Allo stato attuale delle ricerche i vantaggi derivanti dalla applicazione ai Beni Culturali [Camaiti, 2010] delle tecniche di Risonanza Magnetica Nucleare (NMR) per i Fluidi nei Mezzi Porosi (MRPM) [Fantazzini, 2005] non hanno più necessità di essere dimostrati, visto la messe di risultati che sono stati ottenuti. Le cose erano ben diverse nella seconda metà degli anni ’90, quando iniziammo la collaborazione con il Prof. Piacenti. Non lo conoscevo di persona. Lo vidi per la prima volta quando venne in visita presso il Laboratorio MRPM dell’Università di Bologna, proponendoci di applicare la tomografia a Risonanza Magnetica a materiali porosi di interesse per i Beni Culturali. Era il lontano 1998, ma ricordo distintamente quella visita, poiché dette l’avvio ad una fruttuosa collaborazione tra l’Università di Bologna ed il CNR. A dieci anni dalla scomparsa di Franco Piacenti, quella attività continua grazie alla sua allieva Mara Camaiti che, fin dall’inizio, costituì l’asse portante della collaborazione, in cui le competenze del fisico dovevano e devono integrarsi con quelle del chimico. Nel corso di questi anni le tecniche MRPM si sono evolute, così come la strumentazione, ed hanno portato alla possibilità di conoscere in modo non distruttivo e non invasivo la struttura dello spazio poroso alle diverse scale, da quella macroscopica a quella micro e nano-metrica, di studiare, tanto per citare alcuni esempi, le prestazioni di protettivi e/o consolidanti, i meccanismi di ingresso dell’acqua nei materiali porosi, le modalità di condensazione d ell’acqua in presenza di sali igroscopici, l’interazione dell’acqua con le macromolecole di materiali biologici come il legno, anche in condizioni di degrado. Unitamente ai vantaggi, gli studi hanno portato alla consapevolezza della importanza di una conoscenza profonda di base delle tecniche per non incorrere in errori di interpretazione derivanti da una analisi superficiale dei risultati. In questo breve articolo verrà sommariamente ripercorso il cammino che ha portato da quella fase pionieristica ai risultati più recenti.

LA RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE PER I FLUIDI NEI MEZZI POROSI APPLICATA AI BENI CULTURALI in memoria di Franco Piacenti

FANTAZZINI, PAOLA
2012

Abstract

Allo stato attuale delle ricerche i vantaggi derivanti dalla applicazione ai Beni Culturali [Camaiti, 2010] delle tecniche di Risonanza Magnetica Nucleare (NMR) per i Fluidi nei Mezzi Porosi (MRPM) [Fantazzini, 2005] non hanno più necessità di essere dimostrati, visto la messe di risultati che sono stati ottenuti. Le cose erano ben diverse nella seconda metà degli anni ’90, quando iniziammo la collaborazione con il Prof. Piacenti. Non lo conoscevo di persona. Lo vidi per la prima volta quando venne in visita presso il Laboratorio MRPM dell’Università di Bologna, proponendoci di applicare la tomografia a Risonanza Magnetica a materiali porosi di interesse per i Beni Culturali. Era il lontano 1998, ma ricordo distintamente quella visita, poiché dette l’avvio ad una fruttuosa collaborazione tra l’Università di Bologna ed il CNR. A dieci anni dalla scomparsa di Franco Piacenti, quella attività continua grazie alla sua allieva Mara Camaiti che, fin dall’inizio, costituì l’asse portante della collaborazione, in cui le competenze del fisico dovevano e devono integrarsi con quelle del chimico. Nel corso di questi anni le tecniche MRPM si sono evolute, così come la strumentazione, ed hanno portato alla possibilità di conoscere in modo non distruttivo e non invasivo la struttura dello spazio poroso alle diverse scale, da quella macroscopica a quella micro e nano-metrica, di studiare, tanto per citare alcuni esempi, le prestazioni di protettivi e/o consolidanti, i meccanismi di ingresso dell’acqua nei materiali porosi, le modalità di condensazione d ell’acqua in presenza di sali igroscopici, l’interazione dell’acqua con le macromolecole di materiali biologici come il legno, anche in condizioni di degrado. Unitamente ai vantaggi, gli studi hanno portato alla consapevolezza della importanza di una conoscenza profonda di base delle tecniche per non incorrere in errori di interpretazione derivanti da una analisi superficiale dei risultati. In questo breve articolo verrà sommariamente ripercorso il cammino che ha portato da quella fase pionieristica ai risultati più recenti.
2012
P. Fantazzini
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