Negli ultimi decenni, ambientalisti, giornalisti, politici e parte dell’opinione pubblica si sono schierati contro l’uso dell’uranio impoverito nelle munizioni e nelle corazzature difensive, chiamando in causa gli effetti potenziali nocivi sulla salute. Ma quali informazioni e conoscenze hanno le persone comuni? Per ovviare ai limiti del paradigma psicometrico, che si è focalizzato prevalentemente sui processi cognitivi trascurando il contesto sociale nel quale la persona è inserita, il presente studio si è proposto di esplorare il contenuto e il campo delle rappresentazioni sociali del rischio “uranio impoverito”. Si è fatto ricorso alla tecnica delle associazioni libere, chiedendo ai partecipanti (N= 1158, età media 26.7 anni, DS = 11.04, 42% uomini, con diverso orientamento politico) di esprimere fino a 3 parole pensando a “uranio impoverito” e di valutarne la positività/negatività su scala a cinque punti da 1 (molto positiva) a 5 (molto negativa). Le analisi condotte sia mediante l’analisi del contenuto tematica che l'analisi delle corrispondenze lessicali hanno evidenziato l’organizzazione delle rappresentazioni intorno a differenti nuclei tematici, a carattere prevalentemente negativo: malattia/mortalità, armi e guerra, catastrofe e esplosione atomica. Sono emerse inoltre differenze interessanti nelle rappresentazioni in base al genere, all’età e all’orientamento politico dei partecipanti: le persone più anziane sono più informate e consapevoli, associano termini carichi emotivamente, evocatori anche di un alone di colpevolezza intorno alla “faccenda” dell’uranio impoverito. I giovanissimi invece, poco più che bambini quando il caso uranio impoverito è esploso all’attenzione delle cronache, sono meno esposti alle informazioni e fanno riferimenti a immagini quali bomba atomica e disastro nucleare. Coerentemente con l’effetto dell’uomo bianco, le donne tendono a riportare una maggiore percezione dei rischi associati all’uranio impoverito. L’orientamento politico di destra, rispetto a quello di sinistra, si associa all’utilizzo di termini più neutri e meno carichi emotivamente. In conclusione, i risultati hanno evidenziato che le rappresentazioni sociali dell’uranio impoverito sono organizzate in nuclei di significati riguardanti la morte, la malattia e l’atomica, nonostante non vi siano prove scientifiche che dimostrino la relazione tra l’esposizione all’uranio impoverito e il tumore nelle persone esposte, né che questo rischio riguardi la tecnologia nucleare.
Bruna ZANI, Cinzia ALBANESI, Gabriele PRATI (2012). La rappresentazione sociale del rischio “uranio impoverito”. TEMPUS, 6(3), 235-252.
La rappresentazione sociale del rischio “uranio impoverito”
ZANI, BRUNA;ALBANESI, CINZIA;PRATI, GABRIELE
2012
Abstract
Negli ultimi decenni, ambientalisti, giornalisti, politici e parte dell’opinione pubblica si sono schierati contro l’uso dell’uranio impoverito nelle munizioni e nelle corazzature difensive, chiamando in causa gli effetti potenziali nocivi sulla salute. Ma quali informazioni e conoscenze hanno le persone comuni? Per ovviare ai limiti del paradigma psicometrico, che si è focalizzato prevalentemente sui processi cognitivi trascurando il contesto sociale nel quale la persona è inserita, il presente studio si è proposto di esplorare il contenuto e il campo delle rappresentazioni sociali del rischio “uranio impoverito”. Si è fatto ricorso alla tecnica delle associazioni libere, chiedendo ai partecipanti (N= 1158, età media 26.7 anni, DS = 11.04, 42% uomini, con diverso orientamento politico) di esprimere fino a 3 parole pensando a “uranio impoverito” e di valutarne la positività/negatività su scala a cinque punti da 1 (molto positiva) a 5 (molto negativa). Le analisi condotte sia mediante l’analisi del contenuto tematica che l'analisi delle corrispondenze lessicali hanno evidenziato l’organizzazione delle rappresentazioni intorno a differenti nuclei tematici, a carattere prevalentemente negativo: malattia/mortalità, armi e guerra, catastrofe e esplosione atomica. Sono emerse inoltre differenze interessanti nelle rappresentazioni in base al genere, all’età e all’orientamento politico dei partecipanti: le persone più anziane sono più informate e consapevoli, associano termini carichi emotivamente, evocatori anche di un alone di colpevolezza intorno alla “faccenda” dell’uranio impoverito. I giovanissimi invece, poco più che bambini quando il caso uranio impoverito è esploso all’attenzione delle cronache, sono meno esposti alle informazioni e fanno riferimenti a immagini quali bomba atomica e disastro nucleare. Coerentemente con l’effetto dell’uomo bianco, le donne tendono a riportare una maggiore percezione dei rischi associati all’uranio impoverito. L’orientamento politico di destra, rispetto a quello di sinistra, si associa all’utilizzo di termini più neutri e meno carichi emotivamente. In conclusione, i risultati hanno evidenziato che le rappresentazioni sociali dell’uranio impoverito sono organizzate in nuclei di significati riguardanti la morte, la malattia e l’atomica, nonostante non vi siano prove scientifiche che dimostrino la relazione tra l’esposizione all’uranio impoverito e il tumore nelle persone esposte, né che questo rischio riguardi la tecnologia nucleare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


