L’Italia vanta una lunga tradizione industriale nel campo della produzione di idrocarburi. Tuttavia, la grande stagione dell’industria petrolifera italiana ha iniziò immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, con lo sviluppo dapprima dei giacimenti di gas naturale della Val Padana e – in seguito – di quelli dell’offshore adriatico, grazie soprattutto alla lungimiranza di uno dei più grandi imprenditori italiani, Enrico Mattei, che creò all’Ente Nazionale Idrocarburi, oggi divenuto una grande società privata, la prima per reddito in Italia, e che si colloca al sesto posto tra le grandi aziende petrolifere internazionali per volume di produzione. Attualmente, l’industria petrolifera italiana opera a livello mondiale, con posizioni di leadership professionale, tecnologica e produttiva. Ciononostante, negli ultimi anni il peso delle importazioni di prodotti petroliferi è diventato sempre maggiore rispetto all’utilizzo delle risorse interne, con un sempre più pesante esborso economico. L’attuale bilancia commerciale energetica italiana risulta, infatti, negativa per 62 Miliardi di Euro, con conseguenze negative anche sulla sicurezza degli approvvigionamenti. In questo quadro, l’Italia può permettersi di trascurare l’utilizzo delle risorse petrolifere nazionali ? tutto ciò non solo per ridurre il costo della bolletta energetica nazionale, ma anche perché tali risorse rappresentano una cospicua produzione interna di beni, servizi e lavoro, e possono costituire anche un importante elemento di sviluppo di regioni del Mezzogiorno che possiedono riserve non trascurabili. Sebbene le risorse nazionali di idrocarburi potranno contribuire soltanto in misura limitata al fabbisogno energetico del Paese, anche se ulteriormente sviluppate, la loro valorizzazione dovrebbe essere un obiettivo prioritario della politica energetica italiana, poiché consente di coniugare la sicurezza degli approvvigionamenti con l’occupazione e lo sviluppo locale, utilizzando – tra l’altro – tecnologie molto spesso sviluppate da Aziende italiane. Come ricorda l’ex-ministro Corrado Passera, “Non tutti sanno che l’Italia ha ingenti riserve di gas e petrolio. Una parte importante di queste riserve è attivabile in tempi relativamente rapidi, consentendo di soddisfare potenzialmente circa il 20% dei consumi (dal 10% attuale). Muoversi decisamente in questa direzione potrebbe consentire di: attivare 15 miliardi di euro di investimenti e 25.000 posti di lavoro stabili e addizionali; ridurre la nostra bolletta energetica di importazione di oltre 6 miliardi l’anno (aumentando quindi il PIL di quasi mezzo punto percentuale); ricavare 2,5 miliardi di euro di entrate fiscali, sia nazionali che locali. Per fare tutto questo dobbiamo adeguare agli standard internazionali la nostra normativa di autorizzazione e concessione, che oggi richiede passaggi autorizzativi lunghissimi ed è per molti aspetti molto più restrittiva di quanto previsto dalle normative europee”. La valorizzazione e la produzione delle risorse energetiche nazionali rappresenta quindi un argomento di stringente attualità, al centro delle discussioni di politica energetica, rivestendo anche un ruolo centrale all’interno del documento di “Strategia Energetica Nazionale” di recente pubblicazione.

Petrolio "nostrano" e rilancio dell'economia / P. Macini; E. Mesini. - In: QUARRY AND CONSTRUCTION. - ISSN 2036-9034. - STAMPA. - 597:(2013), pp. 65-66.

Petrolio "nostrano" e rilancio dell'economia

MACINI, PAOLO;MESINI, EZIO
2013

Abstract

L’Italia vanta una lunga tradizione industriale nel campo della produzione di idrocarburi. Tuttavia, la grande stagione dell’industria petrolifera italiana ha iniziò immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, con lo sviluppo dapprima dei giacimenti di gas naturale della Val Padana e – in seguito – di quelli dell’offshore adriatico, grazie soprattutto alla lungimiranza di uno dei più grandi imprenditori italiani, Enrico Mattei, che creò all’Ente Nazionale Idrocarburi, oggi divenuto una grande società privata, la prima per reddito in Italia, e che si colloca al sesto posto tra le grandi aziende petrolifere internazionali per volume di produzione. Attualmente, l’industria petrolifera italiana opera a livello mondiale, con posizioni di leadership professionale, tecnologica e produttiva. Ciononostante, negli ultimi anni il peso delle importazioni di prodotti petroliferi è diventato sempre maggiore rispetto all’utilizzo delle risorse interne, con un sempre più pesante esborso economico. L’attuale bilancia commerciale energetica italiana risulta, infatti, negativa per 62 Miliardi di Euro, con conseguenze negative anche sulla sicurezza degli approvvigionamenti. In questo quadro, l’Italia può permettersi di trascurare l’utilizzo delle risorse petrolifere nazionali ? tutto ciò non solo per ridurre il costo della bolletta energetica nazionale, ma anche perché tali risorse rappresentano una cospicua produzione interna di beni, servizi e lavoro, e possono costituire anche un importante elemento di sviluppo di regioni del Mezzogiorno che possiedono riserve non trascurabili. Sebbene le risorse nazionali di idrocarburi potranno contribuire soltanto in misura limitata al fabbisogno energetico del Paese, anche se ulteriormente sviluppate, la loro valorizzazione dovrebbe essere un obiettivo prioritario della politica energetica italiana, poiché consente di coniugare la sicurezza degli approvvigionamenti con l’occupazione e lo sviluppo locale, utilizzando – tra l’altro – tecnologie molto spesso sviluppate da Aziende italiane. Come ricorda l’ex-ministro Corrado Passera, “Non tutti sanno che l’Italia ha ingenti riserve di gas e petrolio. Una parte importante di queste riserve è attivabile in tempi relativamente rapidi, consentendo di soddisfare potenzialmente circa il 20% dei consumi (dal 10% attuale). Muoversi decisamente in questa direzione potrebbe consentire di: attivare 15 miliardi di euro di investimenti e 25.000 posti di lavoro stabili e addizionali; ridurre la nostra bolletta energetica di importazione di oltre 6 miliardi l’anno (aumentando quindi il PIL di quasi mezzo punto percentuale); ricavare 2,5 miliardi di euro di entrate fiscali, sia nazionali che locali. Per fare tutto questo dobbiamo adeguare agli standard internazionali la nostra normativa di autorizzazione e concessione, che oggi richiede passaggi autorizzativi lunghissimi ed è per molti aspetti molto più restrittiva di quanto previsto dalle normative europee”. La valorizzazione e la produzione delle risorse energetiche nazionali rappresenta quindi un argomento di stringente attualità, al centro delle discussioni di politica energetica, rivestendo anche un ruolo centrale all’interno del documento di “Strategia Energetica Nazionale” di recente pubblicazione.
2013
Petrolio "nostrano" e rilancio dell'economia / P. Macini; E. Mesini. - In: QUARRY AND CONSTRUCTION. - ISSN 2036-9034. - STAMPA. - 597:(2013), pp. 65-66.
P. Macini; E. Mesini
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