Nel suo Confronting Aristotle’s Ethics Garver si propone di analizzare le complesse dinamiche che animano il rapporto tra vita della polis e virtù morale, individuando nell’identificazione tra essere buoni ( being good ) e compiere il bene ( doing good ) il centro focale della filosofia morale di Aristotele. L’idea alla base del lucido percorso argomentativo tracciato nel libro è quella secondo cui l’agire morale debba essere visto come una forma di attualizzazione ( energeia ) a doppio senso: da un lato, come realizzazione di un processo finalizzato ad un’azione singola e situata in uno specifico contesto spazio-temporale; dall’altro, come completamento di una serie di potenzialità che permettono all’anima umana di raggiungere uno stato virtuoso, sia esso etico o intellettuale. Tale teoria, chiamata da Garver ”the double ends theory”, consente allo studioso di Aristotele di intravedere all’interno di una singola azione due differenti forme di finalità: una esterna, corrispondente all’agire concreto e dettato da specifiche, contingenti necessità, e una interna, riguardante la motivazione propria dell’agente virtuoso, che porta a valutare l’agire stesso come dotato di valore intrinseco.
E. Irrera (2007). Recensione a Eugene Garver, Confronting Aristotle’s Ethics. Ancient and Modern Morality, «Il pensiero politico», 2007(40), pp. 571-573. IL PENSIERO POLITICO, 40, 571-573.
Recensione a Eugene Garver, Confronting Aristotle’s Ethics. Ancient and Modern Morality, «Il pensiero politico», 2007(40), pp. 571-573.
IRRERA, ELENA
2007
Abstract
Nel suo Confronting Aristotle’s Ethics Garver si propone di analizzare le complesse dinamiche che animano il rapporto tra vita della polis e virtù morale, individuando nell’identificazione tra essere buoni ( being good ) e compiere il bene ( doing good ) il centro focale della filosofia morale di Aristotele. L’idea alla base del lucido percorso argomentativo tracciato nel libro è quella secondo cui l’agire morale debba essere visto come una forma di attualizzazione ( energeia ) a doppio senso: da un lato, come realizzazione di un processo finalizzato ad un’azione singola e situata in uno specifico contesto spazio-temporale; dall’altro, come completamento di una serie di potenzialità che permettono all’anima umana di raggiungere uno stato virtuoso, sia esso etico o intellettuale. Tale teoria, chiamata da Garver ”the double ends theory”, consente allo studioso di Aristotele di intravedere all’interno di una singola azione due differenti forme di finalità: una esterna, corrispondente all’agire concreto e dettato da specifiche, contingenti necessità, e una interna, riguardante la motivazione propria dell’agente virtuoso, che porta a valutare l’agire stesso come dotato di valore intrinseco.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.