Scienza, tecnica e arte dalla fine del Quattrocento alla conclusione del Cinquecento hanno seguito un percorso intrecciato di conoscenze. La dimensione estetica e quella scientifica hanno proceduto in dialogo su un piano di ricercata parità. Splendevano le arti, ma anche la scienza, il pensiero e l’economia. Gli artisti d’avanguardia sentivano l’esigenza di conoscere il loro corpo, di verificarne la muscolatura e lo scheletro in relazione ai movimenti, ai sentimenti, alle situazioni in cui avrebbero inserito i protagonisti delle loro storie visive. Sezionavano i cadaveri per lo studio dell’anatomia corporea e si sentivano interpreti dell’arte quale scienza, i medici chiedevano agli artisti disegni, modelli del corpo e di sue parti in cera, in terracotta, in legno. L’intreccio ricordato d’arte e di scienza non s’interrompe a Bologna, anzi trova nuova energia nelle sperimentazioni naturalistiche aldrovandiane, nella ricerca di verosimiglianza professionale, ritrattistica, religiosa di cui Prospero Fontana, Bartolomeo Passerotti, Lavinia Fontana si fanno interpreti, in sintonia con i consigli di gravità e decoro che Gabriele Paleotti andava inserendo nel suo "Discorso intorno alle immagini sacre e profane" (1582). Occorre però accorgersi che, mentre gli artisti, i Carracci soprattutto, intensificano i tentativi d’autonomia sindacale e le richieste di separatezza dalla dimensione artigiana, per primo il cardinale Paleotti ha negato l’autonomia dello specifico artistico, subordinandolo al dato religioso, e Ulisse Aldrovandi lo ha utilizzato e lo utilizza esclusivamente quale tramite conoscitivo e illustrativo della natura.

Bologna.Dall'anatomia agli esemplari del corpo

PIGOZZI, MARINELLA
2012

Abstract

Scienza, tecnica e arte dalla fine del Quattrocento alla conclusione del Cinquecento hanno seguito un percorso intrecciato di conoscenze. La dimensione estetica e quella scientifica hanno proceduto in dialogo su un piano di ricercata parità. Splendevano le arti, ma anche la scienza, il pensiero e l’economia. Gli artisti d’avanguardia sentivano l’esigenza di conoscere il loro corpo, di verificarne la muscolatura e lo scheletro in relazione ai movimenti, ai sentimenti, alle situazioni in cui avrebbero inserito i protagonisti delle loro storie visive. Sezionavano i cadaveri per lo studio dell’anatomia corporea e si sentivano interpreti dell’arte quale scienza, i medici chiedevano agli artisti disegni, modelli del corpo e di sue parti in cera, in terracotta, in legno. L’intreccio ricordato d’arte e di scienza non s’interrompe a Bologna, anzi trova nuova energia nelle sperimentazioni naturalistiche aldrovandiane, nella ricerca di verosimiglianza professionale, ritrattistica, religiosa di cui Prospero Fontana, Bartolomeo Passerotti, Lavinia Fontana si fanno interpreti, in sintonia con i consigli di gravità e decoro che Gabriele Paleotti andava inserendo nel suo "Discorso intorno alle immagini sacre e profane" (1582). Occorre però accorgersi che, mentre gli artisti, i Carracci soprattutto, intensificano i tentativi d’autonomia sindacale e le richieste di separatezza dalla dimensione artigiana, per primo il cardinale Paleotti ha negato l’autonomia dello specifico artistico, subordinandolo al dato religioso, e Ulisse Aldrovandi lo ha utilizzato e lo utilizza esclusivamente quale tramite conoscitivo e illustrativo della natura.
2012
Anatome. Sezione, scomposizione, raffigurazione del corpo nell'Età Moderna
87
116
M.Pigozzi
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