Fino ad epoca recente, il diritto internazionale dell’acqua si è occupato quasi esclusivamente di aspetti economici, con specifico riguardo alle pretese contrastanti degli Stati frontisti sulla condivisione quantitativa delle acque. Non si occupava invece delle problematiche ambientali, ed in particolare di tutti gli aspetti inerenti alla qualità dell’acqua medesima. Questo articolo si propone di illustrare come il principio di sovranità territoriale sia stato progressivamente mitigato da altri principi, guidati da una nuova consapevolezza dei problemi che l’uso indiscriminato delle acque causa all’ambiente, nonché alle esigenze fondamentali per la vita umana. L’articolo mostra come il principio dello sviluppo sostenibile e l’approccio ecosistemico abbiano dato forma ed aggiornato il diritto internazionale delle acque, dando vita prima ai principi di uso equo e giusto delle risorse idriche e al divieto di causare danni, poi al diritto di accesso all’acqua. L’articolo analizza quindi tale diritto sottolineandone la natura di obbligo di diligenza con specifico riguardo alla tematica della privatizzazione dei servizi idrici. Lungo tale linea di ragionamento, viene spiegato come i diritti umani si siano intersecati con il diritto internazionale delle acque, garantendo la diretta applicabilità del diritto di accesso all’acqua ed erodendo progressivamente i margini di discrezionalità che i governi e gli attori privati avevano in tale settore. In ultimo, l’articolo analizza la compatibilità tra gli obblighi derivanti dal diritto internazionale delle acque e quelli derivanti dal diritto internazionale degli investimenti.
A. Tanzi (2012). Il tortuoso commino del diritto internazionale delle acque tra interessi economici e ambientali. DIRITTO PUBBLICO COMPARATO ED EUROPEO, 2012, 516-536.
Il tortuoso commino del diritto internazionale delle acque tra interessi economici e ambientali
TANZI, ATTILA MASSIMILIANO
2012
Abstract
Fino ad epoca recente, il diritto internazionale dell’acqua si è occupato quasi esclusivamente di aspetti economici, con specifico riguardo alle pretese contrastanti degli Stati frontisti sulla condivisione quantitativa delle acque. Non si occupava invece delle problematiche ambientali, ed in particolare di tutti gli aspetti inerenti alla qualità dell’acqua medesima. Questo articolo si propone di illustrare come il principio di sovranità territoriale sia stato progressivamente mitigato da altri principi, guidati da una nuova consapevolezza dei problemi che l’uso indiscriminato delle acque causa all’ambiente, nonché alle esigenze fondamentali per la vita umana. L’articolo mostra come il principio dello sviluppo sostenibile e l’approccio ecosistemico abbiano dato forma ed aggiornato il diritto internazionale delle acque, dando vita prima ai principi di uso equo e giusto delle risorse idriche e al divieto di causare danni, poi al diritto di accesso all’acqua. L’articolo analizza quindi tale diritto sottolineandone la natura di obbligo di diligenza con specifico riguardo alla tematica della privatizzazione dei servizi idrici. Lungo tale linea di ragionamento, viene spiegato come i diritti umani si siano intersecati con il diritto internazionale delle acque, garantendo la diretta applicabilità del diritto di accesso all’acqua ed erodendo progressivamente i margini di discrezionalità che i governi e gli attori privati avevano in tale settore. In ultimo, l’articolo analizza la compatibilità tra gli obblighi derivanti dal diritto internazionale delle acque e quelli derivanti dal diritto internazionale degli investimenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.