Storia clinica del caso: paziente di sesso maschile, fumatore , di 58 anni. Nodulo polmonare del lobo superiore dx, di 3 cm. Nel tessuto polmonare a distanza dalla neoplasia,macroscopicamente indenne da neoplasia, si rilevano all’istologia, aree multiple di 3-4 mm,con setti rivestiti da pneumociti atipici. Diagnosi: focolai di iperplasia adenomatosa atipica associata ad adenocarcinoma Commento: L’iperplasia adenomatosa atipica (IAA) , entità definita recentemente anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è considerata il precursore dell’adenocarcinoma (AD) e del carcinoma bronchiolo-alveolare (BAC). La IAA è, per definizione, una lesione di piccole dimensioni (non superiore ai 5 mm), costituita da setti alveolari conservati , o di poco ispessiti, bordati da pneumociti con atipie nucleari che vanno dalla presenza di pseudoinclusioni eosinofile alla cromatina addensata alle irregolarità della membrana nucleare. Da un punto di vista morfologico, il problema principale nella definizione di lesioni interpretabili come IAA risiede nei confini alquanto sfumati tra questa e un piccolo focolaio di BAC e , il criterio delle dimensioni scelto dalla OMS appare essere ovviamente un artifizio, seppure utile. La reale incidenza della IAA non è chiara. Infatti, la frequenza di focolai singoli o multipli di IAA varia nelle casistiche dal 3-5% a oltre il 50% (1) dei pazienti portatori di carcinoma polmonare. In realtà, date le piccole dimensioni che caratterizzano la IAA, la grande differenza di questi dati è almeno in parte riconducibile alla vastità del campionamento del tessuto polmonare macroscopicamente “normale”. Seppure esistono ormai varie evidenze, non solo morfologiche, ma anche molecolari, a supporto della natura neoplastica della IAA, il tipo di relazione che esiste tra questa lesione e il carcinoma polmonare non è ancora chiaro e in particolare non è chiaro il rapporto di clonalità esistente tra il carcinoma e i focolai di IAA associati. E’ noto che il carcinoma polmonare si presenta non di rado in forma bi o multifocale. Studi sul rapporto di clonalità tra i noduli carcinomatosi multipli e tra i foci di IAA e il carcinoma associato hanno dato risultati discordanti. Niho e collaboratori (2) hanno trovato un pattern di Humara differente tra la IAA e il carcinoma in 3 su 5 casi studiati, supportando un’origine multifocale. Simili risultati sono stati portati da Huang e collaboratori [3]che hanno trovato differenti alterazioni genetiche nei tumori multifocali. Al contrario, recentemente Ullmann e Collaboratori [4] studiando 13 pazienti con tecniche di ibridazione genomica comparata hanno riscontrato alterazioni sovrapponibili nel BAC e nei foci di IAA associati, suggerendo per questi casi la possibilità che i foci di IAA rappresentino piuttosto foci di disseminazione neoplastica a partenza dal nodulo principale. Tuttavia il limite di questi e altri studi simili è posto principalmente dal basso numero di alterazioni cromosomiche studiate e , quindi, anche trovare un pattern simile non esclude in assoluto un’origine policlonale delle lesioni. Recentemente abbiamo studiato l’assetto clonale in 16 pazienti , per un totale di 18 BAC/AD e 23 foci di IAA. La clonalità è stata studiata sia valutando la perdita di eterozigosi (LOH) per 7 microsatelliti, tra quelli maggiormente coinvolti nella carcinogenesi polmonare, sia mediante il sequenziamento diretto della regione D-Loop del DNA mitocondriale. Quest’ultima tecnica appare particolarmente vantaggiosa negli studi di clonalità poichè permette di esaminare con la microdissezione di un numero di cellule relativamente basso, una grande quantità di alterazioni geniche, essendo il DNA mitocondriale molto esposto a mutazioni ed essendo queste particolarmente frequenti nella regione D-Loop (non codificante). Nella nostra serie, in tutti i casi che sono stati considerati informativi, i foci di IAA sono risultati geneticamente “lontani” dal carcinoma associato supportando la teoria d... Storia clinica del caso: paziente di sesso maschile, fumatore , di 58 anni. Nodulo polmonare del lobo superiore dx, di 3 cm. Nel tessuto polmonare a distanza dalla neoplasia,macroscopicamente indenne da neoplasia, si rilevano all’istologia, aree multiple di 3-4 mm,con setti rivestiti da pneumociti atipici. Diagnosi: focolai di iperplasia adenomatosa atipica associata ad adenocarcinoma Commento: L’iperplasia adenomatosa atipica (IAA) , entità definita recentemente anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è considerata il precursore dell’adenocarcinoma (AD) e del carcinoma bronchiolo-alveolare (BAC). La IAA è, per definizione, una lesione di piccole dimensioni (non superiore ai 5 mm), costituita da setti alveolari conservati , o di poco ispessiti, bordati da pneumociti con atipie nucleari che vanno dalla presenza di pseudoinclusioni eosinofile alla cromatina addensata alle irregolarità della membrana nucleare. Da un punto di vista morfologico, il problema principale nella definizione di lesioni interpretabili come IAA risiede nei confini alquanto sfumati tra questa e un piccolo focolaio di BAC e , il criterio delle dimensioni scelto dalla OMS appare essere ovviamente un artifizio, seppure utile. La reale incidenza della IAA non è chiara. Infatti, la frequenza di focolai singoli o multipli di IAA varia nelle casistiche dal 3-5% a oltre il 50% (1) dei pazienti portatori di carcinoma polmonare. In realtà, date le piccole dimensioni che caratterizzano la IAA, la grande differenza di questi dati è almeno in parte riconducibile alla vastità del campionamento del tessuto polmonare macroscopicamente “normale”. Seppure esistono ormai varie evidenze, non solo morfologiche, ma anche molecolari, a supporto della natura neoplastica della IAA, il tipo di relazione che esiste tra questa lesione e il carcinoma polmonare non è ancora chiaro e in particolare non è chiaro il rapporto di clonalità esistente tra il carcinoma e i focolai di IAA associati. E’ noto che il carcinoma polmonare si presenta non di rado in forma bi o multifocale. Studi sul rapporto di clonalità tra i noduli carcinomatosi multipli e tra i foci di IAA e il carcinoma associato hanno dato risultati discordanti. Niho e collaboratori (2) hanno trovato un pattern di Humara differente tra la IAA e il carcinoma in 3 su 5 casi studiati, supportando un’origine multifocale. Simili risultati sono stati portati da Huang e collaboratori [3]che hanno trovato differenti alterazioni genetiche nei tumori multifocali. Al contrario, recentemente Ullmann e Collaboratori [4] studiando 13 pazienti con tecniche di ibridazione genomica comparata hanno riscontrato alterazioni sovrapponibili nel BAC e nei foci di IAA associati, suggerendo per questi casi la possibilità che i foci di IAA rappresentino piuttosto foci di disseminazione neoplastica a partenza dal nodulo principale. Tuttavia il limite di questi e altri studi simili è posto principalmente dal basso numero di alterazioni cromosomiche studiate e , quindi, anche trovare un pattern simile non esclude in assoluto un’origine policlonale delle lesioni. Recentemente abbiamo studiato l’assetto clonale in 16 pazienti , per un totale di 18 BAC/AD e 23 foci di IAA. La clonalità è stata studiata sia valutando la perdita di eterozigosi (LOH) per 7 microsatelliti, tra quelli maggiormente coinvolti nella carcinogenesi polmonare, sia mediante il sequenziamento diretto della regione D-Loop del DNA mitocondriale. Quest’ultima tecnica appare particolarmente vantaggiosa negli studi di clonalità poichè permette di esaminare con la microdissezione di un numero di cellule relativamente basso, una grande quantità di alterazioni geniche, essendo il DNA mitocondriale molto esposto a mutazioni ed essendo queste particolarmente frequenti nella regione D-Loop (non codificante). Nella nostra serie, in tutti i casi che sono stati considerati informativi, i foci di IAA sono risultati geneticamente “lontani” dal carcinoma associato supportando la teoria d...

IPERPLASIA ADENOMATOSA ATIPICA POLMONARE

DAMIANI, STEFANIA;MORANDI, LUCA;ASIOLI, SOFIA;PESSION, ANNALISA
2004

Abstract

Storia clinica del caso: paziente di sesso maschile, fumatore , di 58 anni. Nodulo polmonare del lobo superiore dx, di 3 cm. Nel tessuto polmonare a distanza dalla neoplasia,macroscopicamente indenne da neoplasia, si rilevano all’istologia, aree multiple di 3-4 mm,con setti rivestiti da pneumociti atipici. Diagnosi: focolai di iperplasia adenomatosa atipica associata ad adenocarcinoma Commento: L’iperplasia adenomatosa atipica (IAA) , entità definita recentemente anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è considerata il precursore dell’adenocarcinoma (AD) e del carcinoma bronchiolo-alveolare (BAC). La IAA è, per definizione, una lesione di piccole dimensioni (non superiore ai 5 mm), costituita da setti alveolari conservati , o di poco ispessiti, bordati da pneumociti con atipie nucleari che vanno dalla presenza di pseudoinclusioni eosinofile alla cromatina addensata alle irregolarità della membrana nucleare. Da un punto di vista morfologico, il problema principale nella definizione di lesioni interpretabili come IAA risiede nei confini alquanto sfumati tra questa e un piccolo focolaio di BAC e , il criterio delle dimensioni scelto dalla OMS appare essere ovviamente un artifizio, seppure utile. La reale incidenza della IAA non è chiara. Infatti, la frequenza di focolai singoli o multipli di IAA varia nelle casistiche dal 3-5% a oltre il 50% (1) dei pazienti portatori di carcinoma polmonare. In realtà, date le piccole dimensioni che caratterizzano la IAA, la grande differenza di questi dati è almeno in parte riconducibile alla vastità del campionamento del tessuto polmonare macroscopicamente “normale”. Seppure esistono ormai varie evidenze, non solo morfologiche, ma anche molecolari, a supporto della natura neoplastica della IAA, il tipo di relazione che esiste tra questa lesione e il carcinoma polmonare non è ancora chiaro e in particolare non è chiaro il rapporto di clonalità esistente tra il carcinoma e i focolai di IAA associati. E’ noto che il carcinoma polmonare si presenta non di rado in forma bi o multifocale. Studi sul rapporto di clonalità tra i noduli carcinomatosi multipli e tra i foci di IAA e il carcinoma associato hanno dato risultati discordanti. Niho e collaboratori (2) hanno trovato un pattern di Humara differente tra la IAA e il carcinoma in 3 su 5 casi studiati, supportando un’origine multifocale. Simili risultati sono stati portati da Huang e collaboratori [3]che hanno trovato differenti alterazioni genetiche nei tumori multifocali. Al contrario, recentemente Ullmann e Collaboratori [4] studiando 13 pazienti con tecniche di ibridazione genomica comparata hanno riscontrato alterazioni sovrapponibili nel BAC e nei foci di IAA associati, suggerendo per questi casi la possibilità che i foci di IAA rappresentino piuttosto foci di disseminazione neoplastica a partenza dal nodulo principale. Tuttavia il limite di questi e altri studi simili è posto principalmente dal basso numero di alterazioni cromosomiche studiate e , quindi, anche trovare un pattern simile non esclude in assoluto un’origine policlonale delle lesioni. Recentemente abbiamo studiato l’assetto clonale in 16 pazienti , per un totale di 18 BAC/AD e 23 foci di IAA. La clonalità è stata studiata sia valutando la perdita di eterozigosi (LOH) per 7 microsatelliti, tra quelli maggiormente coinvolti nella carcinogenesi polmonare, sia mediante il sequenziamento diretto della regione D-Loop del DNA mitocondriale. Quest’ultima tecnica appare particolarmente vantaggiosa negli studi di clonalità poichè permette di esaminare con la microdissezione di un numero di cellule relativamente basso, una grande quantità di alterazioni geniche, essendo il DNA mitocondriale molto esposto a mutazioni ed essendo queste particolarmente frequenti nella regione D-Loop (non codificante). Nella nostra serie, in tutti i casi che sono stati considerati informativi, i foci di IAA sono risultati geneticamente “lontani” dal carcinoma associato supportando la teoria d... Storia clinica del caso: paziente di sesso maschile, fumatore , di 58 anni. Nodulo polmonare del lobo superiore dx, di 3 cm. Nel tessuto polmonare a distanza dalla neoplasia,macroscopicamente indenne da neoplasia, si rilevano all’istologia, aree multiple di 3-4 mm,con setti rivestiti da pneumociti atipici. Diagnosi: focolai di iperplasia adenomatosa atipica associata ad adenocarcinoma Commento: L’iperplasia adenomatosa atipica (IAA) , entità definita recentemente anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è considerata il precursore dell’adenocarcinoma (AD) e del carcinoma bronchiolo-alveolare (BAC). La IAA è, per definizione, una lesione di piccole dimensioni (non superiore ai 5 mm), costituita da setti alveolari conservati , o di poco ispessiti, bordati da pneumociti con atipie nucleari che vanno dalla presenza di pseudoinclusioni eosinofile alla cromatina addensata alle irregolarità della membrana nucleare. Da un punto di vista morfologico, il problema principale nella definizione di lesioni interpretabili come IAA risiede nei confini alquanto sfumati tra questa e un piccolo focolaio di BAC e , il criterio delle dimensioni scelto dalla OMS appare essere ovviamente un artifizio, seppure utile. La reale incidenza della IAA non è chiara. Infatti, la frequenza di focolai singoli o multipli di IAA varia nelle casistiche dal 3-5% a oltre il 50% (1) dei pazienti portatori di carcinoma polmonare. In realtà, date le piccole dimensioni che caratterizzano la IAA, la grande differenza di questi dati è almeno in parte riconducibile alla vastità del campionamento del tessuto polmonare macroscopicamente “normale”. Seppure esistono ormai varie evidenze, non solo morfologiche, ma anche molecolari, a supporto della natura neoplastica della IAA, il tipo di relazione che esiste tra questa lesione e il carcinoma polmonare non è ancora chiaro e in particolare non è chiaro il rapporto di clonalità esistente tra il carcinoma e i focolai di IAA associati. E’ noto che il carcinoma polmonare si presenta non di rado in forma bi o multifocale. Studi sul rapporto di clonalità tra i noduli carcinomatosi multipli e tra i foci di IAA e il carcinoma associato hanno dato risultati discordanti. Niho e collaboratori (2) hanno trovato un pattern di Humara differente tra la IAA e il carcinoma in 3 su 5 casi studiati, supportando un’origine multifocale. Simili risultati sono stati portati da Huang e collaboratori [3]che hanno trovato differenti alterazioni genetiche nei tumori multifocali. Al contrario, recentemente Ullmann e Collaboratori [4] studiando 13 pazienti con tecniche di ibridazione genomica comparata hanno riscontrato alterazioni sovrapponibili nel BAC e nei foci di IAA associati, suggerendo per questi casi la possibilità che i foci di IAA rappresentino piuttosto foci di disseminazione neoplastica a partenza dal nodulo principale. Tuttavia il limite di questi e altri studi simili è posto principalmente dal basso numero di alterazioni cromosomiche studiate e , quindi, anche trovare un pattern simile non esclude in assoluto un’origine policlonale delle lesioni. Recentemente abbiamo studiato l’assetto clonale in 16 pazienti , per un totale di 18 BAC/AD e 23 foci di IAA. La clonalità è stata studiata sia valutando la perdita di eterozigosi (LOH) per 7 microsatelliti, tra quelli maggiormente coinvolti nella carcinogenesi polmonare, sia mediante il sequenziamento diretto della regione D-Loop del DNA mitocondriale. Quest’ultima tecnica appare particolarmente vantaggiosa negli studi di clonalità poichè permette di esaminare con la microdissezione di un numero di cellule relativamente basso, una grande quantità di alterazioni geniche, essendo il DNA mitocondriale molto esposto a mutazioni ed essendo queste particolarmente frequenti nella regione D-Loop (non codificante). Nella nostra serie, in tutti i casi che sono stati considerati informativi, i foci di IAA sono risultati geneticamente “lontani” dal carcinoma associato supportando la teoria d...
2004
212
212
S.Damiani; L.Morandi; S.Asioli; A.Cavazza; A.Pession
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/13502
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