La Villa dei Vescovi è un’elegante residenza cinquecentesca a pianta quadrata immersa nel verde dei colli Euganei. Realizzata per volere del vescovo di Padova Francesco Pisani tra il 1535 e il 1542, è giunta straordinariamente intatta fino ai giorni nostri conservando nel tempo l’antico rapporto di armoniosa corrispondenza con il paesaggio circostante (“Luogo delitiosissimo….superbo palagio con vaghissimi giardini……..”), precedendo il così detto “periodo palladiano”: i quattro decenni (1540-1580) in cui il geniale progettista Andrea Palladio contribuì sostanzialmente alla trasformazione del paesaggio veneto nella forma che ancora oggi riconosciamo. Osservando la Villa dei Vescovi non si scorge alcunché della tipologia palladiana, se non il sistema ordinato dei campi coltivati attorno alla residenza: nessun porticato per il ricovero degli attrezzi, nessun elemento che faccia pensare alla dolcezza del vivere tra balli e concerti, e nessun prestigioso frontone che incoroni la dignità e la virtù produttiva del proprietario. Si distingue invece, nettamente, in quella massiccia e sobria struttura, in quelle poderose arcate al piano terra e nel loggiato del piano nobile, il modello delle nobili abitazioni Romane dell’epoca.
M.G.Bellardi (2012). Villa dei Vescovi. FLORTECNICA, 12, I-VII.
Villa dei Vescovi
BELLARDI, MARIA GRAZIA
2012
Abstract
La Villa dei Vescovi è un’elegante residenza cinquecentesca a pianta quadrata immersa nel verde dei colli Euganei. Realizzata per volere del vescovo di Padova Francesco Pisani tra il 1535 e il 1542, è giunta straordinariamente intatta fino ai giorni nostri conservando nel tempo l’antico rapporto di armoniosa corrispondenza con il paesaggio circostante (“Luogo delitiosissimo….superbo palagio con vaghissimi giardini……..”), precedendo il così detto “periodo palladiano”: i quattro decenni (1540-1580) in cui il geniale progettista Andrea Palladio contribuì sostanzialmente alla trasformazione del paesaggio veneto nella forma che ancora oggi riconosciamo. Osservando la Villa dei Vescovi non si scorge alcunché della tipologia palladiana, se non il sistema ordinato dei campi coltivati attorno alla residenza: nessun porticato per il ricovero degli attrezzi, nessun elemento che faccia pensare alla dolcezza del vivere tra balli e concerti, e nessun prestigioso frontone che incoroni la dignità e la virtù produttiva del proprietario. Si distingue invece, nettamente, in quella massiccia e sobria struttura, in quelle poderose arcate al piano terra e nel loggiato del piano nobile, il modello delle nobili abitazioni Romane dell’epoca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.