando sotto la spinta dei modelli di produzione, distribuzione e consumo dei contenuti informativi online. In particolare questo sta avvenendo con i siti di social network e lo sviluppo più recente del web sociale come luoghi che rendono sempre più evidente l’emergere di una complessa realtà sfumata fra professionisti ed amatori e una centralità delle diverse community di riferimento nel processo. Possiamo quindi tratteggiare questa rivoluzione del giornalismo (Carvin, 2012) e della costruzione dell’informazione tracciandone i contorni attorno ad una realtà fatta di pratiche, strumenti e nuovi soggetti che si relazionano all’interno di un ecosistema mediale mutato dall’intrecciarsi di forme di comunicazione interpersonale e di massa (Boccia Artieri, 2012) e di una cultura del giornalismo che vede sfumare i suoi confini (Valeriani, 2011a). In questo ambito la content curation rappresenta una pratica particolarmente significativa, perché si colloca all’incrocio tra la capacità di creare una propria reputazione online e lo strutturarsi di comunità di riferimento utili per la circolazione dei contenuti trattati. Il curator si pone come nuova figura di disintermediazione nei processi di informazione online anche se re‐intermedia attraverso la sua funzione selettiva. Ma cosa accade nel momento in cui chi si occupa di online content curation porta le sue pratiche offline? In che modo il mondo del giornalismo professionale giudica questa possibile trasformazione? In che modo le community online interpretano questo spostamento off line di una figura nata dentro il web sociale? Il saggio, attraverso uno studio empirico, analizza il caso italiano di Claudia Vago, content curator no‐profit e microcelebrity su Twitter con il nick di @tigella, e si sofferma sul suo progetto profit TOWS (Tigella goes to Occupy Wall Street) finanziato attraverso un crowdfunding online.
Giovanni Boccia Artieri, Augusto Valeriani (2013). “Racconto le rivoluzioni. Dal basso” . Il caso di @tigella tra giornalismo, attivismo, social media curation e celebrità online. MEDIASCAPES JOURNAL, 1, 11-26.
“Racconto le rivoluzioni. Dal basso” . Il caso di @tigella tra giornalismo, attivismo, social media curation e celebrità online
VALERIANI, AUGUSTO
2013
Abstract
La realtà del giornalismo si sta trasformando sotto la spinta dei modelli di produzione, distribuzione e consumo dei contenuti informativi online. In particolare questo sta avvenendo con i siti di social network e lo sviluppo più recente del web sociale come luoghi che rendono sempre più evidente l’emergere di una complessa realtà sfumata fra professionisti ed amatori e una centralità delle diverse community di riferimento nel processo. Possiamo quindi tratteggiare questa rivoluzione del giornalismo (Carvin, 2012) e della costruzione dell’informazione tracciandone i contorni attorno ad una realtà fatta di pratiche, strumenti e nuovi soggetti che si relazionano all’interno di un ecosistema mediale mutato dall’intrecciarsi di forme di comunicazione interpersonale e di massa (Boccia Artieri, 2012) e di una cultura del giornalismo che vede sfumare i suoi confini (Valeriani, 2011a). In questo ambito la content curation rappresenta una pratica particolarmente significativa, perché si colloca all’incrocio tra la capacità di creare una propria reputazione online e lo strutturarsi di comunità di riferimento utili per la circolazione dei contenuti trattati. Il curator si pone come nuova figura di disintermediazione nei processi di informazione online anche se re‐intermedia attraverso la sua funzione selettiva. Ma cosa accade nel momento in cui chi si occupa di online content curation porta le sue pratiche offline? In che modo il mondo del giornalismo professionale giudica questa possibile trasformazione? In che modo le community online interpretano questo spostamento off line di una figura nata dentro il web sociale? Il saggio, attraverso uno studio empirico, analizza il caso italiano di Claudia Vago, content curator no‐profit e microcelebrity su Twitter con il nick di @tigella, e si sofferma sul suo progetto profit TOWS (Tigella goes to Occupy Wall Street) finanziato attraverso un crowdfunding online.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


