Attraverso un confronto con Simone Weil e la sua analisi dell’Iliade intesa come “un poema della forza”, si indagano alcuni aspetti dei racconti e dei romanzi di Clarice Lispector. Si cerca di riconoscere come l’autrice indaghi nelle pieghe del quotidiano per scorgervi l’apparente banalità delle astrazioni che lo sorreggono, che impongono un ordine alla forza della materia. E si sottolinea come una simile pars destruens sia tuttavia accompagnata da una ricostruzione potente e lontana dal nichilismo.
C. Magnante (2012). La banalità del trauma: Simone Weil e Clarice Lispector, la forza e la fame. TINTAS. QUADERNI DI LETTERATURE IBERICHE E IBEROAMERICANE, 2 (2012), 223-240.
La banalità del trauma: Simone Weil e Clarice Lispector, la forza e la fame
MAGNANTE, CHIARA
2012
Abstract
Attraverso un confronto con Simone Weil e la sua analisi dell’Iliade intesa come “un poema della forza”, si indagano alcuni aspetti dei racconti e dei romanzi di Clarice Lispector. Si cerca di riconoscere come l’autrice indaghi nelle pieghe del quotidiano per scorgervi l’apparente banalità delle astrazioni che lo sorreggono, che impongono un ordine alla forza della materia. E si sottolinea come una simile pars destruens sia tuttavia accompagnata da una ricostruzione potente e lontana dal nichilismo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


